sabato 26 settembre 2015
02:47 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
26/09/2015
Bandiera tedesca sporca di gas di scarico |
In genere non mi metto a commentare i fatti industriali, anche avendone
competenza, prchè mi disgusta il contesto in cui tanti sono costretti a
lavorare, per un tozzo di pane, senza dignità, a volte oppressi da mobbing e/o
straining (cioè sottoposti ad assalti violenti, ingiustificati, volgari,
controproducenti per la stessa azienda oppure messi in un angolo sempre senza
motivo o con scuse che fanno acqua da tutte le parti, fino a portare il
lavoratore alla pazzia, oppure a malattie degenerative che vanno dalla
vitiligine, al cancro fino all’infarto o ancora al gesto violento) e di questo
sono tristemente (e rabbiosamente) testimone biauricolare e binoculare, per
averli subiti in prima persona.
Mentre i commentatori “ufficiali” si impantanano su concetti come
“rischio d’immagine” (sempre in trmini economici) o “caduta dei quant” cioè
fallimento di quel gruppo di persone, all’interno dell’azienda, che spendono un
sacco di tempo ed energia intellettuale (ma anche di soldi, 7 miliardi hanno speso
alla VolksWagen per falsificar i dati sulle emissioni e pentrare sul rigido
mercato USA), io vorri toccare altri aspetti.
Truffa intellettuale:
ci sono fior di professoroni, di consulenti, di
manager fin troppo pagati, di maestranze conniventi in quanto impaurite dalle
minacce dei “belli in carrira” che hanno messo la faccia nella figura di m..da
che costerà, forse, 18 miliardi di dollari di multa alla fabbrica di automobili
Fallimento del modello delle cosiddette “società avanzate”:
la
filosofia ultracapitalista-liberista-economicista-finanziarista che basa la sua
esistenza e la sua evoluzione esclusivamente sui soldi e sul farli presto,
anche con trucchi contabili, con gli assalti degli squali di Wall Street, coi
George Soros (condannato a morte dalla Thailandia in contumacia per danno alla
nazione) ed i suoi emuli italioti (ad es. Davide Serra, guardacaso, in affari
con Soros, e che è uno dei più stretti collaboratori di Matteo Renzi), anche
con azzardi sulla pelle delle persone ma non anche su concetti quali la responsabilità
sociale d’imprsa, il benessere dei consumatori e di lavoratori (si noti che,
nel modello corporativista, invece, il dirigente, il quadro intermedio, il caporeparto,
l’impiegato e l’operaio sono tutti lavoratori anche se con posizioni, compiti diversi
ma tutti copmpartecipano dei rischi e degli utili, in ragione della specifica
reponsabilità).
Fallimento del mantra che “privato è meglio”: specie in settori
strategici, come l’energia,
l’istruzione, la sanità ed i trasporti la guida dev’essere statale per
motivi logici e naturali (questo implica anche il fallimento del positivismo,
in quanto ciò che è scritto dall’uomo non può valere più di quanto la natura ci
abbia mostrato nel corso delle ere). E, quindi, che al privato non si deve più
prmettere, per il suo intresse, di “privarci” (bel calembour!) dei beni comuni e
delle nostre proprietà.
Limiti della scienza e della tecnica:
quando si scopre, in modo brutale,
che i dati degli esperimenti, delle rilevazioni, delle osservazioni sono stati
cambiati, sostituiti o completamente stravolti dalle cosiddette autorità
scientifiche, forse (e dico “forse” a causa degli eterni “buonisti” che
somigliano tanto a gente che fa finta di dormire e che non può essere svegliata…)
ci si rende conto che l’informazione è, in realtà, un’enorme, recidiva,
impunita omissione di ciò che dovremmo, invece, sapere. Sono cadute queste divinità mostruose, scienza e tecnologia, sull'altare delle quali sono stai sacrificati la Grande Tradizione, il mondo rurale, la natura, i beni comuni, la pulizia della biosfera, la dignità dell'Uomo, la sovranità degli stati, l'autodeterminazione dei popoli. Si sta cominciando a capire che il paradigma "progresso = benessere" è un FALSO IDEOLOGICO.
Il sogno europeo a trazione tedesca:
si è sporcato coi gas di scarico
dell emissioni “fantasiose” delle auto marcate “Deutchland” e prese a campione.
Un vero capitombolo dalle scale, dal vertice di quella “macchina” da guerra che
era l’industria automobilistica teutonica, spinta in su dall’inganno di tanti
marpioni doppiogiochisti: da un lato reprimenda per i “macaroni”, presa in giro
dei “sudici” dell’europa, i “ripetenti” alla scuola di europeismo che dovevano
fare i “compiti a casa” per potere essere presi in giusta considerazione; dall’altro
quello che i giornali ci stanno scodellando, anzi, vomitando addosso dai televisori
di Mamma-RAI, di zia MerdaSet e dai “giornaloni” titolosi
l’Europa, come stava diventando prima dello scandalo che ci ha aperto gli occhi |
AlexFocus
martedì 15 settembre 2015
13:54 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
15/09/2015
Quanto
propongo di seguito è quel che si trova in un vecchio pamphlet di mio padre
buonanima, quindi una mia interpretazione del tema. Buona lettura (ovviamente
ai NON imbecilli!)…
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DESIDERO L’ODIO DEGLI
IMBECILLI – di Ugo M. d’Esposito (1922-2014)
Lo
scorso anno, nel titolo di un mio scritto, mi chiedevo se i sopravvissuti
potessero considerarsi più felici dei caduti [cioè “Beati
i sopravvissuti?” 1976, n.d.A.]. Questi hanno perso la guerra ma, almeno, non hanno
visto quelle nefandezze che i nostri capi hanno subito, il martirio ed il
supplizio a loro inflitti da parte di quelli che oggi reggono la nazione.
