domenica 8 aprile 2018
Napoli, 08/04/2018

Quanto segue è la trascrizione che ho fatto (con qualche aggiunta / correzione rispetto ai sottotitoli originali) di un’intervista fatta dal validissimo blogger Claudio Messora all’economista “controcorrente” Alberto Bagnai, circa un mese fa eletto come senatore nella Lega.

Una cosa che mi ha colpito è stata l’evocazione di un cambio di paradigma mondiale, con masse (in modo lento ma progressivo) crescenti di persone che dicono “no!” al sistema oppressivo del capitalismo banco-finanziario che ci vorrebbe tutti schiavi a costo zero, a cui è sottratta ogni proprietà privata, robot a cui è sottratto pure il libero pensiero. E l’intenzione forte, esplicita, inequivocabile di riprendere la sovranità popolare, senza sconti per nessuno..

Forse lo scritto è lungo per la maggior parte dei soggetti “passivi” del mondo ma chi interessato ad un punto di vista non comune, troverà pane per i suoi denti…

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Abbiamo davvero esagerato

[libera trascrizione del video, che si può vedere all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=ylH7fT5BAPw , a cura del sottoscritto AlexFocus, alias Alessandro d’Esposito, e le mie personali note sono indicate, tra parentesi quadre, con la sigla n.d.A.]

Intervista video di Alberto Bagnai a Byoblu, con Claudio Messora [web master di Byoblu, un ottimo e seguitissimo diario elettronico di cultura alternativa, perciò molto osteggiato dal sistema. n.d.A.]


Claudio Messora: Ti tringrazio di essere qui con noi, di nuovo. Ma cosa è cambiato recentemente?


Alberto Bagnai: « Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles », [traduzione (Dio, il caso, la giustizia) ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, n.d.A.]

Voglio rimarcare, per prima cosa, che l’ultima volta che ci siamo visti (quando sei venuto a trovarmi) io ero un intellettuale di sinistra ed ora, che sono venuto io da te, mi sono presentato con la Lega (cioè un cosiddetto partito di DX): e questo sembra quasi una nemesi, ma perché è avvenuto? Secondo me per i seguenti motivi:

1)     per la proposta economica [ricordo che Bagnai, oltre che docente di Economica Politica all’università G. d’Annunzio di Pescara, è il web master di Goofynomics, all’indirizzo http://goofynomics.blogspot.com/ uno di più seguiti diari elettronici di economia e finanza in Italia, inoltre è autore del libro “Il tramonto dell'euro. Come e perché la fine della moneta unica salverebbe democrazia e benessere in Europa”, ed. Imprimatur, 2013]

2)     è ormai evidente che, per una sorta di sado-masochismo socio-politico, la sinistra tutta si divide in volenterosi carnefici del capitale finanziario (cioè la sinistra di governo) e di utili idioti (come “Potere al Papero” oppure “Liberi e Belli”)

Anche non essendo pregiudizialmente ostili alla finanza, ad esempio parlando con Valerio Malvezzi (persona estremamente brillante [professore di comunicazione finanziaria all’università di Pavia, cofondatore di “Win the Bank”, la cui intervista”l’euro è una sciagura”  si può vedere al seguente indirizzo  https://www.youtube.com/watch?v=5yUUAlRx1Zk ]) ho rilevato che io e lui siamo stalkerati da persone che ripetono che “la moneta è lo sterco del demonio”, cioè farneticazioni tra s. Bernardino da Siena e l’ospedale psichiatrico, noi siamo una moderna economia capitalistica dove la finanza deve svolgere una funzione, ma si deve ammettere che (da quando la sinistra è al potere un po’ ovunque nel mondo, ed esempio andando indietro fino a Bill Clinton) la finanza è diventata ipertrofica, anzi una neoplasia [cioè un cancro, n.d.A.] di cui tener conto con correttivi come, ad es., la separazione tra banche d’affari [o speculative, quelle che giocano in Borsa, insomma, e che finora si sono rivalse delle loro perdite a Piazza Affari sui correntisti, con la devastante regola europoide del bail-in, che salva le banche e perde il popolo, n.d.A.] e banche commerciali [che devono fare solo raccolta, detenzione e distribuzione di danaro, n.d.A.].

