sabato 21 giugno 2014
04:00 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
21/06/2014
Ugo d’Esposito (19/12/1922 - 19/06/2014)
Il
giorno 19 giugno 2014, alle ore 06:00 circa, il nocchiere scelto Ugo Michele d’Esposito,
si è spento nel sonno, senza dare fastidio a nessuno, così come ha vissuto
tutta la sua vita.
Era
ospitato da vari anni, a causa di acciacchi che lo avvano indebolito nel corpo,
ma non nella mente, all’Hotel Salus di Marano, dove aveva trovato un’accoglienza
professionale, attenta e preparata, ma anche affettuosa, paziente e gentile,
fino all’ultimo.
Come
ha ricordato anche padre Salvatore (il sacerdote dell’istituto R. Darmon nella
cui chiesa è stato officiato il rito funebre), che lo aveva conosciuto,
parlando spesso con lui, Ugo, anche se non era un frequentatore della chiesa,
aveva una forte, convinta, invincibile fede: quella nella Patria (cioè la “terra
dei padri”) che lo aveva portato a combattere in armi contro l’invasore
anglo-americano sia di fronte alle linee, sia nel territorio occupato. E questa
fede certamente sarà stata vista come cosa buona dal Padre celeste, che accetta
ciò che ognuno di noi può fare per contribuire al bene comune.
Sono
state numerose le manifestazioni di stima e cordoglio pervenute alla famiglia, poiché
Ugo era riuscitoa farsi voler bene anche da chi non era d’accordo con lui: la
sua educazione superiore, maturata nell’ambiente cosmopolita della città
natale, Alessandria d’Egitto, le molte lingue conosciute, la naturale estroversione,
la curiosità intellettuale gli avevano aperto le porte di una professione in
cui aveva raggiunto i massimi livelli (negli ultmi 10 anni di lavoro è stato AD
dell’Avis Autonoleggio Italia).
Ma
una delle sue doti principali era la discrezione, talmente forte che una delle
sue gesta più eroiche, l’affondamento della Novorossijsk, avvenuto il 28
ottobre 1955 nel porto di Sebastopoli in Crimea, è passato sotto silenzio per quasi
57 anni anni ed è riemerso solo per l'interessamento di Luca Ribustini, direttore del giornale on-line 4arts.it, che ha dedicato a questa vicenda vari articoli.
Vedi link:
Non
voglio fare considerazioni su alcuni dei commenti che ho letto, sia sul sito
4arts sia su altri blog, ma devo rilevare che molti non conoscono più il
concetto di Patria e ciò che può arrivare a comportare, in termini di
sacrificio personale e collettivo.
Di
seguito riporto il necrologio che ho letto davanti a camerati ed amici di Ugo, nella
chiesa dell’Ist. Darmon, per salutarlo prima che la sua salma, coperta dalla bandiera della RSI,
fosse inumata.
_-------------------_____---------------------_____________
a lato, bandiera della RSI (aquila littoria)
Innanzitutto
ringrazio sia chi è qui oggi sia chi non ha potuto presenziare ma ha dato segno
del proprio cordoglio: a tal proposito vi espongo una rielaborazione degli alti
pensieri (evocati dai camerati e dagli amici), pensieri che erano anche in me
ma che, forse, senza il loro contributo, non avrei saputo esprimere così bene.
Oggi
salutiamo le spoglie mortali dell’ultimo X-MAS (Gruppo Gamma), quindi agente
sotto copertura dietro le linee nemiche (col nome di Roberto Rossi, capo delle
Corporazioni della provincia di Frosinone), sabotatore della Novorossijsk nel
posto di Sebastopoli (Crimea) Ugo Michele d’Esposito, nato ad Alessandria
d’Egitto, figlio di Alessandro ed Alessandra Sabatelli, padre di Mariarosaria
ed Alessandro, ma egli (il suo spirito) è già passato dal varco che porta tra i
giusti, tra i guerrieri del Walhalla, come merita.
Egli
si accomiata da questa terra che ha onorato da uomo, combattendo durante (ufficialmente)
e dopo (clandestinamente) la Seconda Guerra Mondiale.
Egli nel partire ci lascia, però, un prezioso
testamento vivente: noi che sappiamo che il codardo muore ogni giorno, mentre l’impavido
muore una volta sola. E noi sapremo mantenere le posizioni, fino a quando non
lo seguiremo.
Qualcuno
ha tristemente considerato che è un altro pezzo della storia, della nostra vita
che se ne va ma io non lo credo.
Sento,
invece, che la storia, da ombra perduta tra le nebbie dell’ideologia, con il
trapasso di coloro che la storia l’hanno fatta, diventa un faro splendente, che
illumina la nostra vita per mezzo degli ideali immortali, universali e
rivoluzionari che sono la bandiera, la casa e l’orizzonte degli spiriti liberi,
in ogni tempo.
Lui
è andato avanti, rimanendo orgogliosamente fascista (in un mondo che, ancor
oggi, disprezza chi ha donato la vita per un’idea, perché questa non è l’idea,
la visione del mondo dei vincitori militari), con la consapevolezza che i veri
fascisti non muoiono mai ma vivono nel paradiso degli eroi, accanto al Duce, a
Balbo, a Muti ed agli altri che hanno fatto grande l’Italia.
Ora
e per sempre Dio è con noi e sia fatta la Sua volontà. Gott Mit Uns, Eia Eia Alalà!!
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