Napoli,
27/04/2020
| Giulietto Chiesa, uno con la schiena dritta |
Scrivo solo oggi perché ieri sono rimasto sbigottito: ho
saputo del decesso di Giulietto Chiesa per infarto e non ci volevo credere.
Non farò un necrologio con la pretesa di descrivere la sua
parabola di uomo, di giornalista, di politico, di maestro del pensiero, di
degno rappresentante all’estero della nostra nazione, di intellettuale a tutto
tondo: ben altri potranno farlo meglio e più estesamente di me che l’ho frequentato
molto poco, anche se lo seguivo molto intensamente, con passione civile e
rispetto.
Forse, ovviamente sbagliando,
pensavo che uno col suo magnetico carisma, la sua vasta esperienza, la sua
battagli pacifista, la sua indiscussa serietà non sarebbe mai morto.
Ma nessuno è immortale, e il
senso di privazione si sta lentamente placando, bisogna farsene una ragione.
Egli ha creato intorno a se un
vivaio di giovani e meno giovani intellettuali che faranno sicuramente del loro
meglio per onorare la sua memoria e portare avanti le battaglie civili di cui è
stata piena la sua vita.
Arrivederci, Giulietto, spero (un
giorno) di meritare un posticino anche io nell’empireo dove tu sei stato certamente
accolto, per poterti stringere di nuovo la mano e fare una chiacchierata sui
fatti del mondo.
AlexFocus
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