giovedì 14 novembre 2019

Napoli, 14/11/2019

Una delle riflessioni che propongo è ripresa dal blog LuogoComune.net, di Massimo Mazzucco che, nel suo magnifico articolo “La caverna di Mark Twain” praticamente parla della “ferita dell’ego”. In pratica, chi è affetto da questa patologia, cioè l’adorazione di se stesso” non solo non si mette mai in discussione ma, nel caso qualcuno dimostri inoppugnabilmente che egli ha torto, gli causa una profonda depressione o, anche, una reazione violenta da parte dell’egolatra.

La seconda riflessione è una vignetta che mostra plasticamente come sia difficile anche solo parlare di argomenti sconosciuti al largo pubblico.

Infine, l’ultima riflessione è una mia rappresentazione del micro-cosmo cioè il tetramorfo umano in termini di corpo-mente, anima-spirito dove corpo ed anima sono la sede o supporto rispettivamente di mente e spirito, secondo quanto spiegato da s. Paolo nelle sue dissertazioni.

Buona lettura…

La caverna di Mark Twain (o “la ferita dell’ego”)
Categoria: Opinione
Pubblicato: 07 Novembre 2019
Visite: 2011

di Federico Giovannini

Foto di Mak Twain
Samuel Langhorne Clemens è considerato uno dei più grandi umoristi di tutti i tempi. Romanziere di grandissimo successo secondo alcuni, dai suoi scritti, deriva la narrativa moderna americana.

Più noto con il suo pseudonimo Mark Twain, ci lasciò diversi aforismi, uno dei quali descrive con tinte ironiche quello che succede quando proviamo a svegliare qualcuno dal sonno della ragione:

"E' più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata."

In qualche modo il suo aforisma condensa quella che è l'essenza del mito della caverna di Platone.

C'è chi si affanna ad avere un eloquio più convincente o argomenti più inoppugnabili. Chi si appella alla Scienza o elabora ragionamenti con logiche stringenti. Ma, nonostante tutto, il più delle volte non funziona, si fa una fatica sfibrante e la persona rimane nella sua caverna, spesso reagendo anche violentemente; ma perché?

In molti si sono fatti questa domanda in particolare nell'occasione del falso attentato dell'11 settembre quando hanno provato a raccontare quello che avevano scoperto, all'amico, al vicino, al familiare.

Personalmente fino a poco tempo fa mi rispondevo che era una questione psicologica: c'era un blocco emotivo. Ammettere che il governo americano potesse solo concepire di uccidere 3000 loro concittadini era una cosa impensabile.

Tuttavia qualcosa non tornava.

Personalmente interloquivo con persone italiane quindi tutto questo trauma nel pensare che elementi deviati del governo e dei servizi segreti americani (e di altri ovviamente) ammazzassero serenamente migliaia di innocenti non era una cosa così terribile da mandare giù, in fondo il governo americano è noto che, nel corso della storia, ha fatto di peggio in quanto a numeri.

Anche credere che tutti i giornali ci avessero mentito o comunque sarebbero stati così accondiscendenti tanto da coprire le evidenze di un complotto, non è tutto questo "trauma" per l'italiano, abituato a essere preso in giro continuamente.
Il nocciolo duro della verità doveva risiedere da qualche altra parte.

A un certo punto mi è arrivata una nuova chiave di lettura.

Non è una questione inconscia o di logica, non è un problema emotivo o psicologico: è la ferita dell'ego.

Per ingannare qualcuno devi essere più intelligente di lui e visto il panorama attuale, francamente, non è una missione impossibile. Convincere qualcuno di essere stato ingannato, invece, significa misurarsi con il suo ego.

In uno scontro di ego non ha nessuna importanza la logica o l'emotività, tutti (gli ego) vogliono avere ragione. Ammettere di essere stati ingannati significa fare una brutta figura con se stessi per prima cosa (ferita dell’ego) e poi con il proprio interlocutore (scontro tra ego). In una tale “tempesta di ego” le persone preferiscono sconfinare nello scherno o addirittura nella violenza piuttosto che ammettere di avere torto.

