martedì 1 marzo 2011
Napoli, 02/03/2011

Non sono solito riportare integramente da altri autori ma oggi devo rendere omaggio all'analisi spietata, affilata, visionaria (ma fondata su solide basi) che la grande Antonella Randazzo ed il suo team hanno fatto nell'ultimo numero della rivista  on-line "La Nuova Energia" a riguardo della crisi non solo economica ma, anche e soprattutto, sistemica prossima ventura. A lei ed a tutto il gruppo un abbraccio fraterno.

APPESI A UN FILO (Prepariamoci al meglio)

Di Antonella Randazzo


Profeti di sventura e profeti di povertà, a questo sono ormai ridotti, da tempo, le varie autorità che si riuniscono nei G20. Nell’ultimo appuntamento a Parigi, era evidente che nessuno dei presenti sapeva che pesci pigliare, proponendo le solite “ricette” di sventura, che hanno come
vittime i comuni cittadini.

Trichet indica spesso i provvedimenti a nostro favore (ma col dito sbagliato…)
Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha detto che per combattere la disoccupazione non bisogna aumentare gli stipendi, anzi, si devono abbassare. In Europa ci sono già milioni di lavoratori sfruttati, si vuole tirare ancora la corda?

Strauss-Kahn sembra pensare “Ma Tu pensi che ci crederanno..?”
Il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss Kahn, ha avuto la faccia tosta di asserire che gli Stati europei devono rinunciare a parte della loro sovranità. Ancora di più? E a favore di chi? Ovviamente di chi ha creato questo sistema criminale. Per usare una metafora, la medicina da dare al malato dovrebbe essere un potente veleno.

E’ ovvio che anche Strauss Kahn rappresenta il gruppo di potere che annaspa, e mostra la pazzia di chi sta vivendo nella disperazione perché il suo potere sta scemando.
Strauss Kahn ha persino criticato e definito “scandalose” le banche d’affari inglesi e statunitensi, e dovremmo credere alla sua buona fede, sapendo che l’Istituto che lui rappresenta è da sempre strettamente colluso con gli ambienti che denuncia. E’ assai più ragionevole pensare che questa
denuncia è fatta per suscitare fiducia, quella fiducia che i cittadini non hanno più. Questo stesso personaggio appartiene al gruppo che avrebbe voluto un “governo mondiale”, con a capo fantocci a sostegno del gruppo di banchieri-affaristi.

Ma cosa sta succedendo? Gli stessi banchieri denunciano le banche, cercando di continuare un inganno che però sta venendo sempre più a galla.
La realtà è che l’enorme flusso di capitali, in gran parte speculativi, prodotti da Wall Street e dalla BCE, hanno conferito al gruppo di potere occidentale la possibilità di creare un meccanismo infernale, che ha prodotto effetti devastanti sull’intera economia globale, che di tanto in tanto ha dovuto gridare alla “crisi”, oppure alle necessità di “ristrutturazioni o risanamento”. Ma ormai da diversi anni le cose stanno cambiando, e a nostro favore.

Il gruppo di potere e i suoi fantocci oggi si trovano in grosse difficoltà, perché non sono più in grado di controllare i meccanismi che loro stessi hanno innescato.
Com’è possibile essere certi che l’attuale modello finanziario, che ha aspetti assurdi e paradossali, sta crollando? E’ possibile appurarlo da molti elementi accaduti proprio negli ultimi tempi.
Talvolta certe verità sono sotto gli occhi di tutti, ma soltanto pochissimi le vedono. La propaganda massificante ha proprio l’obiettivo di rendere gli individui incapaci di vedere cose che talvolta passano loro proprio sotto il naso.