3)     Ma il motivo più profondo è quello valoriale: la crisi dei migranti ha messo in evidenza la natura profondamente ipocrita, elitaria e disumana della SN. E con il tema connesso della sicurezza, essi hanno perso anche il secondo dei grandi temi tipici della sinistra, banalizzando, che interessano il popolo e non le èlites, cioè la dignità umana: lo hanno calpestato, lo hanno travisato, sotto forma di battaglie insensate ed hanno dato anche dei messaggi molto pericolosi. Io ricorderò sempre la dichiarazione della terza carica dello stato [la presidenta della Camera dei Deputati, cioè Laura Boldrini, n.d.A.] secondo cui i migranti sarebbero stati “l’avanguardia del nostro stile di vita[sic!]

Leggendo Michea [profeta biblico, n.d.A.], come probabilmente dico ogni volta che ti incontro ed in ogni intervista che mi fai, mi sono reso conto che questo anelito verso una società nomade, fatta di individui totalmente scissi da qualsiasi radice culturale, territoriale, familiare è esattamente il tipo di società che piace al capitalismo più incontrollato.

E questo perché è quella società in cui le persone diventano “fattore-lavoro”, cioè si realizza così proprio il culmine di quello che Karl Marx chiamava “l’alienazione”.

Ora, il fatto è che abbiamo di fronte una sinistra che NON ha letto Marx, ma anche che NON ha letto, che so, Max Weber, ma NON ha letto manco Antonio Gramsci!

E da cosa si vede che non ha letto Gramsci?

Dal fatto che, quando si arriva al tema più specifico, per esempio (sul quale vengo sempre sollecitato, anche se forse non è nemmeno il più importante) dell’EURO, loro ti dicono esattamente quel che ti dicono certi giornalisti col master (che poi, magari, non avevano nemmeno il master) che scrivono sui giornali NON dei lavoratori, ma dei padroni.

Sai, se uno di sinistra si adegua pedissequamente alla vulgata dei giornali dei padroni, dopo tutto quello che mi ha detto Gramsci, insomma, più o meno un secolo fa, e che poi i fatti hanno confermato, beh!, tu devi pensare che, a questo punto, non puoi andare in quello schieramento e, quindi, ovviamente non ho voluto (diciamo) perdere con loro una battaglia che gli avevo chiesto di vincere con me.

Ed ho, quindi, aderito convintamente ad uno schieramento dal quale mi sentivo rappresentato e che aveva una proposta la quale avevo indirettamente contribuito a strutturare e che mi sembra possa essere risolutiva per far fare un passo avanti al nostro Paese.

E questo è il motivo per cui l’ultima volta che ci siamo visti ero un intellettuale di sinistra e questa volta sono un politico di destra.

Per mettermi al servizio del Paese ed anche al servizio tuo, tant’è vero che questa volta sono venuto io da te.


Messora: se il buongiorno si vede dal mattino, se tanto mi dà tanto… volevo fari una domanda, Alberto: di tanti anni di lotta, di battaglia, di controinformazione, tanti anni di picchiare la testa – duro – per cercare di far capire a gente che non voleva capire che, probabilmente, le cose non stavano così come cercavano di farle passare su tutti i giornali, su tutte le televisioni, adesso – improvvisamente – una nuova veste, la possibilità di andare ad incidere – poco o tanto, vedremo, dipenderà anche dallo spazio che ti sarà concesso – là dove magari qualcosa si può davvero fare, no? Innanzitutto come stai vivendo questo salto? E Poi la stessa domanda che ho fatto a Claudio Borghi Aquilini [attualmente responsabile economico della Lega. N.d.A.] l’altro giorno: cosa ti aspetti che possa succedere da qui a poco o da qui a tanto?


Bagnai: il salto lo sto vivendo con grande naturalezza, credo che si veda. Per esempio tutti – durante la campagna elettorale – i miei elettori (che sono appunto 20 come quelli di Manzoni, insomma non ancora perché mi dovete dare qualche secolo, ma insomma) i miei lettori molto dentro il mio blog, molto – sempre direi – solleciti, materni, mi scrivevano per dirmi: “Ah, ma mangi, ma dormi, ma ti copri, ma non prendi freddo?” durante la campagna elettorale.. Non si rendevano conto che io ho fatto sette anni di campagna elettorale, cioè sono sette anni che, ogni giorno sono in una città diversa, che ogni giorno affronto un dibattito, che ogni giorno incontro interlocutori o subisco gli attacchi infamanti e distorti di una stampa corrotta e partigiana.

