sabato 8 ottobre 2016
08:42 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
08/10/2016
Estraggo
alcune frasi dall’ottimo aticolo che si può leggere integralmente sul link: http://www.fanpage.it/la-magistratura-in-italia-ordine-o-potere-considerazioni-giuridico-costituzionali-di-un-giovane-avvocato/
a cura dell’avv. Giuseppe Palma.
Quella
che mi ha convinto maggiormente tra le sue valutazioni è che i megistrati NON
sono eletti da nessuno quindi esercitano le loro funzioni A NOME ma NON PER
CONTO del popolo (cioè è una forma di rappresentanza INDIRETTA) mentre
Parlamento e Governo esercitano le loro funzioni A NOME E PER CONTO del popolo
(rappresentanza DIRETTA).
Inoltre
proprio per il rapporto diretto, il politico lo posso mandare “a casa” (con la
sfiducia o non votandolo più) mentre il magistrato no.
Quanto
della famosa separazione tra i poteri dello Stato (esecutivo, legislativo,
giudiziario) operata da Montesquieu - e alla base delle moderne democrazie - è
stata accolta nella nostra Costituzione ? E, soprattutto, cosa accade quando si
è in presenza di una "cronica" debolezza del potere esecutivo e
legislativo ?
….
A
mio modesto parere, la Magistratura non può in nessun caso esercitare un potere
– in senso stretto – dello Stato, infatti per poter parlare tecnicamente di
potere, e quindi di imperium, è necessario che esso derivi dal popolo o, come
accadeva nei secoli passati, da Dio.
<omissis>…
Per
rendere maggiormente masticabile questo meccanismo, è sufficiente comprendere
che nel momento in cui il Parlamento ed il Governo esercitano i propri poteri,
lo fanno “in nome” E “per conto” del popolo da cui ne deriva l’investitura,
quindi la Magistratura non può essere in alcun modo considerata un potere – in
senso stretto – dello Stato; essa è solo un Ordine legittimato ad esercitare –
“in nome” del popolo e NON anche per conto di questo – la funzione
giurisdizionale nei soli spazi delineati dalla Costituzione e, soprattutto, nel
fedele rispetto della legge approvata dai soli organi deputati ad adottarla,
quindi dal Parlamento e dal Governo, seppur quest’ultimo nei soli casi
tassativamente previsti dalla Carta costituzionale.
A
dimostrazione di quanto premesso, la nostra Costituzione – della quale i
giudici si dichiarano spesso i soli scudieri – parla, non a caso, di Ordine
Giudiziario e non di potere. Se si legge il Titolo Quarto della Carta
costituzionale è scritto a chiare lettere, nella Sezione Prima, “Ordinamento
giurisdizionale”, e non Potere; e a fugare ogni dubbio ci pensa l’art. 104
Cost. : <<La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente
da ogni altro potere…>>. Fatti
chiaramente salvi i principi di autonomia e indipendenza contro i quali nessuno
mai si sognerebbe di scrivere neppure un rigo, osservi il lettore che la Costituzione
parla – addirittura in maniera esplicita– solo di Ordine, guardandosi bene
dall’usare il termine potere.
<omissis>…
E
che dire della crociata classista e giacobina racchiusa nelle parole
<<resistere, resistere, resistere…>>! Alla “faccia” della
Costituzione e del principio della separazione dei poteri!
<omissis>…
Mai
la Magistratura deve sentirsi legittimata a sostituirsi alla politica; anche di
fronte a periodi di debolezza di quest’ultima, la Magistratura non deve mai
indossare una veste che non sia quella che le ha ricamato su misura la
Costituzione e, allo stesso tempo, mai la politica deve utilizzare la giustizia
per i propri scopi. Atteggiamenti differenti hanno prodotto e continueranno a
produrre gravissimi danni allo Stato di Diritto ed ai principi di libertà e
democrazia.
<omissis>…
E
che dire, per esempio, di alcune sentenze della Corte di Cassazione?!
Nascondendosi dietro l’importantissima funzione nomofilattica, la Suprema Corte
spesso stravolge sia l’intenzione del Legislatore che il senso e la portata
delle leggi stesse. Tutte queste deformazioni, se vogliamo continuare a vivere
in uno Stato di Diritto, devono al più presto cessare!
<omissis>…
Al
momento mi è sufficiente trovare consolazione nel sapere che esiste una
maggioranza di magistrati – e vi posso garantire che sono tantissimi – che
svolgono onestamente il loro lavoro con professionalità, preparazione e
serietà, senza alcuna mira o ambizione che non sia quella nobile e disinteressata
di essere al fianco di tutti gli operatori del diritto – seppur ciascuno nel
rispetto del proprio ruolo – per garantire ai cittadini l’unica cosa che conta
per davvero: la Giustizia!
Avv.
Giuseppe Palma
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