venerdì 26 maggio 2017
09:08 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
26/05/2017
Non
sono solito rimbalzare articoli di altri ma questo lavoro di Blondet merita
assolutamente di essere condiviso, perchè tratta una tematica tanto grave
quanto trascurata, a causa dell’attuale condizione umana (la quale, da tanti
decenni, è fortemente orientata al materialismo) che impregna la società e che,
quindi, la lascia sprotetta dagli attacchi del Male
UN CULTO DI LUCIFERO
NELL’ALTA FINANZA.
Maurizio Blondet 29 aprile
2017 13
Vedo che alcuni blog italiani hanno già postato parziali
traduzioni di questo video. Non so chi sia quello che parla, se davvero si
chiami Ronald Bernard, sia olandese,
e sia come dice un professionista interno all’alta finanza. Non so se quando
dice che in quegli ambienti alti si pratica un culto luciferino, sia vero. Non
ho prove. Solo che, quando comincia a raccontare “sono stato invitato a partecipare a dei sacrifici…all’estero…”, gli
occhi gli si riempiono di lacrime. “…Bambini…”.
E’ davvero sconvolto al ricordo.
“Ti è stato chiesto di
farlo?”, gli chiede l’intervistatore.
“Sì, e io non potevo”.
S’interrompe, non riesce quasi più a parlare . Ma si sforza e continua. Non sta
mentendo, Ronald Bernard.
Quindi, traduco anch’io una parte (di 8 minuti: l’intero
video dura 40 minuti) delle confessioni di quest’uomo in cui la coscienza, come
dice, “si è scongelata”.
Collegamento al filmato YouTube https://youtu.be/cHb4lChdkys |
Quando l’intervistatrice gli chiede di ricordare qual è la
cosa peggiore che ha vissuto in quell’ambiente di alti poteri, e cosa ha
provocato il suo rigetto, lui dice:
“Questo è solo
l’inizio della fine. Deve capire che quando entrate così profondamente in
queste cerchie, vi fanno firmare un contratto a vita, di non divulgare i
nomi delle imprese, delle organizzazioni o delle persone.. Penso sia per questo
che sono ancora in vita. Ci si deve attenere”.
“Vi dico quello che ha
scongelato la mia coscienza…Andiamo”, dice con un evidente sforzo su se
stesso, e comincia a commuoversi. “Sono
stato addestrato per essere uno psicopatico; non è riuscito, perché non ho
terminato la mia ‘formazione’, la mia
coscienza è tornata. E’ stato difficile per me, perché avevo successo, un
ottimo status sociale, avevo la fiducia della gente che naviga a quel livello..”.
Si ferma a riflettere.
“Per essere precisi,
la maggior parte di quelle persone aderisce ad una religione speciale. Come ci
sono i cattolici, i protestanti, ogni tipo di religione, questa gente – la
maggior parte – erano luciferiani. Potete dire che sono tutte fantasie, che Dio
non esiste, che niente di tutto ciò è reale … per questa gente è verità e
realtà. Sono al servizio di un piano superiore, immateriale, che chiamano
Lucifero.”
“Io ero in contatto
con questi circoli, queste reti. Per me non erano che clienti. Quindi ho
frequentato dei posti chiamati Chiesa di Satana. Ho visitato questi culti, ma
come un visitatore, un invitato, lasciato da parte … facevano le loro ‘sante
messe’ , con donne nude, alcolici… allora tutto questo semplicemente mi ha
divertito, non credevo a queste cose, ero ben lontano dal convincermi che
fossero reali”.
Collegamento al filmato YouTube https://youtu.be/nEpcY5JU120
|
Erano solo spettacolo, per voi?
“Sì, appunto”,
annuisce lui, “Pensavo che il male era
dentro a queste persone… non avevo collegato…” (indica verso l’alto: credo
voglia intendere: credevo che questi fossero malvagi in sé, non che lo
traessero dall’immateriale)…”Ero
un semplice invitato e mi divertiva vedere tutte quelle donne nude eccetera, la
bella vita…”.