Cosa sta accadendo negli ultimi tempi?
Da recente, qualcuno ha parlato di “sistema ormai ridotto ad uno zombie”, qualcun altro di un vicolo cieco. Di certo il nostro sistema finanziario non gode affatto di buona salute, e ci sono molti fattori che lo mostrano in grave declino, come cercasse di andare avanti su una strada sempre più
ripida.
In molti Paesi le banche sono nel mirino della giustizia e alimentano molta rabbia da parte dei cittadini.
Nel nostro paese, diversi enti locali si sono rivolti ai tribunali per denunciare la truffa dei contratti derivati.

Le banche J. P. Morgan Chase & Co., UBS e Bank of America si sono rivolte al tribunale di Londra per cercare di girare la frittata e far apparire colpevoli le diverse amministrazioni comunali e le regioni Lazio, Toscana e Piemonte. Lo scorso maggio, Dexia Crediop e Depfa hanno ottenuto che
si avesse un processo contro la città di Pisa, e lo scorso ottobre UBS ha presentato una denuncia contro un comune tedesco ad un giudice di Londra. Si tratta di tentativi di prevalere nonostante sia ormai evidente che i derivati sono prodotti basati sull'usura e sul gioco d'azzardo. I banchieri sembrano sempre più sull’orlo di una crisi di nervi, e si accorgono che le persone stanno riconoscendo la natura delle istituzioni bancarie. Persino l'intelligence italiana ha sostenuto che i 32 miliardi di derivati degli enti locali rappresentano un problema simile ad una “minaccia alla
sicurezza nazionale”.

Altri casi di denuncia stanno emergendo in Europa. In Germania, la Caritas ha denunciato Kommerzbank per frode. La banca aveva consigliato all'ente umanitario di investire mezzo milione di euro in cartolarizzazioni ad alto rischio, tra le quali c’erano i mutui subprime americani,
costringendo la Caritas a perdere metà dei soldi investiti.
A Milano si sta svolgendo il processo alle banche Depfa, Deutsche Bank, Morgan Stanley e J. P. Morgan per la truffa dei derivati.
Secondo il procuratore aggiunto Alfredo Robledo il problema dei derivati ha ridotto l’Italia in una situazione peggiore della Grecia. Spiega:

L’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea in cui gli enti locali hanno stipulato contratti di questo tipo (swap) con le banche (contratti che sono come) tante bolle di sapone in seno a Comuni, Province e Regioni e se scoppiano non si sa cosa accadrà”.[1]

[1] DNews, 20 maggio 2010.

Per quanto riguarda il processo alle banche accusate di avere avuto un ruolo nella vendita di Titoli della Parmalat, la procura di Milano ha chiesto complessivamente la confisca di oltre 120 milioni di euro: questa sarebbe la somma che le banche avrebbero lucrato. Inoltre, ogni banca dovrà essere
condannata ad una sanzione penale di 900mila euro, in considerazione della legge sulla responsabilità giuridica delle società. Per i manager, sono state chieste condanne a un anno e ad un anno e quattro mesi.

Di certo, oggi più che mai, i cittadini sono indotti ad essere consapevoli di cosa sono davvero quelle istituzioni chiamate banche, e di come esse siano lontane da quell’alone di rispettabilità e di autorevolezza creato attorno a loro dal sistema stesso.
La Procura federale di New York ha avviato un’indagine sulle società quotate a Wall Street, con l’intento di far emergere eventuali truffe. Oggetto di analisi sono Citigroup, J. P. Morgan Chase, Deutsche Bank, UBS, Goldman Sachs e Morgan Stanley.

Andrew Cuomo
Il procuratore di New York Andrew Cuomo sospetta che le banche abbiano fornito alle agenzie di rating false informazioni per ottenere valutazioni migliori.
Anche in Australia le banche sono sotto inchiesta. Ben 500.000 cittadini hanno dato vita ad una class action, accusando 12 banche australiane e straniere di diverse irregolarità, come oneri ingiustamente addebitati.
Oltre alle truffe, che danno ulteriore consapevolezza ai cittadini circa il sistema finanziario, c’è anche il grave problema dello “sfaldamento”, graduale ma sempre più intenso, di un modello economico-finanziario che non è basato sul benessere dei cittadini, e nemmeno sulla loro sovranità,
ma sull’inganno e sulla dissimulazione.

