lunedì 20 dicembre 2010
Napoli, 20/12/2010

Aggiornato 29/12/2010

Cari/e amici/che anche quest’anno è giunto il tradizionale periodo di raccoglimento intorno al focolare domestico, 


magari con la tradizionale corsa consumistica all’ultimo regalo, 


 forse con la tradizionale abbuffata su cui spargere lacrime di coccodrillo (dopo i cm ed i kg in più…)


In ogni caso spero che possiamo tutti riscoprire la cosa che il nostro stile di vita moderno, molto focalizzato sulle tecnologie e poco sulle elegie, 


molto materiale e poco spirituale, molto individualista e poco sociale, molto abbagliato dai messaggi della pubblicità e poco attento alle voci nel deserto (in definitiva primitivo, gretto e volgare) 


spesso dimentica: la comunione. 


Che non è solo il sacramento somministrato in chiesa ma è, più in generale, la riscoperta della Tradizione, il dico-tra-di-noi che sembra un orpello del passato ed, invece, è l’unica speranza per recuperare il futuro.



Un grande abbraccio a tutti/e ed ai vostri cari.


A proposito di Babbo Natale, che viene chiamato Santa Klaus da Nikolaus cioè Nicola: la radice che collega la tradizione al mondo moderno, come narra Wikipedia, è un personaggio storico, il  vescovo San Nicola di Mira (l’antica città di Myra, nell'odierna Turchia), poi venerato come s. Nicola di Bari.

 Si racconta che il vescovo Nikolaus, esortò tutti i parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo in posti impervi, dove i bambini non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa anche a causa del freddo invernale, che costringeva molti a non uscire di casa. Consigliò ai preti di portare ai bambini un piccolo regalo, cogliendo l'occasione per spiegar loro (ed anche ai genitori) chi fosse Cristo e che cosa avesse fatto per l'intera umanità. I parroci, ovviamente, al momento della partenza portavano con loro un grosso sacco pieno di doni (per non andare avanti ed indietro dalla parrocchia), quindi raggiungevano i bambini mediante alcune slitte trainate da cani (non renne) ed, al loro arrivo, spesso, trovavano un piccolo pasto (vino, pane e formaggio, che poi è stato trasformato in latte, dolci e biscotti) per rifocillarsi dal loro faticoso viaggio.
Lo "spettro del Natale presente" in una versione a colori dell'illustrazione originale di John Leech per "Christmas Carol" (Canto di Natale) di Charles Dickens (1843)

Inoltre, originariamente, il vestito di Babbo Natale era verde;
divenne rosso poichè, negli anni ’30 del 20° secolo, la Coca-Cola lo usò per la sua pubblicità natalizia, e lo vestì in bianco (per indicare la neve) e rosso (come la scritta della sua famigerata bibita). 

Questi della Coca-Cola aranno un pò delinquenti? ... scherzo!

Un Babbo Natale vestito di verde ha un miglior significato: ricorda l’uomo verde di antica memoria e tradizione dalla cui bocca uscivano piante e fiori, regalo all’umanità. Inoltre l’uomo verde era simbolo di speranza e rinascita e un Babbo Natale verde, portatore di doni e di rinascita offre ottimi collegamenti con il mito ancora più antico, che vuole nei giorni del solstizio d’inverno l’inizio della rinascita, con il sole che riprende il suo cammino allungando le giornate. Non per niente la Chiesa Romana scelse come data per il Natale di Cristo proprio i giorni del solstizio d’inverno, sostituendo col Natale la Festa del Sole di pagana memoria (Solis Invictus cioè “sole vittorioso”)…
Ma la tradizione era ancora più antica: ben prima dell’epopea greco-romana (in cui si venerava la Nike di Samotracia ed il Sol invictus) 

Nike (si pronuncia "ni-chi") di Samotracia

la Vittoria del Sole sull’oscurità veniva festeggiata attraverso Mithra. 

Mithra - Sol invictus
 Ma, guardandolo bene, si nota la somiglianza con … la statua della libertà che è considerata il simbolo della modernità.
statua della libertà (forse?)
  Ebbene sì, la cosiddetta società più avanzata del mondo (gli USA) ha piazzato all’ingresso della sua città più rappresentativa (qualcuno dice più “cool”) New York, la statua di Mithra, un Gesù quasi paleolitico!!! 

Infine faccio notare che la sede principale della Coca-Cola si trova ad Atlanta, che prende il nome dal mitico gigante che sorreggeva la volta celeste. Infine Atlanta è la capitale della Georgia dove si trovano le terribilmente profetiche Georgia Guidestones (vedi in questo blog  Un inquietante messaggio di granito, nel cuore del...)  

Ovviamente ogni popolo ri-adatta continuamente (qualcuno direbbe che le “revisiona” cioè le rivede in altra luce, insomma fa revisionismo… brrr, che bvutta pavola! direbbe il solito cacasenno) le feste antiche come meglio crede e nel nord europa ha prevalso la versione rossa con le renne volanti… grazie alla campagna pubblicitaria con cui la Coca-Cola promosse il proprio prodotto e che sfruttava l’immagine di un Santa Claus col vestito rosso, proprio come il famigerato brand di Atlanta (il nome di questa città deriva dal mitico Atlante che si diceva sorreggesse il mondo).
Rappresentazione di Atlante

Vi lascio ai festeggiamenti sacri ed ai bagordi alimentari che aspettavate con tanta passione (più i secondi che i primi , non è vero?!). 

  
vermicelli con le vongole


capitone fritto
baccalà fritto



insalata di rinforzo
roccocò




pandoro e panettone













struffoli




frutta secca (noci, mandorle, castagne del prete, noci brasiliane, arachidi, nocciole, ceci infornati, pistacchi, fichi mammarelle e fichi infornati, anacardi, ...)

spumante scintillante

AlexFocus

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