giovedì 1 maggio 2014
10:08 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
01/05/2014
Cari
amici e care amiche, vi posto di seguito il mio intervnto alla sttima riunione
plenaria del Parlamento Due Sicilie ® Parlamento del Sud, in vista delle prossime
elezioni europee che potrebbero essere (e, molto probabilmente saranno) il
punto di svolta per cominciare a liberarsi delle catene europoidi (cioè
massoniche) ch ci tengono avvinti, ormai da 154 anni, cioè dall’invasione
franco-piemontese, ispirata, sovvenzionata, organizzata dai Rothschild ed ancor
oggi spietatamente perseguita attraverso le organizzazioni criminali che
vengono spacciate per “democratiche” da organi di stampa asserviti.
Spesso,
quando si parla di giornalisti che fanno i loro servizi da un fronte “caldo”
sentiamo il termine “embedded” cioè “organici”, come si diceva una volta degli
intellettuali che vendevano la loro obiettività in cambio del senso di
appartenenza alla cosca (cioè alla forza) militare “vincente”, ma quasi sempre,
anche di sostanziosi vantaggi economici, insomma dei “pennivendoli” che
ipocritamente pensavano di esser meglio di una prostituta la quale cede per
danaro solo il proprio corpo ma conserva l’anima e lo spirito e, con una
semplice doccia torna pulita come un bambino, mentre invece questi squallidi
personaggi non sono recuperabili nemmeno con una lobotomia.
Le
organizzazioni criminali cui mi riferisco sono: organismi NATO, ONU, WTO, BM,
FMI multinazionali come Monsanto, Sygenta, Oxygen, interi stati come USA, UK,
Canada, Australia, Nuova Zelanda, Israele, UE ed i vassalli dei loro sanguinari
governi, nazioni (Italia compresa) che hanno ai posti di comando dei governi
fantoccio, completamente proni ai comandi dei loro padroni.
Ma
basta col preambolo, ecco il mio intervento.
Saluti
a tutti
AlexFocus
____----------------_________-----------------------------____________--
Considerazioni
Alex per la 7-a riunione plenaria del Parlamento Due Sicilie ® Parlamento del Sud
del 25 aprile 2014, ore 09:30 alla Libreria Papiria, v. G. Ninni, 7/8
Montesanto
Egregi signori e gentili
signore, per chi non mi conosce, sono Alessandro
d’Esposito, intendente (ad interim) di Economia a Finanza per il P2S del
quale mi onoro di far parte. Sono costretto, per coerenza al ruolo, in
controtendenza al clima pasquale le cui dolci influenze ancora si propagano tra
noi, ad affrontare temi non piacevoli.
Premetto che potete in
qualunque momento interrompermi nel caso ci sia necessità di correzione o di
chiarimento.
Dall’ultima volta che ci
siamo visti alcune cose sono cambiate, ad esempio dal governo autoritario di Enrico Letta siamo passati a quello
autoritario di Matteo Renzi e questo ha significato un’ulteriore
accelerazione del processo distruttivo del nostro tessuto produttivo, cioè
l’affermazione di Mario Monti
(fatta, ovviamente, in sedi estere) di essere “riuscito a fermare l’economia italiana” ha avuto un’ulteriore,
deprimente, criminale conferma con Letta e Renzi e l’appoggio di Giorgio Napolitano il quale altro che
impeachment meriterebbe.
Vorrei sottolineare che la
manifestazione del 17 marzo scorso, che a Napoli ha raccolto poche adesioni, in
Sicilia ha visto una grande partecipazione popolare, e questo merita una
riflessione da parte di tutti noi.
Altrettanto bisogna interrogarsi sulle iniziative della Lega Nord (in
particolare il suo presidente Matteo
Salvini) che, oltre a far sparire la “Padania” dal suo simbolo per le
europee del 25 maggio prossimo, ha inserito il forte messaggio “BASTA €URO” con
il quale ha intenzione di presentarsi in tutta Italia, Sud ed isole comprese.
Ma già si vede un effetto tangibile di questa strategia: i fan club della Lega
cominciano ad aumentare al Centro ma anche nei territori dell’ex-Regno delle
Due Sicilie.