“Ma a un certo punto
sono stato invitato, ed è per questo che vi racconto questo, a partecipare a
dei sacrifici… all’estero…” – e qui Bernard comincia visibilmente a
turbarsi, per lunghi momenti non riesce a parlare, ha il groppo in gola- “Questo è stato il punto di rottura….Dei bambini”.
“”Volevano
che…non ho potuto farlo”.
E’ chiaro che deve aver assistito a fatti “sacrificali” che ancora lo sconvolgono
al ricordo.
Vi hanno chiesto di farlo? Domanda l’intervistatrice.
“Sì, e non ho potuto
farlo”. Ingoia le lacrime, si sforza di non piangere.
Vuole fare una pausa?
“No … Dopo questo, ho
cominciato lentamente a crollare – Vivevo me stesso come un bambino grande e
questo mi ha profondamente scosso. Tutto è cambiato”.
“Ma è il mondo in cui
mi sono trovato….Ho cominciato a rifiutare incarichi nella mia professione, non
potevo eseguirli …Questo ha fatto di me una minaccia – per loro, ovviamente. Non
riuscivo più a funzionare in modo ottimale, vacillavo, rifiutavo alcuni
compiti…Non avevo partecipato…”.
E poi, come per spiegare meglio il motivo di “partecipare”:
“Lo scopo è di tenere
tutti in pugno. Col ricatto. Devi poter essere soggetto al ricatto…e lo fanno
attraverso i bambini. Questo mi ha sconvolto”. Le lacrime adesso gli rigano
il volto.
Sono metodi che si ritrovano anche in politica, dice
l’interlocutrice.
Roland Bernard in lacrime |
“Troverete su Internet
abbastanza testimonianze per capire che non sono racconti fantastici …
Purtroppo, la verità è che ciò avviene nel mondo intero, e da migliaia di anni
… se studiate la teologia e la Bibbia, trovate riferimenti a queste pratiche
presso gli israeliti…la messa al bando delle dieci tribù è legata a questi
rituali coi bambini, compresi sacrifici di sangue con i bambini – Tutto ciò è
significativo, e mi ha mostrato che ci sono realtà al di là di ciò che si può
vedere. C’è tutto un mondo invisibile. E reale. Parliamo qui di una forza
oscura e di una manifestazione della Luce. Ho studiato teologia per dare un
senso a tutto questo”.
Anche psicologia, vero?
“Sì – questa era la
mia vita di prima: psicologia applicata al business; la psicologia delle masse.
Ero capace di manipolare le situazioni a mio vantaggio”
.
L’intervistatrice evoca il Tavistock Institute, il controllo
mentale , MK-Ultra (per il Tavistock, rimando almeno ad un mio articolo fra
molti: http://www.maurizioblondet.it/quel-grande-esperimento-contagio-psichico/-
Per l’Italia, sarà utile rileggere questo: http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=318290&Itemid=100021)
Bernard annuisce con forza:
“Sì, esattamente, ma
questo fa parte del mio lavoro. Mi ci sono interessato per mia formazione,
perché quando fate transazioni, dovete anche manipolare i media; dovete
manipolare molte cose, perché niente può essere lasciato al caso…Tutto è
falsato. Ci si abitua a vedere la gente come un gregge di pecore, usate qualche
cane da pastore per mandarle dove volete voi. E francamente, vedo che questo
continua dappertutto.
La gente non capisce
di essere manipolata – dice: “Finché
ho la mia birra, eccetera. La gente è completamente assorbita in un meccanismo
di sopravvivenza – e questo è programmato. Scoprite com’è facile manipolare le masse in una direzione, quando
siete voi a tirare i fili”.
In un’altra parte del lungo video Bernard – come esempio di
cinismo da psicopatici dell’ambiente che ha frequentato, evoca la speculazione
sulla lira del 1992 da Georges Soros
(Vedi nota). Alla fine la lira fu comunque svalutata (del 30%),
dovemmo staccarci dall’aggancio al marco, noi contribuenti fummo fatti pagare
il conto di 60 miliardi di dollari.
Bernard. “… Uno dei miei colleghi mi ha detto: “ti ricordi quel caso con la lira italiana?
