mercoledì 31 agosto 2011
01:01 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli, 31/08/2011
Massimo Fini |
Riprendo delle considerazioni di Massimo Fini (su di un articolo di Ernesto Galli Della Loggia) che mi sono state gentilmente segnalate dal corrispondente Merimar. Ci ho aggiunto qualcosa di mio…
Il vero deficit è dei valori
In un articolo pubblicato sul Corriere il 17 agosto (“Il vero disavanzo delle democrazie”) il settantenne Ernesto Galli della Loggia, docente di Storia contemporanea all’Università Vita-Salute del San Raffaele (curiosa parabola per uno che era partito comunista e si è scoperto, al momento opportuno, liberale e forse anche pio), storico che non ha mai scritto un libro di storia, risvegliandosi da un letargo durato quasi mezzo secolo, da quando era un giovane e promettente collaboratore dell’Einaudi, scopre che il deficit dei sistemi democratici sta nella loro mancanza di valori o, per usare il suo linguaggio contorto, nella loro “unidimensionalità economicista”. Geniale.
Ernesto Galli Della Loggia |
Nel mio spettacolo teatrale del 2004 “Cirano, se vi pare…” dicevo:
“La democrazia è un metodo, un sistema di forme e di procedure, non è un valore in sé e non produce valori. È un contenitore, un sacco vuoto che andrebbe riempito. Ma il pensiero e la pratica liberale e laica, che sono il substrato sul quale la democrazia è nata, mentre facevano ‘tabula rasa’ dei valori precedenti, non sono stati in grado, in due secoli, di riempire questo vuoto se non con contenuti quantitativi e mercantili”.
In realtà nella pièce riprendevo concetti espressi quasi un quarto di secolo prima ne “La Ragione aveva Torto?” e ribadite poi in “Denaro. Sterco del demonio” (1998), nel “Vizio oscuro dell’Occidente. Manifesto dell’Antimodernità” (2002) e in “Sudditi. Manifesto contro la Democrazia” (2004).
In realtà la democrazia, almeno così come si è storicamente determinata, non è che l’involucro legittimante del modello di sviluppo basato sul mercato. E il mercato, che è uno scambio di oggetti inerti, non può produrre valori, né laici né di qualsiasi altro tipo. L’unica divinità veramente condivisa è il Dio Quattrino. E la vera debolezza dell’Occidente democratico (in questo Della Loggia ha ragione, anche se arriva fuori tempo massimo), lo vediamo in rapporto con altre culture, Islam in testa, proprio in questo vuoto di valori.
Bisogna aggiungere che la democrazia, perlomeno quella rappresentativa, non solo non aiuta a costruire valori condivisi, ma sembra il sistema perfetto per demolirli. La liberal-democrazia si è infatti venuta strutturando, contro le intenzioni dei suoi padri fondatori (Stuart Mill, John Locke, Alexis de Tocqueville), come un sistema di partiti in competizione fra di loro. I partiti per conquistare consensi hanno bisogno di apparati (il voto di opinione, secondo lo stesso Norberto Bobbio, gran studioso e strenuo difensore della democrazia, “è solo quello di coloro che non votano”).
In realtà la democrazia, almeno così come si è storicamente determinata, non è che l’involucro legittimante del modello di sviluppo basato sul mercato. E il mercato, che è uno scambio di oggetti inerti, non può produrre valori, né laici né di qualsiasi altro tipo. L’unica divinità veramente condivisa è il Dio Quattrino. E la vera debolezza dell’Occidente democratico (in questo Della Loggia ha ragione, anche se arriva fuori tempo massimo), lo vediamo in rapporto con altre culture, Islam in testa, proprio in questo vuoto di valori.
Bisogna aggiungere che la democrazia, perlomeno quella rappresentativa, non solo non aiuta a costruire valori condivisi, ma sembra il sistema perfetto per demolirli. La liberal-democrazia si è infatti venuta strutturando, contro le intenzioni dei suoi padri fondatori (Stuart Mill, John Locke, Alexis de Tocqueville), come un sistema di partiti in competizione fra di loro. I partiti per conquistare consensi hanno bisogno di apparati (il voto di opinione, secondo lo stesso Norberto Bobbio, gran studioso e strenuo difensore della democrazia, “è solo quello di coloro che non votano”).
Per mantenere gli apparati hanno bisogno di soldi, per procurarseli li drenano illegalmente dal settore pubblico, di cui si sono impossessati, o da quello privato tenendo l’imprenditoria sotto ricatto (o mi dai la tangente o non vincerai mai un appalto). Essendo abituati a corrompere o a farsi corrompere per superiori esigenze di partito, i dirigenti politici diventano, quasi sempre, dei corrotti in nome proprio. Questa corruzione pubblica trascina fatalmente con sé i cittadini (se rubano loro perché non dovrei farlo anch’io?) spazzando così via tutta una serie di valori, onestà, lealtà, dignità, che tengono insieme una comunità.
[Nota di AlexFocus] – A supporto di queste considerazioni affermo (per esperienza vissuta quotidianamente) che i valori fondanti (cioè quello di cui si parla continuamente), per la stragrande maggioranza degli italiani, sono (in ordine di bramosia):
Democrazia, sacco pieno solo di sesso, soldi e sport |
· sesso,
· soldi e
· sport.
Qualcuno si spinge a:
· alimentazione / abitazione
· videogame / vacanze
· Auto / moto
· Caccia / pesca
· Fotografia / musica / cinema
· Pubblicità / TV info-tainment
· E poco altro..
Sempre a livello del “cervello lucertola” siamo… infatti, non appena si parla di argomenti diversi dai primi tre (e qualcuno degli altri) la maggior parte delle persone, sbuffa, rotea gli occhi, comincia a scuotere e/o volgere il capo di qua e di là, qualcuno si irrita vistosamente e, magari, sbotta verbalmente o comincia a prendere in giro il “ribelle” (a volte viene espresso il gentile appellativo “rompicog..oni”) specie se si parla di libertà, verità, giustizia, solidarietà, cosmopolitismo, arte, educazione, cultura (brrr! orrore!)… altro che Dante con il suo “fatti non fummo per viver come bruti ma di beltà e virtute”!! [fine nota]
A ciò si aggiunge che i partiti, pur di non scontentare i rispettivi elettorati, perdono completamente di vista l’interesse nazionale. E questo non è un vizio solo italiano se in America, Paese che deve le sue passate fortune a un fortissimo senso di appartenenza nazionale, repubblicani e democratici si stanno scannando da mesi mentre il loro Impero rischia di crollargli sotto i piedi.
Per cui sento di poter dire che l’attuale crisi economica non è solo il segno del fallimento di un modello di sviluppo ma anche del suo involucro legittimante: la democrazia.
Alex Focus
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