lunedì 30 gennaio 2012

Totò, principe de Curtis

Napoli, 30/01/2012



Non farò un panegirico per commemorare un gerontocrate bigotto, corrotto e vigliacco: i tre aggettivi non sono casuali ma affondano in tre episodi della sua dis-onorata esistenza.
Il primo, risalente agli anni giovanili (1950) quando in un ristorante schiaffeggiò una signora perché, secondo lui, scollacciata, quindi fu prima sfidato a duello dal padre e dal marito di lei (entrambi ufficiali dell’aeronautica) ma non si presentò e fu amnistiato tre anni dopo (per effetto del DPR 922/53) dalla querela intentatagli, per poi essere definitivamente bollato da Totò (principe de Curtis) come “bigotto codardo” sulle pagine dell’Avanti!. (si veda a tale proposito l'ampia carrellata sull’azione politica ed umana dello Scalfaro, da parte del prof. Pietro Melis al link http://pietromelis.blogspot.com/2012/01/scalfaro-fu-il-peggiore-ma-dopo.html )

Moro rapito dalle cosiddette "Brigate Rosse"
 Nel 1977 fu tra i firmatari, insieme a Mariotto Segni, Severino Citaristi, Giuseppe Zamberletti, Bartolo Ciccardini ed un altro centinaio di esponenti democristiani, di un documento con il quale si chiedeva al partito di abbandonare la linea politica portata avanti dal segretario Benigno Zaccagnini e di chiudere, contrariamente alla linea intrapresa (e che andava in direzione del cosiddetto "compromesso storico"), qualsiasi apertura nei confronti del Partito Comunista Italiano; i "Cento", come furono chiamati dalla stampa, diedero vita alla corrente "Proposta", che intendeva "garantire ai suoi aderenti di essere rappresentati negli organi del partito e del governo". Quindi la sua linea era contraria a quella di Aldo Moro, infatti non disse una parola per salvare il “compagno di partito” dalla sua sorte quando questi fu rapito dall sedicenti “Brigate Rosse” (che stavano facendo un “favore” ai delinquenti euro atlantici i quali avevano minacciato di morte Moro, attraverso Henry Kissinger, per le sue aperture a "sinistra").

intasca mazzette



Inoltre fu ministro degli interni dall'83 all'87 nei due governi Craxi: in quel periodo percepiva circa 100 milioni al mese dal servizio segreto civile come finanziamento in nero per il partito DC ma di tale somma sicuramente intascava una buona parte. Poi, durante il suo settennato (il 3 novembre 1993) da presidentucolo della repubblichetta delle banane, a reti unificate pronunciò il famoso “Non ci sto!” relativamente all’arresto di Riccardo Malpica, l’ex potente direttore dei servizi segreti del Sisde. Non diede mai spiegazioni sui soldi che aveva ricevuto non si sa a quale titolo, soldi nostri.
soldi rubati
Ed io gli dovrei tributare rispettoso commiato? Ma fatemi il piacere…


Alex Focus

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