Cioè, ormai ci ho fatto il callo, non è questo il punto. Sono cambiate in positivo die cose: una subito ed una – diciamo – sta cambiando e cambierà. Innanzitutto è che io prima, quando uscivo dai miei .. dibattiti, dai miei interventi, che erano interventi didattici, ma anche politici – ovviamente – uscivo sempre con un senso di vuoto, di profonda spossatezza.

Era una cosa che mi esauriva fisicamente, mentre in campagna facendo comizi al cosiddetto “popolo” (quello che, secondo i soloni della comunicazione politica, non avrebbe mai capito che cosa gli dicevo) io uscivo da ognuno di questi comizi più carico perché vedevo che loro, invece, capivano. Cosa?

Intanto capivano il mio amore per il Paese ed il fatto che io profondamente credo che questo Paese sia degno di essere amato. E questa è una cosa non banale, perché su questo c’è una risposta immediata. E questo perché?

Perché, come ho cercato di spiegare con, diciamo, “mixed results” – direbbe un economista – ieri in una conferenza stampa a Pescara alla stampa che era lì, ma naturalmente parlando un po’ a tutta la stampa, il problema fondamentale del messaggio di Matteo Salvini “Prima l’Italia”, che è un problema di - diciamo – puro buon senso, nel senso che ogni padre di famiglia pensa prima alla sua famiglia, ogni governante dovrebbe pensare prima ai propri governati.

Questo messaggio diventa molto difficile da attuare in Italia per un problema banale, perché gli italiani hanno di se un’immagine distorta come un popolo che non merita nulla, tanto meno merita di essere amato e difeso, e questo messaggio distorto è stato – quando non originato – spesso veicolato e spesso (direi sempre) amplificato dalla stampa. La quale ha risposto a logiche se non – diciamo – dipendenti, quanto meno condizionate da interessi disfunzionali a quelli del Paese.

Questo, purtroppo, è un dato di fatto col quale ci dobbiamo serenamente confrontare. Quindi, una delle prime cose che mi aspetto cambi “pro bono pacis”, nell’interesse di tutti, è il rapporto della stampa. Non con me: al rapporto con me ci penso io, ed infatti sto provvedendo nelle sedi opportune nei casi patologici, ma nei casi fisiologici – cioè – occorre che la stampa ci faccia la cortesia di non sputare nel Paese dal quale trae il proprio sostentamento. Ed io credo che lo farà perchè – come giustamente notava Steve Bannon qualche giorno fa – quella che si chiama l’ondata populista è semplicemente il riappropriarsi da parte delle collettività del senso della propria dignità, fondamentalmente. Perché l’esistenza libera e dignitosa è una cosa che è scritta nella Costituzione, quindi potete dire che è fascista, il che significa che i partigiani erano fascisti – insomma – cioè basta con queste storie idiote. Ecco, questo riappropriarsi da parte delle collettività del senso della propria dignità è un processo, secondo me, secondo Bannon (e sono d’accordo con lui) globale cioè è un grande contraccolpo verso chi in un trentennio ci ha proposto questo cosmopolitismo così assolutamente orientato – appunto – a distruggere l’appartenenza di ciò che è strettamente funzionale agli interessi di chi vede nelle persone solo dei lavoratori, degli automi [o delle scimmie ammaestrate, aggiungerei io, n.d.A.].


Messora: Ecco , ma sbaglio o – insomma – quello che mi deriva da questa piccola esperienza che sto conducendo ormai da dieci anni …

 
Bagnai: [quasi sottovoce, n.d.A.] Beh, piccola… falso modesto!