Questo modello ha in sé stesso le caratteristiche che lo faranno crollare.

Infatti, non si può pensare che un modello che punta a ridurre in miseria gran parte degli abitanti del pianeta e che è basato sul nulla possa durare per sempre. Né si può credere che le menzogne possano essere sempre tenute segrete. Ci sarà il momento in cui le cose crolleranno, e da diverse
caratteristiche del periodo attuale si può inferire che forse questo momento è più vicino di quello che sembra. Ad ogni modo, lo “zombie” potrà reggere soltanto pochi anni.
Allo stato attuale, c’è già molto caos: i banchieri non sono più in grado di controllare tutte le caratteristiche del modello che loro stessi hanno voluto.

E non possono certo controllare il comportamento di tutti i popoli, che stanno rifiutando i governi che sanno essere corrotti.
Tra non molto, chi rappresenta la Federal Reserve o altri “zombie” finanziari, probabilmente non se la passeranno tanto bene. Le proteste dei cittadini di diversi paesi non sono soltanto proteste contro i governi, ma anche proteste contro il sistema che ha impoverito i popoli. I problemi sollevati dai cittadini greci e irlandesi non sono certo stati risolti sollevando il problema della “crisi” ed elargendo prestiti-truffa. C’è a monte un enorme problema di crollo. L’idea dell’Europa e degli Usa
sull’orlo del fallimento, per molti autorevoli studiosi non è un’idea bizzarra ma una realtà.

Per molti anni le società transnazionali e i grossi gruppi bancari hanno tirato la corda, e oggi si sta spezzando. C’è persino uno studio della CIA che prevede un crollo, e la successiva suddivisione dell’Unione Europea in tre aree entro il 2025: una più “evoluta” con Germania, Francia, Italia,
ecc.; un’altra con paesi ritenuti meno “sviluppati” come Spagna, Grecia e Portogallo; e una terza formata da Paesi poveri: Croazia, Bulgaria, Romania, ecc.
Ma non è detto che il “crollo” del sistema possa garantire un seguito al sistema stesso, specie in tempi in cui molte persone sanno che il modello attuale non può di certo permettere lo sviluppo economico di parecchi paesi (compreso il nostro). Sono sempre di più le persone che comprendono la vera realtà, e questo fa diminuire il potere del gruppo dominante.
Non si tratta di “complotti” o di “disastri”, semplicemente il sistema finanziario è giunto a capolinea. E se qualcuno dubita, provi ad analizzare attentamente quello che sta accadendo oggi, e che, a detta di molti autori, continuerà nei prossimi 2-3 anni.

La finanza mondiale è appesa a un filo, e non ci vuole la sfera di cristallo per capirlo. Oggi nessun governo o gruppo di famiglie è in grado di controllarla. E sapete perché? Perché questo sistema si basa su un non-valore.
Ovvero: non su un valore vero, quantificabile e oggettivabile. E’ basato sulla fiducia dei popoli, carpita con l’inganno. Inoltre, è diventato sempre più irreale, fittizio e complesso, giungendo a perdere ogni legame con la realtà umana. Il risultato è che sempre più persone hanno capito la
truffa, e si sta diffondendo in moltissimi paesi l’idea di elaborare un modello diverso, fondato su convenzioni provenienti dal sociale, o su accordi basati su parametri verificabili, come il lavoro o un metallo prezioso.