Tanto più forte sarà la nostra insistenza (frutto sempre dell'ego) tanto più forte sarà la reazione contraria dell'altro. Tanto più rivoluzionaria sarà la verità da digerire, tanto più grande sarà la ferita dell’ego, tanto più la reazione sarà scomposta.

Insomma tutto questo giro per capire che alla fine sono io il problema, anzi il mio ego che si contrappone a quello dell’ego dell’interlocutore che in ogni caso non è per nulla ben disposto a considerare di essere stato fregato.

Perché è cosi difficile parlare di fatti poco o niente noti, che la TV (come mamma-RAI, zia MerdaSet) o giornalacci (come la Republichetta delle Banane, il Fessaggero, il Corriere della Serva, SoloBugie24OreAlGiorno, il Foglio Igienico di Ferrara, lo Str-Fatto Quotidiano, la Stamp-ella del Potere, etc.) non citano?
Osserva la vignetta seguente:

La rassicurante bugia sconfigge la scomoda verità
Ma noi non ci arrendiamo, nemmeno di fronte al più becero qualunquista!!!

La seguente vignetta è una mia personale Descrizione del Micro-Cosmo umano (o Tetramorfo) attraverso la Metafora del sidecar con passeggero (o meno)

 
vista frontale di un Sidecar
In cui:

MOTOCICLETTA = CORPO ciò che sostiene la mente, imprescindibile concretizzazione della nostra fisicità, ad alcuni (insieme al corpo) può sembrare descrivere tutto di noi ma non è così (nella metafora di s. Paolo è il MALLO che copre il guscio della noce)

CAVALIERE = MENTE come una scimmia che non ha una vera e propria capacità di giudizio “umana” infatti la scimmia si chiama così dal latino “simia” cioè simile all’uomo. Non credo affideremmo la nostra intera vita ad un essere di poco giudizio… e poi la mente si chiama così perchè ... mente!

VANO PASSEGGERO = ANIMA come ci dice s. Paolo, differisce dallo spirito e ci viene data da Dio (come il GUSCIO della noce nella metafora di s. Paolo, può essere anche vuoto)

PASSEGGERO = SPIRITO cioè quel che noi costruiamo giorno per giorno, con un processo consapevole. Non tutti ne sono dotati, rappresentato dall’uomo come “scimmia di Dio”; nella metafora di s. Paolo è il GHERIGLIO della noce. Senza esso, l’uomo è un gretto materialista, un ateo che sopravvive solo nell’immanenza, e non può percepire i VALORI TRASCENDENTI

I VALORI TRASCENDENTI ovvero META-ETICI (cioè che vengono PRIMA dell’etica), anche detti VALORI NON NEGOZIABILI, sono:

  • VITA
  • SALUTE
  • DIGNITÀ
  • LIBERTÀ
  • SOVRANITÀ
  • SOLIDARIETÀ
  • SUSSIDIARIETÀ

NOTA: la spiritualità NON è una caratteristica ESCLUSIVAMENTE della sfera RELIGIOSA, infatti può anche essere LAICA ma, in ogni caso, NON può prescindere dai valori trascendenti, per non trasformarsi in una DITTATURA o, peggio, in una TIRANNIDE. Come quella in cui viviamo, senza accorgercene, immersi nella Matrix da cui qualche Morpheus cerca di liberarci, noi tutti Neo, indecisi se prender ela pillola rossa (per svegliarci) o quella blu (per continuare a dormire chiusi dento il baccello, nella confort zone…)

AlexFocus
domenica 6 ottobre 2019

Napoli, 06/10/2019

Mi chiamo Alessandro d'Esposito, aderente al MS-FT, ingegnere con ampie vedute.