 
Messora: … è che ho vissuto, insomma, come informatore – diciamo – libero sia la fase del centrodestra, quella di Silvio Berlusconi, sia la fase di tutto il centrosinistra e di Governi tecnici comunque emanati e supportati dal centro sinistra, fase che poi è culminata nella cosiddetta campagna contro le fake news, quando tutta l’area progressista mondiale si è sentita minacciata – no? – dalla elezione di Donald  Trump [ricordo che contro di lui erano coalizzati in modo quasi incestuoso democrats e liberal e tutta la stampa, in modo compatto, n.d.A.], Brexit, referendum costituzionale in Italia, con una violenza ed una ferocia inaudita. O credo che – chiaramente,  per essere realisti, Alberto – non c’è un Governo, credo, nel mondo che sia felice di essere criticato e che poi dia seguito veramente appieno al significato ed al senso della parola “stampa libera”, etc. Però,


Bagnai: No!… Ora abbiamo esagerato!

 
Messora: … io credo che abbiamo davvero esagerato, cioè che arriviamo da un governo di centro-sinistra, questo lo è, che ha portato all’ennesima potenza questo concetto e sta creando veramente dei gulag intellettuali. Possiamo aspettarci che, con un’eventuale governo di centro-destra – se adesso dovessimo andare in questa direzione, dati anche i risultati delle elezioni – per lo meno si torni ad un sano momento di censura un po’ del “tana liberi tutti”, dove ognuno censura chi vuole, ma alla fine tutti sono liberi di dire quel che vogliono, ecco!

 
Bagnai: dunque… io, prima di rivestire un ruolo istituzionale, me la cavavo con una battuta come questa:  non ho nulla contro il pensiero unico, purchè sia il mio”. [risate, n.d.A.] Quindi ora – diciamo così – mettendo a rischio la mia carriera politica, potrei dirti che “non ho nulla contro i gulag, purchè ci finiscano gli altri[risate più meste, n.d.A.]. La verità è che ho aderito ad un movimento conservatore anche perché, nella mia esperienza di persona che faceva divulgazione, ho costatato, all’inizio con sorpresa e poi con profondo rammarico, che nello schieramento di destra – d’accordo? – c’era più libertà intellettuale che in quello di sinistra.

Questo mi ha ferito nel profondo perché – diciamo – la caratteristica del fascismo storico che mia madre mi tramandava attraverso l’esperienza di suo padre e della sua famiglia (l’altro nonno era di quelli che dicevano di non essere né fascisti né comunisti, quelli che parlano così in genere sono fascisti, ma insomma non entro in questa polemica…) ma il nonno materno, soprattutto, quello che lei metteva avanti come carattere distintivo era il fatto che il fascismo soffocava la libertà di pensiero.

Trovare questa cosa a sinistra per me è stato uno shock antropologico enorme!  E vorrei anche ripercorrere le tappe di questo cammino, cioè vorrei far presente che, però , si può dire di no. Io ho aperto il blog perché ”lavoce.info” ha rifiutato il mio articolo “I salvataggi che non ci salveranno”, che è tuttora il primo articolo del blog, pubblicato il giorno … era dire no!

Dire no  ad un sistema di potere che peraltro – diciamo così – se si può usare un eufemismo – non è del tutto alieno dalle commissioni che gestiscono i concorsi nelle quali … dai quali io devo passare, tanto per dirne una brutalmente, oltre ad avere … a non essere del tutto alieno dalla scritture delle regole o la riscrittura delle regole di questi stessi concorsi. Quindi era un atto di disperazione, più che un atto di coraggio, però è stato un no. No si può dire, va bene?

Il secondo passo è stato veramente questa cosa della … terza carica dello Stato. Cioè la battaglia contro le fake news che abbiamo visto essere totalmente pretestuosa perché poi… esiste un problema di digital divide, cioè le fake news vengono diffuse prevalentemente in rete ed in rete ci sta pochissima gente ed una ricerca di una prestigiosa università ha dimostrato che una percentuale infima dell’elettorato viene raggiunta. La percentuale a una cifra, non mi ricordo se …


Messora: … Oxford University, The Reuters Institute. Le fake news raggiungono in media l’1% della sola popolazione online, quindi in Italia lo 0,5% della popolazione totale


Bagnai: Poi, peraltro, - voglio dire – chiamiamole fake news, si chiamano propaganda! Cioè la propaganda si può fare, d’accordo.