Negli ultimi anni, i popoli sono stati piegati dalla cosiddetta “globalizzazione”, ovvero il saccheggio delle risorse. L’Unione Europea, per meglio saccheggiare, ha sostenuto l’unione monetaria, che ha
impoverito tutte le aree interessate e ha creato “crisi”.
Per scongiurare il pericolo del crollo, si è posta speranza sui Credit Default Swaps (CDS), che salgono nel caso di crolli finanziari. Le agenzie di rating credono di risolvere il problema declassando titoli di Stato quando si vede che un paese è a rischio, e poi si cerca di dissanguarlo ancora con altri prestiti. Si è già creato un circolo vizioso: i derivati vengono utilizzati con lo scopo di portare alcuni paesi sul lastrico, e poi si interviene con altro denaro per accrescere il potere su quel paese e impossessarsi delle sue ricchezze.

Il problema è che quei soldi sono sottratti ai popoli, già oberati da un alto debito pubblico e dai tagli alla spesa pubblica. Significa, in concreto, creare altra disoccupazione e povertà.
Si potrà andare avanti all’infinito? Ovviamente, no.

Il crollo finanziario definitivo, avvenga quest’anno o nei prossimi, risulterà necessario sia perché l’attuale modello non è per nulla sostenibile, sia perché le politiche iniziate col periodo della “globalizzazione” hanno creato bolle speculative e prodotti di Borsa che daranno il colpo di grazia.
Rendere l’economia “virtuale”, se da un lato ha avuto il merito di semplificare e rendere più veloci diversi aspetti delle società, dall’altro ha provocato una pericolosa distanza dal mondo concreto, decretando fratture che non possono che degenerare fino al crollo.
I prodotti di Borsa “tossici” sono diversi, e sono stati utilizzati sia per creare la “crisi” greca che quelle islandese e irlandese. Ma anche altri paesi, come la Gran Bretagna e il nostro paese, sono stati saccheggiati a causa di questi prodotti. In Gran Bretagna, migliaia di comuni e 8 municipalità di Londra si sono ritrovati con i conti correnti “ripuliti”.

Le bolle speculative e i prodotti-truffa di Borsa hanno sempre ripercussioni nella società: pressione fiscale, inflazione, disoccupazione, crollo produzione, esportazioni, ecc.
Gli eventi, anche quelli che appaiono improvvisi, hanno sempre una base già identificabile prima che accadano. Il Global Europe Anticipation Bulletin (GEAB – n. 51) spiega:

Il 2011, secondo il nostro gruppo, segnerà il momento determinante in cui queste misure palliative vedranno dissolvere il loro effetto anestetizzante, mentre emergeranno brutalmente le conseguenze dello smembramento sistemico di questi ultimi anni. Riassumendo, il 2011 sarà segnato da una serie di shocks violenti, che faranno esplodere le false protezioni realizzate a partire dal 2008 e che  porteranno via ad uno ad uno “i pilastri" sui quali riposa da decenni “il muro del dollaro". Solo i paesi, le comunità, le organizzazioni e gli individui che da tre anni hanno realmente tratto una lezione dalla crisi in corso, al fine di allontanarsi il più rapidamente possibile dai modelli, dai valori e dai comportamenti pre-crisi, attraverseranno indenni quest’anno; gli altri saranno trascinati via nel flusso di difficoltà monetarie, finanziarie, economiche, sociali e politiche che il 2011 riserverà loro… Se il nostro gruppo ritiene che il 2011 sarà l’anno peggiore a partire dal 2006, data dell’inizio delle nostre pubblicazioni sulla crisi sistemica, è perché siamo all’incrocio di tre sentieri che portano tutti verso il caos mondiale. Mancata la cura di fondo delle cause della crisi, dal 2008 il mondo non ha fatto altro che rinculare per poter prendere la rincorsa e saltarvi meglio.