E‘ triste registrare tra noi l’assenza
di spirito rivoluzionario, l’incapacità di innovare, la passività sociale ma,
soprattutto, una sorta di subalternità culturale alle posizioni di Unione
Mediterranea il cui esponente di punta, il famigerato “esperto di economia e finanza” Marco
Esposito, ha fatto capire chiaramente, invece, di essere dalla parte della
conservazione dell’esistente, marcio sistema capitalistico, basato sulla
menzogna a riguardo della natura della moneta (semplice unità di misura di
G=P-C), della sua proprietà (attualmente delle banche private che la “prestano”
a caro interesse al suo legittimo proprietario, il popolo cioè noi che
accettiamo questi pezzi di carta colorata in cambio del nostro lavoro, prodotto o servizio che sia ed, in
quel momento, diamo valore a quei foglietti di carta), della sua destinazione
d’uso, purtroppo pervertita (invece che sistema circolatorio della società è
stata trasformata in accumulatore di valore indotto, in sistema di estorsione
delle proprietà private e della sovranità popolare, in totem della
finanziarizzazione dell’economia reale, in strumento di potere con cui la
classe privilegiata lusinga, sottomette, prostituisce, illude, schiavizza il
resto della società).
Quello che, saggiamente,
affermava più di 150 anni fa il presidente USA Thomas Jefferson: “Se il
popolo americano permetterà mai che banche private controllino l’emissione
della sua valuta, le banche e le società che prolificano intorno ad esse [le
fondazioni], prima tramite l’inflazione e
poi tramite la deflazione, priveranno il popolo di tutte le sue proprietà, fino
al momento in cui i figli si ritroveranno senza tetto nel continente
conquistato col sangue dai padri.” si sta avverando, qui, ora, sotto i
nostri occhi. E non si dica che non si sa.
Molte persone si stanno
lasciando abbindolare dalle promesse mirabolanti quanto inconsistenti di Renzi
il quale è ancora prigioniero dei luoghi comuni del tipo:
·
dobbiamo
indebitarci per “finanziare” le opere pubbliche, l’industria, il commercio,
l’edilizia popolare ed i servizi sociali!
·
Chiamiamo
“investitori” (invece che “speculatori”) chi mette soldi nei titoli di stato
·
Dobbiamo riuscire,
alzando i tassi d’interesse (cioè il debito pubblico) ad attrarre investitori a
cui “vendere” i titoli di stato
·
Riduciamo lo
stato sociale ed i servizi per pagare il debito
·
Non dobbiamo
uscire dall’euro in cui siamo entrati liberamente e che, ora, è diventata (di
fatto) una vera e propria prigione da cui la famigerata Troika (BCE, Commissione
europea, FMI) non ci consente di uscire per fare finalmente una politica
industriale nostra, una moneta nostra, una vita nostra
Ma osserviamo anche quello
che accade alla “porta accanto”. Vi ricordo che il presidente eletto dell’Ucraina,
Viktor Yanukovich, è stato
allontanato con un colpo di stato a guida USA (hanno finanziato con 5 miliardi
di dollari le proteste e le uccisioni indiscriminate sia di lealisti sia di
sovversivi sia di poliziotti da parte della delinquenza organizzata) poichè
Yanukovitch, poco prima della firma che avrebbe condannato il suo paese ad
essere colonizzato (e schiavizzato) da BM, ONU, FMI, NATO e via elencando
delinquenti, si è ribellato a questo atto criminale dei banksters e degli
speculatori internazionali.
Noi dovremmo salutare la
mozione d’indipendenza che la Crimea ha manifestato chiaramente ed univocamente
con un regolare referendum (adesione ampia, quanto controllata da osservatori
internazionali) come un atto sacrosanto di auto-determinazione di un popolo
che, come noi, rivendica la propria storia vera contro la storia falsificata da
coloro che, con la forza, l’inganno, la crudeltà, il genocidio, hanno costruito
una narrazione a loro favorevole, contro gli interessi di una nazione.
Ricordiamo che” giornalismo è diffondere quello che alcuni
non vogliono si sappia, il resto è propaganda” (aforisma di Horacio Verbitsky, giornalista e
scrittore argentino, uno dei principali esponenti del movimento argentino per
la difesa dei diritti umani e tra i responsabili della sezione americana di
Human Rights Watch)
Una certa speranza viene da
un episodio sintomatico: alcune settimane fa, in un dibattito televisivo, si
sono scontrati Nigel Farage (il
celebre fondatore del partito UKIP, anti-UE
che lancia, inascoltato, appelli per la salvezza del popolo greco) e Nick Clegg, il vice-Primo Ministro del
governo filosionista ed antirusso di David
Cameron: oggetto, la questione ucraina. Farage ha osservato fra l’altro che
la Russia è stata provocata dall’Europa, che gli eurocrati hanno fatto male a
costringere gli ucraini a scegliere fra Occidente e Russia, e che Vladimir Putin è «obbiettivamente» uno stratega politico di prima grandezza. Insulti,
derisioni, persino minacce sottintese, attacchi violenti e grossolani in modo
poco british hanno seguito il giorno dopo i commenti dei media inglesi (vedete
per esempio il Guardian del 31
marzo): quasi che la stampa fosse già in guerra.
The Independent,
una testata britannica moderata (equivalente grossomodo al Corriere della Serva), ha lanciato un sondaggio fra i suoi lettori.