 
Messora: Ma poi, tra l’altro, scusa, ti aggiungo questo dato: di quel 0,5% della popolazione italiana che entra in contatto con le fake news, la maggior parte – diciamo il 50/60% - visita anche “il Corriere” e “Repubblica”.


Bagnai: Esatto…


Messora: Per cui questo non significa che si facciano catturare dalla retorica della fake news, laddove sia definibile come tale. Entrano in contatto, così come si entra in contatto con tante cose tutti i giorni.


Bagnai: Però io vorrei essere molto sintetico: “lavoce.info” cercò di censurarmi ed adesso io ho un blog più importante del suo. La Boldrini – sostanzialmente – ha cercato di censurarmi, non me ad personam, ma l’informazione libera e, adesso, io sto in un partito più importante del suo. Chi vuole tentare il prossimo passo, si accomodi, ma sappia che perderà!  E lo dico con una grande serenità perchè non è che Bagnai sia Superman , semplicemente ho imparato a dire no e vedo che la gente è stanca, quindi premia chi dice no.

E questo è un messaggio che dobbiamo portare anche in Europa perché qui il punto fondamentale è che l’Italia deve cominciare a dire no!  Io sono l’esempio – nel piccolo, nel piccolissimo, nell’infimo, nell’umile – che dire no porta a dei risultati (ho detto no e sono diventato senatore), d’accordo? Allora diciamo che l’Italia dicendo no in Europa, secondo me, può ottenere qualcosa, può guidare questo strano progetto politico verso un futuro migliore. Di questo sono profondamente convinto anche perché …


Messora: anche perché c’è una “High Committee” per le fake news in Europa e ci sono anche dei nostri membri italiani e tu hai sottolineato su Twitter poco fa quali sono.

 
Bagnai: Sì, è abbastanza interessante osservare che il tema delle fake news, cioè questa cosa del contrasto alla propaganda che poi era semplicemente un pretesto per imbavagliare i blogger indipendenti come me e come te, insomma, questo si è capito benissimo, no? E poi trasformare la critica ad un progetto politico come è  l’Unione Europea – che è un progetto politico, quindi può essere criticato, non è un dogma di fede – per trasformare la critica in un reato di opinione.

Queste sono le finalità.

È abbastanza interessante osservare che a noi è stato proposta un’immagine di stampa mainstream composta da professionisti (a me viene abbastanza da ridere, nell’usare questo termine) … professionisti che, perché loro sono,  lo sanno, perché loro verificano. Io  in diverse occasioni nel mio blog ho mostrato che loro non verificano un accidenti di nulla ed, in un caso, ho costretto un giornalone molto  importante a rettificare un titolo sbagliato, dato addirittura in prima pagina (tutto questo è agli atti).

Ovviamente non gli sono molto simpatico, ma noi non dobbiamo esserci simpatici, dobbiamo avere una dialettica ma questa dialettica, però, è opportuno che tenga conto di un fatto fondamentale: i rapporti di forza sono cambiati e cambieranno ancora di più. Quindi, serenamente, teniamone conto. Dopodiché è interessante osservare che in questo high level committee di persone  che sono tanto bravi professionisti perché verificano le immagini e le informazioni, c’è un giornalista italiano – Gianni Riotta – che ieri ha rilanciato su Twitter la fake news secondo la quale al sud ci sarebbe stato un assalto ai CAAF da parte di elettori dei 5 stelle che volevano subito il reddito di cittadinanza…

A parte il fatto che questa notizia era palesemente falsa, vorrei anche sottolineare il dato insultante, razzista perché significa prendere le popolazioni del sud Italia che hanno sofferto della crisi più delle altre – perché la crisi, per una serie di motivi di cui ho largamente parlato, ha ampliato il divario tra Nord e Sud – prenderli per dei deficienti e questo - diciamo così – forse un giornalista, prima di prender per deficienti gli elettori della parte avversa a lui, nonché un intero segmento di popolazione del suo Paese, se lui ritiene che quello sia il suo Paese – perché il vero problema poi è questo – dovrebbe esercitare un minimo di cautela. Non erano loro i professionisti che verificavano le notizie? Ecco, magari su questo – dopo tutti i famosi snodi tecnici, la prima riunione del 23, nomina il Presidente, nomina le Commissioni, nomina i Presidenti di Commissioni, nomina la Giunta, le consultazioni, il Governo, il mica Governo… - può darsi si calendarizzino i lavori, Bagnai impara a fare il suo lavoro: io su questo un’interrogazione la farei.