 Il primo sentiero che la crisi può prendere per generare il caos mondiale, è semplicemente uno shock violento ed imprevedibile. La rovina del sistema internazionale è ormai in uno stato così avanzato, che la sua coesione è alla mercé di catastrofi di qualsiasi portata… L’innalzamento dei prezzi delle materie prime (alimentari, energetici,…) ci ricorda il 2008.
 E’ infatti nel semestre che precedette il crollo di Lehman Brothers e di Wall Street che è situato l’ultimo episodio di forti aumenti dei prezzi delle materie prime. E le cause attuali sono quelle di prima: una fuga dagli assets finanziari e monetari in favore di sistemazioni "solide". Allora i grandi operatori fuggivano i crediti ipotecari e tutto ciò che dipendeva da essi, così come il dollaro US; oggi fuggono l’insieme dei valori finanziari, i T-bonds (C) ed altri debiti pubblici.

Occorre dunque aspettarsi, tra la Primavera e l’Autunno del 2011 l’esplosione della bolla quadrupla dei buoni del tesoro, dei debiti pubblici, dei bilanci bancari e del settore immobiliare [americano, cinese, britannico, spagnolo,… e commerciale]; tutto ciò avendo come sfondo una guerra monetaria esacerbata… il contesto mondiale, in particolare l’aumento dei prezzi degli alimentari e dell’energia, sfocerà d’ora in poi in radicali shocks politico-sociali. L’altra realtà rivelata dal caso tunisino, è l’impotenza ‘dei padrini’ francesi, italiani o americani di impedire il crollo di un regime-amico.

Questa impotenza dei principali attori geopolitici mondiali, è l’altro sentiero che la crisi può utilizzare per generare un caos mondiale nel 2011. In effetti, si possono classificare le principali potenze del G20 in due gruppi, tra i quali il solo punto in comune è che non riescono ad influenzare gli eventi in modo decisivo. Da un lato c’è l’ Occidente moribondo con, da una parte, gli Stati Uniti, per i quali il 2011 dimostrerà che la loro leadership è solo un romanzo, che tentano di congelare tutto il sistema internazionale nella configurazione esistente all’inizio degli anni 2000; e poi c’è l’Eurolandia, ‘sovrana’ in gestazione, che è concentrata soprattutto sul suo adattamento al nuovo ambiente e sul suo nuovo stato di entità geopolitica emergente, e che non ha dunque né la forza né la visione necessarie per pesare sugli eventi mondiali.

Dall’altro lato si trovano i paesi BRIC (con in particolare la Cina e la Russia, oltre Brasile ed India) che si dimostrano incapaci, per il momento, di prendere il controllo completo o parziale del sistema internazionale e la cui sola azione si limita a scalzare con discrezione ciò che resta delle fondamenta dell’ordine pre-crisi. Da ultimo, l’impotenza generalizzata a livello di Comunità internazionale rafforza non soltanto il rischio di shocks maggiori, ma anche il significato delle loro conseguenze. Il mondo del 2008 è stato sorpreso dallo shock violento della crisi, ma il sistema internazionale era paradossalmente meglio fornito per reagire, poiché organizzato intorno ad un leader incontestato.

Nel 2011 non sarà più così: non soltanto non c’è un leader incontestato, ma il sistema è esangue, come si è detto in precedenza. E la situazione è ancor più aggravata dal fatto che le società di molti paesi del pianeta sono sul bordo di un baratro, costituito dalla rottura sociale ed economica… La
Storia è di solito una ‘brava ragazza’. Dà spesso un colpo di avvertimento prima di spazzare via il passato. Questa volta essa lo ha dato nel 2008. Riteniamo che nel 2011 essa darà il colpo di ramazza [forse sarebbe più opportuno usare il termine “colpo di grazia”, nota di AlexFocus]. Solo gli attori che hanno compreso, anche in modo laborioso, anche in modo parziale, di doversi adattare alle nuove condizioni generate dalla crisi potrà resistere; per gli altri alla fine della strada c’é il caos.”[2]


I prodromi del crollo definitivo sono rappresentati dall’indebolimento e fallimento di grosse banche, dal crollo dei prezzi degli immobili, e dal crescente aumento del valore dell’oro e dell’argento. Nel 2008 le autorità, compreso Obama, non hanno creduto opportuno modificare il sistema finanziario, limitandosi a rimpinguarlo di denaro, che rappresentava altra povertà per i cittadini. Questo è stato un errore colossale, che avrà tragiche conseguenze, a danno di chi ha incassato.