Ora
noi siamo qui e, con il sopravvento dei nostri peggiori nemici, quelli contro i
quali avevamo offerto le nostre giovani vite, ora noi non combattiamo più ma
ci raccontiamo a vicenda quello che allora facemmo con gioia, crogiolandoci di
beatitudine dimenticandoci che ora è più necessaria la nostra allerta perché
quel mostro tutto sta inghiottendo.
Allora, quando dovevo svolgere la mia azione di guerra,
avevo avuto un’attività di copertura in un ruolo molto importante nel Ministero
dell’Economia Corporativa. Il mio senso del dovere mi faceva seguire con
attenzione., oltre che il mio compito principale, anche questa mansione
partecipando alle riunioni del Ministero a Salò e, seguendo tutte le procedure,
per attuare nella provincia di Frosinone che mi era stata assegnata dal Duce su
richiesta del comando S.D. (Sierheitze Dienstelle, Comando di Sicurezza)
tedesco.
Con il
passare del tempo, avevo capito cosa potesse significare per il futuro
dell’umanità l’intuizione del Duce nell’attuare questa nuova legislazione
economica che superava, oltre che il corporativismo, anche il peggior nemico
del progresso che è il sindacalismo.
La
nuova intuizione era la
Socializzazione delle industrie ed il mio compito era quello
di attuarla nella provincia di mia responsabilità. E’ facile capire
l’entusiasmo che mi prese e che ora non mi lascia più, perché capivo che è un
ordinamento sociale per ottenere che il capitale non fosse restio, che il
lavoratore desse con gioia la sua opera e, inoltre, con lo Stato garante del
buon esito di tutta l’operazione.
Negli
Stati Uniti (ed un po' in Gran Bretagna) questo principio viene parzialmente
applicato sotto forma di bonus annuale e possiamo constatare che quelle
economie galoppano mentre, invece, dove regna il sindacato vige l’astio tra il
capitale ed il lavoro con il logico peggioramento dell’attività lavorativa e
decadenza della produzione.
Noi
abbiamo avuto quest’eredità e non siamo capaci di portarla nelle aziende, non
la sappiamo propagandare né con il nostro partito né con il nostro sindacato.
Siamo
solo capaci di dirci “Quanto sono stato bravo!”, “Quanto sono stato eroico!” e
poi la sera ce ne andiamo a dormire con la bavetta di gioia, senza un briciolo
di vergogna per la creazione di questo nuovo partito che ha nome: “Narcisismo”.
Ed è l’odio di questi imbecilli che io desidero.
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Desidero l’odio degli
imbecilli! – di
AlexFocus (Alessandro d’Esposito)
Quando una persona
intelligente dice o fa una cosa saggia, si alza almeno un imbecille per
dissentire.
Quando un pazzoide enuncia o
compie un’idiozia almeno dieci imbecilli si spellano le mani ad applaudire, magari
fanno un’ovazione in piedi.
La persona intelligente a
volte non è capace (esempio i nerd americani) mentre un imbecille può essere
messo in grado di eseguire compiti anche complessi (le cosiddette “competenze”,
di cui molti vanno alla ricerca affannosa per fare carriera).
Un imbecille può fare carriera
più facilmente di un intelligente perché il capo lo vede più facilmente
manipolabile.
Anche un intelligente può
fare carriera ma se è cattivo, infatti deve combattere contro una marea di
imbecilli.
I fenomeni riguardanti
imbecilli sono difficilmente contrastabili perché la mamma degli imbecilli è
sempre incinta.
Ma perchè un imbecille
preferisce un altro imbecille ad un intelligente? Perché il processo di
identificazione fa guardare con sospetto un “diverso”.
Perché imbecilli ed
intelligenti sono incompatibili? Perché un intelligente fa del male solo se ne
può trare vantaggio, invece un imbecille fa del male anche se egli stesso
riceve un danno.
Cosa hanno in comune
intelligenti ed imbecilli? Solo le lettere iniziale e finale, in mezzo c’è un
abisso ….
Una persona intelligente in
genere è buona (o lo diventa) perché il male, alla fine, non paga. Un imbecille
non è in grado di pianificare il bene, non capisce il valore della rinuncia
immediata per un vantaggio futuro.
Una volta un amico mi ha detto
che sembra che io faccia di tutto per farmi odiare.
In realtà non sono così
ipocrita da riuscire a mentire sui miei pensieri o tacerli, perciò non posso
fare a meno di additare gli errori degli imbecilli.
Un imbecille non riesce a
danneggiarti molto; 10 imbecilli possono fare una claque negativa; 100
imbecilli sono un battaglione di ostacoli difficilmente sormontabile; 1’000
imbecilli formano un’opinione che condiziona anche gli intelligenti i quali
sono, per forza di cose, in inferiorità numerica. Anche se dissentono
fortemente gli intelligenti non riescono a sorpassare le urla tonanti degli
imbecilli.
Per tutto ciò, desidero
l’odio degli imbecilli: sono loro, con il dissenso, a farmi sforzare per
spiegare le cose anche le banali, quindi a farmi crescere intellettualmente. E
poi le loro proteste verso di me sono l’attestazione che io non sono imbecille…
Aggiunta del 25/09/2015 - un’amica,
che è anche collega di lavoro, mi ha mandato un bel aforisma: “Per farsi odiare
non è necessario attaccare qualcuno, basta dire la verità” (Martin L. King)
Grazie, fatina dei boschi, ti mancano solo le ali per volare...
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