Perché desidero capire, desidero capire come noi posiamo relazionarci con un’entità sovranazionale che pretende di aver il controllo sulla qualità della nostra informazione con esperti di questo tipo, chi li ha nominati, attraverso quale procedura. Cioè qui c’è da capire qualcosa perché quello che è successo è estremamente grave. Un errore lo possono fare tutti, anche io da professore alla lavagna, non so nelle mie formule, magari meno per meno invece di fare più, miracolosamente fa meno. Poi, o lo studente alza il ditino, però qui stiamo parlando di una cosa che è scritta col gesso sulla lavagna, si cancella e si va avanti, non stiamo parlando di insultare metà della popolazione italiana sulla base di una cosa che era visibilmente falsa.      


Messora: Sì, perché va bene poi chiaramente fare una battaglia sull’euro, spiegare l’economia, spiegare i trattati, spiegare la democrazia e tutto quello che ne consegue, però se poi tutte queste situazioni hanno una pre-condizione di base, che è l’informazione. Se poi alla fine tutto viene distorto, manipolato, presentato in piatti precotti, secondo i dogmi del pensiero unico, tutto il lavoro che poi viene fatto sopra diventa quasi inutile o molto difficile. 


Bagnai: Mah, è anche interessante osservare che – diciamo – gli appartenenti a questo establishment dell’informazione sono quelli che, in più circostanze, mi hanno diffamato dicendo che diffondevo dati falsi. Questo quando – diciamo – alludevo alla patologia, in realtà poi io normalmente nei miei post do le fonti per cui una persona minimamente alfabetizzata va lì, clicca, si scarica il file excel e si rifà i conti – se vuole, no?

Cosa che in nessuna testata giornalistica online mai avviene.

Perché, attenzione, è molto interessante questo: i giornali vengono citati come fonte autorevole che verifica a sua volta le fonti, però ogni volta che loro devono parlarti di quello che ha detto l’Unione Europea sarebbe banale mettere un link – no? – al testo del comunicato stampa. Tu l’hai visto mai?

Mai! Mentre noi nei nostri blog, ogni volta, mettiamo i link alle fonti primarie. Loro si propongono come fonte secondaria che non può essere discussa e noi, invece, criticamente forniamo le fonti primarie. E già questo la dice lunga sul tipo di lavoro che fanno loro in confronto col tipo di lavoro che facciamo noi. E siccome quelle che facciamo noi – secondo me – è migliore, il mercato, in senso lato, lo premierà.


Messora: Quindi, forse, anche l’ordine dei giornalisti dovrebbe tenere conto di queste evoluzioni della società nel 2018…


Bagnai: Diciamo, l’ordine dei giornalisti tiene conto del fatto – importantissimo, per carità! – rilevante, cruciale per gli equilibri socio-economici del Paese che, nella gazzetta X della provincia Y è stata violata la privacy del minore Z perché magari … cioè questi sono i problemi di cui si occupa. Cioè il fatto che primarie fonti di informazione  abbiano avvelenato i pozzi della democrazia fornendo dati statistici falsi, tutto questo a loro giornalisti non interessa. E se le cose stanno così, a me personalmente, come cittadino ed anche come rappresentante del popolo italiano, non interessa l’opinione dell’ordine dei giornalisti.

Perché se dev’esserci il far west, far west sia, ma allora voi a che cosa servite? Peraltro va ricordato, io non ho capito esattamente perché si è dimesso il precedente presidente dell’ordine dei giornalisti. C’era stato il caso di una fake news, lui aveva preso – non so se ricordi – insomma quella su cui c’era di mezzo la solita polemica con i grillini (non entro nei dettagli). Lui aveva preso una posizione molto accesa quando la fake news era stata smascherata dicendo che “Dimo, famo, qua e là”, poi, invece, non so, ha preferito fare altro. I problemi possono essere tantissimi: ha avuto altro da fare, era stanco, non sia mai un problema di salute come ne ho in questo momento anche io, cioè ci sono mille cose che possono succedere nella vita, no? Magari uno deve farsi un intervento  e lascia perdere però il punto rimane: se l’ordine dei giornalisti vuole avere un senso, deve entrare lui nel merito della qualità dell’informazione ma della qualità fattuale.