Jason Hamlin
Molti hanno il sentore di quello che sta accadendo, ma i media cercheranno di dirottare le paure su altri “binari”: gli immigrati, il terrorismo, false pandemie, le beghe politiche che creano instabilità,
possibilità di catastrofi naturali, “crisi energetica”, creazione di nuove paure, debito pubblico, ecc.
Anche il presidente e fondatore di “Gold Stock Bull”, Jason Hamlin, è convinto che la crisi del 2008 è stata leggera rispetto a quella che accadrà a breve:

prevedo che assisteremo a una crisi finanziaria o valutaria nei prossimi due anni. Sarà molto più devastante del crollo finanziario del 2008/2009, mentre il mondo perderà la fiducia nel dollaro USA e nella capacità del governo di pagare il debito. Quanto lontano il raggiungimento di questo disastro sarà e quanto tempo il mondo resterà nel caos è difficile da prevedere, ma vedo la crisi futura come un'opportunità per liberarci di un sistema vecchio, rotto e completamente corrotto. Se siamo motivati, saggi e preparati, saremo in grado di inaugurare un nuovo e migliore sistema politico ed economico. Ogni crisi è davvero un'opportunità.”[3]


Dopo il crollo del 2008, hanno tentato di raggirarci raccontandoci che “il peggio è passato”, ma non è così: non si è mai usciti da quella crisi, perché si trattava semplicemente di un’avvisaglia. Dato che si è continuato a fare le stesse cose di prima, chiedendo addirittura montagne di denaro pubblico
per risanare le banche, le cose sono peggiorate.
Non basterà più cercare di finanziare le istituzioni bancarie sull’orlo del fallimento, e nemmeno si potrà ancora sperare di coprire le malefatte dei soliti noti.

Non si tratta affatto di catastrofismo ma di un annuncio di possibilità future assai positive. Il vecchio sistema finanziario, che si reggeva da tempo sugli equilibrismi dei politici, sulla propaganda e sulla stampa di miliardi e miliardi di pezzi di carta senza valore, è destinato a crollare.
Molti saranno presi dalla rabbia, alcuni capiranno gli intrallazzi della propaganda e apriranno gli occhi, altri ancora sprofonderanno nel panico e nel pessimismo. La “cintura di sicurezza” potrà essere la conoscenza delle cose come stanno, la consapevolezza della realtà, oltre gli aspetti
superficiali.

Ci saranno anche persone che cercheranno di salvare il “salvabile” facendo credere che si tratta soltanto di contrastare gli eccessi del sistema, e non il sistema. Queste persone continueranno a mistificare la realtà come si faceva in precedenza: nascondendo la povertà, i crimini, le ingiustizie e la morte per fame prodotti dal sistema attuale.
Il problema principale, dopo i crolli del 2008, è stato che soltanto poche persone si sono rese conto che bisognava pensare ad un altro modello finanziario, perché il vecchio non è accettabile né sostenibile. Molti non hanno messo in discussione il sistema, osservando i problemi come dovuti
a fattori che non sono riconducibili alle caratteristiche del sistema stesso.

Ma è evidente che non è così: le crisi (più o meno gravi) sono così ricorrenti, e i problemi prodotti sono così grossi (povertà, disoccupazione, ingiustizie, interventi armati, inganni, saccheggi, ecc.) che non si può credere, se si ha un minimo di ragionevolezza, che il sistema attuale sia da sostenere.
La verità, ampiamente documentabile e sotto gli occhi di tutti, è che l’attuale sistema finanziario non è nato all’interno di convenzioni sociali, ma per l’interesse di forze che hanno dominato a lungo, ma che ormai non riescono più a controllare quello che hanno creato.