«Il leader mondiale preferito da Farage è
Putin. Lo stesso Putin che sta aiutando Bashar
al-Assad in Siria, che s’infischia del diritto internazionale per
annettersi la Crimea. Questo, Farage lo trova ammirevole. Diteci: qual è il
vostro leader preferito?».
Idea malaugurata: i risultati
del sondaggio, il 5 aprile alle 16.30, sono stati Barak Obama 4%, David Cameron 2%, Angela Merkel 8%, Francois
Hollande (detto “la pera”) 1% ... e Vladimir Putin, 82%.
Ma The Independent non poteva ammettere un simile verdetto popolare,
contrario a quello dell’intellighentia filobancaria, quindi è stato rifatto il
sondaggio: al 7 aprile (ore 17) Cameron era fermo al 2%, Obama retrocesso al
3%, la Merkel scesa al 6%, e Putin salito ancora: 86%. Ammirevole la tenuta di
Hollande, inchiodato all’1% (e piacerebbe conoscerli ad uno ad uno, questi tizi
per i quali La Pera è il miglior leader mondiale). E si noti che la preferenza
è espressa da cittadini britannici, che si auto-considerano la quintessenza
dell’occidentalismo.
Lo smacco subito dall’Independent con il sondaggio, non
annuncia solo (implicitamente) una valanga di voti per Farage, nonostante i
tentativi dei media per ridicolizzarlo e screditarlo (o forse proprio per questo).
E si ha un bel dire che non è un vero sondaggio con criteri «scientifici», che i fan di Vladimir si
siano messi a cliccare cento volte ciascuno «Putin Putin Putin»; come nota il
blogger Vineyard Saker, «bisognerebbe ancora capire come mai non ci
sono i fan boys di Obama o di Cameron a fare lo stesso. O Putin è ammirato da
un sacco di gente, oppure è ammirato un sacco da poca gente; gli altri leader,
chiaramente, né questo né quello».
Il risultato più eclatante è
che i media non riescono più a manipolare l’opinione pubblica, ad imporre i «dis-valori» voluti dal Sistema (di cui
sono strumenti) né le demonizzazioni obbligatorie. Si riscontra un rifiuto
implicito di piegarsi all’ingiunzione mediatica che bolla la Russia come il
regno del Male. La percezione di ritorno al reale, di una legittimità politica
da noi scomparsa – ma di cui la gente sente ancora, oscuramente, la fame. E che
essa riconosce quando compare.
Quindi la strada che ci viene
indicata è quella di:
·
abbandonare le
ultime illusioni sulla moneta-debito euro per giungere alla moneta-credito;
·
detestare il
debito pubblico il quale, oltre che immorale, è anche illegale;
·
lanciare forti
messaggi contro la stegocrazia criminale, cioè gli anglofoni BM, FMI, ONU, i
guerrafondai UE, NATO, UK, USA, Israele;
·
soprattutto
dividersi da chi non solo non chiede la sovranità monetaria ma, addirittura,
vuol lasciare tutto così com’è, ed insiste sulla nostra “discesa agli inferi”;
·
detassare a
livelli di curva di Laffer (di cui si parla in questi giorni sulla stampa
nazionale, da quando hanno scoperto, ad esempio per il tabacco, che aumenti di
tasse, oltre una certa aliquota, comportano inevitabilmente riduzione del
gettito);
·
defiscalizzare le
attività produttive, le assunzioni;
·
diminuire il
cuneo fiscale (ma non nel modo ridicolo di Renzi che dà ad alcuni 80 euro lordi
ma toglie a tutti la detrazione netta di 65 € per coniuge a carico);
·
bloccare la
“fabbrica del debito” (basta emissione di titoli di stato);
·
istituire il
reddito minimo di cittadinanza;
·
nazionalizzare l’estrazione
di petrolio e gas in Lucania;
·
nazionalizzare la
banca d’Italia e tutti gli ambiti strategici (salute, difesa, …);
·
investire molto e
presto in energie rinnovabili di cui i territori d’Italia (in particolare il
Sud) sono ricchissimi;
·
tornare a far le
cose, cioè prodotti e servizi (negli anni ’80 la finanza era il 20% dell’economia
totale, ora quella “di carta” è 5 volte maggiore di quella reale).
·
Valutare il
volontariato e rivalutare i mestieri;
·
insegnare la vera
storia, non quella di regime che ancora oggi secreta gli avvenimenti del
cosiddetto risorgimento;
·
tornare ai
mestieri artigianali di una volta, perla della nostra economia;
·
tornare ad usare
parole semplici come “permesso, per favore, grazie, prego, scusa” cioè
l’umiltà, il rispetto, la misericordia, fondamenti della vita civile.
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