martedì 16 novembre 2010
Napoli, 16/11/2010

Parto dalla seconda risposta.
Sembra strano ma sono qui quasi per caso; la molla principale è il bisogno di verità, quella visione che ognuno di noi si costruisce interpretando, come può, la realtà. Cito me stesso del 1986, dopo una discussione con un collega che mi irrideva per il bisongo di comunicare per scavare tra le sabbie che nascondono la verità: "La conoscenza è l'unico bene che, diviso, si moltiplica"

Faccio una parentesi:
ritengo che ci sia una fondamentale distinzione tra realtà (una sola per tutti) e verità (tante quante sono le persone) infatti diffido di chi si ritiene detentore della Verità (quella Assoluta), a parte Cristo…
chiusa parentesi.

Anche la fiammella di una candela è un fuoco, piccolo ma può mostrare un pò della strada da percorrere
Inoltre alcuni  giorni or sono, in una serena (per quanto culturalmente animata) occasione conviviale ho incontrato un singolare signore (Giovanni-Luigi Manco di sentieroluminoso.com che saluto con affetto) il quale dice di vedere i colori dei chakra delle persone, e che ha affermato che il mio colore è viola (della gola), cioè della comunicazione.
Non so se gli sia sembrato strano che gli abbia creduto senza proteste tecnico-scientifico-religiose ma ha avuto gioco facile, in quanto ho sempre sentito un grande bisogno di comunicare, infatti ritengo che le principali libertà di un individuo siano:

a)      avere una propria opinione, anche se la maggioranza non concorda
b)      esprimerla, mantenersi fedele ad essa e difenderla, anche strenuamente (senza necessariamente usare violenza)
c)      cambiare opinione (se c’è valido motivo), senza sentire di tradire se od altri

E allora comunichiamo…

Per quel che riguarda il nome la storia risale circa alla fine del 2001, quando fui spedito in quel di Roma per partecipare ad un trainig-on-job (cioè corso fatto lavorando sul pezzo, poi avrei scoperto che, in genere, questi percorsi sono più lavoro che addestramento…). L’ambientino non era niente male, se non fosse che era abbastanza popolato di personcine con la puzzetta sotto il nasino (il vezzeggiativo è per sembrare meno crudo…) che si ritenevano sul piedistallo rispetto a me (prima della laurea ho solo un diploma di perito industriale) solo perché avevano fatto chi il liceo classico, chi il liceo scientifico. Ed io non ci stavo, parlando sia del più e del meno, sia di cose più consistenti.
Ovviamente si finiva sempre ad espressioni con aplomb tipicamente anglosassone come: “Ahò, ma che stai a dì?...Me sembri un cazzaro…Anvedi ‘sto saputo magnapizza!” (tradotto dal borgataro “lazziale co’ du’zzeta” significa “Cosa dici? mi sembri approssimativo, caro il mio spocchioso napoletano!”). Tant’è che un giorno me ne uscii con la “dazione” (nel linguaggio forense “modalità di estinzione di un debito attraverso l'offerta al creditore di qualcosa di diverso rispetto a quanto pattuito” ma anche, per traslato, “attitudine a versare somme non dovute all’autorità decisionale per favorire la scelta di un candidato ad un appalto tra gli altri competitori”). Ovviamente tutti gli ex-“liceali” si coalizzarono e scommettemmo un caffè al dì per un’intera settimana.

Il giorno dopo la consultazione delle enciclopedie lo stesso Mauro G. (detto “er Duca-pelli” che saluto affettuosamente) che era stato uno dei più accesi avversari, mi tributò il solenne, distinto e magniloquente riconoscimento a nome di tutto l’openspace: “Ahò, sei mejo de Focuse!” (per intendere che non mi sentivano più come un inferiore) e da allora apposi orgogliosamente al mio diminutivo il titolo di “Focus”. Magari associandolo al segno dello Yin e Yang…

Ovviamente la comunicazione prevede due sensi, quindi mi aspetto che qualcuno mi scriva se ha appunti da farmi per correzioni o suggerimenti per aggiungere qualcosa o cancellare (con motivazione valida) ciò che offende qualche sensibilità.

Qualunque offesa gratuita sarà, invece, semplicemente ignorata, se non avrà risvolti perseguibili…

Ovviamente, per la reciprocità, anch’io cercherò di contenere la mia libertà nei limiti della libertà altrui.
Alla prossima 
AlexFocus

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