Essendo nato per interessi di parte, l’attuale sistema è incapace di fronteggiare e risolvere problemi sociali, economici, politici, ecc., essendo sempre rivolto alla protezione di se stesso. Una delle esigenze è quella di tenere le persone passive e impotenti, e a questo scopo sono stati utilizzati molti settori: religioni, sistema politico, ideologie, ecc. Ma oggi le persone si trovano in una situazione in cui il vecchio gruppo di potere è incapace di portare avanti le cose, e quindi si aprono scenari di libertà e autonomia mai avuti prima.

La domanda è: i cittadini sono in grado di gestire le nuove possibilità di libertà e di indipendenza?

Ovvero, sono in grado di elaborare da se stessi nuovi sistemi finanziari ed economici?

Il problema vero è legato a queste domande, e non al crollo del vecchio sistema, che prima o poi deve crollare.
Una cosa è capire razionalmente ciò che sta accadendo, un’altra è essere in grado emotivamente di acquisire un ruolo attivo e indipendente mai avuto prima.

Non è facile.

Per questo motivo, in molte occasioni abbiamo detto che la cosa più importante è diventare coscienti della realtà e di sé stessi,
portando questa consapevolezza verso una maturità emotiva, affinché si possa diventare “liberi dentro” prima che “fuori”.

D’altra parte, come si può realizzare qualcosa che prima non si è pensato o creduto possibile?
Qualcosa che non si è mai pianificato o progettato?
Persino un oggetto materiale come una sedia ha bisogno di essere pensato per essere prodotto.
Esistono già nel mondo diversi luoghi in cui si sta sperimentando una moneta del popolo, e il fenomeno è destinato ad espandersi.
Per capire bene la realtà attuale occorre ignorare quello che dicono le autorità corrotte e i media di massa, e fidarsi di se stessi, cercando di analizzare le cose col proprio cervello e intuito.

Paul Krugman: vi prego di stare attenti a ciò di cui vi sto avvisando…
Occorre, a nostro avviso, parlare di “grave crisi della fiducia”, usando le parole dell’economista Paul Krugman. Infatti, i paesi più colpiti dalla furia degli affaristi-banchieri (Argentina, Albania, Irlanda, Grecia, ecc.) sono quelli in cui i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzioni, potendo
capire l’iniquità e la corruzione.
Occorre anche dire che i paesi in grave situazione finanziaria non sono soltanto quelli citati dai media, in quanto anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno gravi disavanzi finanziari, che sono paragonabili al deficit dell'Irlanda. Negli Stati Uniti, ormai circa sessanta milioni di persone ricevono buoni per i prodotti alimentari, non hanno lavoro, una casa, e non sanno come sopravvivere. Si tratta di una massa di cittadini inferociti, molti dei quali, soltanto pochi anni fa, avevano una situazione economica dignitosa.

Ciò nonostante, gli USA e la Gran Bretagna non sono stati colpiti ancora con ulteriore indebitamento o recessione da parte delle agenzie di rating.
Evidentemente, il gruppo di potere ha ritenuto opportuno colpire prima i paesi più “ribelli”, ovvero quelli in cui la fiducia nel sistema è scarsa o nulla.
Come hanno reagito gli spietati banchieri alla maggior consapevolezza dei cittadini di alcuni paesi? Hanno imposto (tramite il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale) altri prestiti e “ristrutturazioni”, che avrebbero dovuto aumentare il loro potere, ma è avvenuto il contrario: i
cittadini hanno capito ancora meglio le cose come stavano, e in alcuni casi hanno modificato il sistema (es: in Argentina), in altri continuano a protestare (Grecia, Albania, Irlanda, ecc.).

In poche parole, hanno fatto in modo che si abbassassero i salari e si alzasse il debito, con tutto quello che ne è derivato. Le proteste dilagano, e il gruppo di potere non potrà certo continuare ad applicare le stesse “soluzioni” del passato: in tutti i casi si troverà indebolito o sconfitto.