Cioè non si può continuare banalmente a dire che negli anni ’90 l’inflazione era a due cifre finchè non siamo entrati nell’Euro senza che ci sia almeno una censura verso l’organo di stampa che pubblica questa notizia senza verificarla. É una cosa di una gravità inaudita! Mi rendo conto che questo non viene capito e sarà nostro compito farlo capire.  


Messora: Va bene, Alberto, dopo questa elezione e questi risultati, credi che siamo un pelino più vicino all’uscita dall’euro?


Bagnai: Credo che siamo un pelino più vicini all’uscita dall’euro col risultato delle elezioni tedesche. Cioè va chiarito in modo molto sereno e molto pacato che nessuno ha mai pensato di fare la guerra al mondo – d’accordo? – come Italia. Fino dal 2013 noi abbiamo sempre detto con Claudio Borghi (prima ancora di essere entrati in Lega, lui a ruota e già nel 2013 per la campagna poi del 2014 alle europee ed io il 23 gennaio di quest’anno) abbiamo sempre detto che secondo noi la soluzione ottimale era uno smantellamento concordato. A quell’epoca eravamo visti come dei pazzi, però poiché la Germania veniva vista come il vincitore che non avrebbe mai permesso che il giocattolo che la faceva vincere venisse smantellato. E questo lo dicevano anche gli euristi convinti, i quali così confessavano di star lavorando per il nemico, ma insomma tralasciamo questi aspetti, “Nemico” tra virgolette – ovviamente- la Germania è un nostro concorrente commerciale. Va beh, adesso vediamo che non è così, cioè un progetto irrazionale ha solo perdenti.   

Vediamo che in Germania la disoccupazione diminuisce sì, perché aumenta (anche lì) il precariato, attraverso le “riforme Hartz” aumenta la disuguaglianza, aumenta la povertà, Sappiamo di un rapporto sulla povertà censurato dal governo tedesco.

Non sappiamo – perché non è arrivato sulla stampa italiana – di un rapporto sul divario tra est ed ovest, pure quello censurato dal governo tedesco che lo aveva chiesto, Quindi lì le cose non vanno bene, infatti l’est - che era la parte comunista – stranamente vota compattamente a destra venendo additato addirittura come nazista poi – no? – nella stampa internazionale, perché è questo che la stampa internazionale ci riserva.

Io penso che l’euro sia stato messo su in un memento in cui qui intorno era tutto socialismo – d’accordo? – da persone che lo dicevano, erano perfettamente consapevoli del fatto che l’euro era un progetto neoliberale, ma con la spocchia, veramente presunzione viscida, abietta – diciamo – dell’intellettuale di sinistra pensavano di essere loro i buoni e che, quindi, avrebbero domato questa bestia.

Credo che invece sarà un centro-destra – adesso, ovviamente, è tutta destra intorno a noi come avevo previsto sul manifesto del 2011 (nessuno mi è stato a sentire e adesso si estingueranno pacificamente) – e quando intorno a noi sarà tutto centrodestra, con un po’ di pragmatismo, si potrà raggiungere un accordo politico per smantellare questo gigantesco eco-mostro economico che è l’euro.  


Messora: Va bene, Alberto, grazie per questa “toccata e fuga” so che hai tanti impegni adesso, per cui ti lascio andare via, ho solo una domanda: ci rivedremo presto?   

 
Bagnai: Naturalmente sì, ed ora, essendo leghista, gli head portesrs nostri sono comunque a Milano, per ora, e quindi mi dividerò tra Roma e Milano ed il mio collegio in Abruzzo dove intendo fare azione politica perché ora ho una battaglia da combattere, molto importante, che è quella di sottrarre a chi le ha gestite così male le regioni che sono le roccaforti e, forse, anche le casseforti del PD ed adesso se le riprendiamo una per una, ricominciando dall’Abruzzo…

 
AlexFocus
 

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