Oggi SFIDO qualunque professore a DIMOSTRARE che sia avvenuta la millantata EVOLUZIONE. Charles Darwin, nel suo libro "L'origine delle specie" scrive un passo importante: 

"però la mia teoria, per essere dimostrata, dovrà dar luogo al ritrovamento di FOSSILI di TRANSIZIONE (cioè quelli che non appartengono esattamente né alla specie precedente né a quella successiva) ed essi, anzi, dovranno essere più NUMEROSI di quelli delle specie di partenza e di arrivo."

Ebbene, DOVE sono questi fossili? Fateceli vedere, altrimenti smettete di farci due p...le così con l'evoluzione!

Se condividi, diffondi...

domenica 25 agosto 2019

Proprietà del numero 113


Simbolismo

·        Simbolo del Cristo immolato sulla croce.

Generale

·        Salemi, che ha dedotto i sacrifici di animali nel Vecchio Testamento, indica che 113 tori in tutto sono stati sacrificati in confronto a 1'130 pecore.

Gematria

·        Usando come tavola di corrispondenza A=1, B=2, ..., Z=26, troviamo che, le parole francesi, "DIEU + JESUS" (Dio + Gesù) e "LIEU DU CRANE" (posto del cranio, fioè il Golgota, n.d.A.) danno ognuna 113.
·        Il valore numerico della parola ebraica SLIHE, che significa “restituire un debito”, è 113.

Ricorrenze

·        La parola “vittima” è usata 113 volte nella Bibbia. Le parole "sacrificio per il peccato" sono utilizzate 113 volte nel NRSV.

Napoli, 24/08/2019

Proprietà del numero 112


Simbolismo

·        Appartiene al mondo dell'azione, che è quello dell’epigenesi globale, secondo Abellio. E’ il ritorno al principio.

Generale

 



Jâbir Ibn Hayyân, nel suo "Libro dei Settanta" (Kitâb al-sab'în) attribuisce un'importanza molto grande alla serie numerica: 1, 3, 5, 8 e 28. Li ha usati specialmente per descrivere i principi usati nella costruzione di metalli. Ciascuna delle quattro qualità - caldo, asciutto, freddo, umido - o "nature" elementari presentavano, egli supponeva, quattro gradi e sette suddivisioni, che danno un totale di 112 "posizioni" - 28 x 4.

·        Su 264 papi fino a Giovanni Paolo II, 208 papi erano italiani, di cui 112 Romani.
·        Il "112-esimo papa", secondo la profezia di san Malachia sui papi, fa un'allusione all'arrivo di "Pietro il Romano" e sarebbe l’ultimo papa della storia della Chiesa Cattolica Romana.



I monaci Tibetani, Indù e Cinesi, essendo impegnati nella contemplazione e nella meditazione, conoscono 112 vie o precetti di Zen e Shiva. C. M. Chen, che ha vissuto un lungo tempo come un recluso in una caverna del Himalaya, ha classificato queste centododici Vie della meditazione in dodici categorie delle quali ciascuna concerne un aspetto particolare dell'ascetismo:
1.      la respirazione,
2.      le lettere ed il loro suono,
3.      il punto o il centro della meditazione Zen,
4.      l'azione di guardare,
5.      il sentimento del non-possesso del corpo,
6.      la luce,
7.      il fatto di entrare in concentrazione attraverso la pratica della fermata,
8.      la grande fusione o l'onnipresenza,
9.      la pratica dello Zen in relazione ai desideri ed agli stati di spirito,
10.   l'ego,
11.   la coscienza ed
12.   il vuoto.

Gematria

·        Il conteggio della parola “vicario” scritto in Latino, “vicarius”, dà come valore numerico 112, usando le lettere dei numeri Romani:

V
I
C
ar
I
V
s
=

5
1
100

1
5

=
112

Il vicario è il prete associato con un prete. Ma usiamo anche le espressioni "Vicario di Gesù Cristo" o "Vicario del Figlio di Dio" per riferirci al papa.

Ricorrenze

·        Il numero 112 è usato 4 volte nella Bibbia.
·        La parola “giustizia” è usata 112 volte nel NT.

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