Jean Claude Junker:
"Che c’è, non è chiaro? Vi stiamo mettendo le mani in tasca!"
Giulio Tremonti, "Ragazzi, è l’ora di svegliarsi! Va beh, dormite, se no come continuiamo a fregarvi…?

La verità è che anche i fantocci degli affaristi-banchieri non sanno più che pesci pigliare. Il Belgio e l’Italia sono due paesi a cui è stato imposto un debito che continua ad aumentare in modo spropositato: ecco che allora il primo ministro del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, e Giulio Tremonti, nostro ministro delle finanze, a dicembre scorso, si sono riuniti per proporre la creazione di "E-bond", prodotti finanziari che sarebbero emessi da un'agenzia del debito europeo per volere delle autorità dei singoli paesi europei. Vorrebbero proporre questi titoli con la garanzia dall'Unione
Europea, per evitare il crollo delle economie in difficoltà, per contrastare il calo di fiducia dei cittadini, e l’impoverimento.

L’iniziativa è stata criticata soltanto dai funzionari tedeschi, ma la critica è stata rivolta all’intento di
creare un'Europa in cui alcuni paesi “aiutano” altri. In realtà, se si approfondisce, si scopre che non è tanto il voler “aiutare” chi è in difficoltà, ma il cercare di tenere in piedi un sistema ormai privo di basi. A pagare saranno sempre i cittadini.
Anche le strategie europee dette “Patto di stabilità”, sono sempre dettare dalla disperazione di chi vede sempre più debole una realtà secolare che già dall’inizio non aveva alcun senso d’esistere, ma che l’inconsapevolezza e la deresponsabilizzazione delle popolazioni hanno tenuto in piedi. Ma oggi la fiducia è a zero. La rabbia popolare è altissima, in Occidente come altrove.

Quello che si presenterà (secondo alcuni analisti a partire dalla primavera prossima o comunque nei prossimi due-tre anni), sarà uno scenario che potrà permettere alle persone di riprendere il proprio potere e di autoresponsabilizzarsi.
Qualcuno potrebbe pensare che la crisi della finanza mondiale possa essere qualcosa di negativo. Non lo è, poiché essa non era favorevole alle persone ma a servizio del sistema stesso e di pochi privilegiati.

Qualcuno potrebbe allarmarsi e chiedersi: “E adesso? Cosa accadrà? A chi dobbiamo affidarci?

Non bisogna preoccuparsi, e non bisogna cercare nel passato un modo per determinare il futuro. Si dovrà semplicemente elaborare un nuovo modo di gestire la finanza, e questo modo dovrà tenere in considerazione che il denaro non è un mezzo di potere ma soltanto una convenzione utile agli
scambi e allo sviluppo. Dunque, non ci saranno più i costi di un modello centrato sul potere di pochi, ma si punterà allo sviluppo economico, al miglioramento dei servizi pubblici e al benessere per tutti.

Le persone consapevoli della realtà dovrebbero contrastare l’ansia, la paura e la preoccupazione.
In fondo, si può anche mettere tutto sul ridere: pagliacci che si spacciavano per presidenti, guerrafondai della peggior specie che volevano esser creduti filantropi, e un sistema finanziario basato sul nulla.

Cosa c’è di serio in tutto questo? Il crollo della farsa non può che produrre vantaggi.

Quando il sistema crollerà, non ci saranno più i costi altissimi dovuti al potere degli affaristi-banchieri: gli altissimi costi per armamenti, guerre, mafia, massoneria, repressioni, politica-spettacolo, speculazioni, corruzione, servizi segreti, ecc.
Non bisogna temere il crollo, perché esso permette il cambiamento. Un cambiamento necessario e positivo per tutti.

Nota di AlexFocus: non credo che tale cambiamento sia incruento, ci genereranno rivolte e saranno sanguinose, anche se spero di sbagliarmi…



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