Quando abbiamo fatto quel massiccio dumping che ha svalutato la lira ed ha
portato una società italiana alla bancarotta? E poi: “Sai che il proprietario si è suicidato, e si è lasciato dietro una
famiglia”. E noi abbiamo riso: ah ah ah, tutti insieme. Perché [in quei
salotti alti] noi le persone le
mastichiamo, sono solo un prodotto, spazzatura inutile, da sprecare. La natura,
il pianeta, tutto può bruciare, tutto per noi può essere distrutto: sono solo
parassiti inutili. Servono solo a farci crescere, a farci raggiungere i nostri
obiettivi”.
Attenzione. Non solo le masse ovine, ma anche molti
nostri lettori informati restano increduli di fronte ad azioni di personaggi
come Soros: a che scopo, poniamo, paga e finanzia per inondare l’Europa di
immigrati islamici non-integrabili che producono disordine sociale? E perché
politici come la Merkel insistono in questa “soluzione” alla scarsa demografia,
palesemente rovinosa? Perché gli stati spendono miliardi per questa “grande
sostituzione” dei loro popoli, mentre non spendono per assegni di maternità che
consentano alle famiglie di avere tanti figli (che in Russia, per esempio, sta
funzionando bene)? Perché, poniamo, di colpo, come fosse dato un ordine
globale, in Europa si legalizzano le “Nozze gay”, si promuove l’eutanasia
legale, si insegna il gender anche negli asili, si rendono obbligatori corsi pro-LGBT
anche nelle scuole cristiane? Perché i grandi banchieri organizzano la miseria
e la disoccupazione di massa?
“Cosa ci guadagnano?”.
Questa è la domanda da cui nasce, anche in lettori informati
sui retroscena del mondo e delle oligarchie, l’impossibilità a credere cose
così enormi; gli sembra impossibile che i Soros, i Rothschild, Goldman Sachs,
Monsanto, questi “Illuminati”, le direzioni dei media, le eurocrazie facciano
questo “in pura perdita”, e persino “contro i loro interessi” fondamentali. Ciò
perché ci si ostina ad si attribuire a questi gruppi motivazioni ancora razionali,
l’interesse materiale, l’avidità, la spinta all’arricchirsi – motivi umani,
in fondo comprensibili da noi comuni mortali.
“Odiano
l’umanità, la natura…”
Invece qui, Bernard ci dice: lo fanno per odio puro.
In purezza ascetica. Odio al genere umano. Odio alla natura (un tempo si
diceva: alla creazione). Li vogliono entrambi annichiliti, distrutti,
carbonizzati. Costoro fanno sacrifici umani e distruggono vite come offerta gratuita,
liturgica, all’Essere cui danno culto: quello che fu chiamato l’Omicida fin
dall’Inizio – che vuole distruggere l’uomo perché ne invidia il destino
soprannaturale – che si rifiutò di servirlo, che gridò”Non serviam”; è quello
per cui “tutto ciò che esiste merita di morire”. Poiché è Principe di questo
mondo, essi ne sono ricompensati con poteri preternaturali, o almeno così
intendono i loro successi finanziari, i loro posti di comando mondiale, il loro
potere di disporre la vita e la morte di milioni di “bestie da soma”.
Infatti, più oltre Ronald aggiunge: “Sono pochi quelli che
non sottovalutano la gravità di tutto questo. Perché questa è una forza
annientatrice, che odia l’umanità. Odia la creazione, odia la vita. E farà di
tutto per distruggerci completamente. E il loro modo per farlo è dividere
l’umanità. Divide et impera è la loro verità”.
E poi: “L’umanità e una manifestazione della luce, cioè la
vera creazione. Fintanto che riescono a dividere sui partiti politici, colore
della pelle, chi più ne ha più ne metta, allora , da un punto di vista
luciferino, si sopprime la piena capacità del nemico,il suo potere integrale.
Non possono far niente da soli; senza di noi, sarebbero finiti. Quest’avido
mostro scomparirebbe”.
(“Lo stupido è la cavalcatura del diavolo”: l’antico detto
medievale è letteralmente verificato).
Poco prima, Bernard evoca i servizi segreti, asserisce che
essi partecipano a questo mondo luciferino.
“Una delle cose che ho
scoperto …riguarda i servizi. Si crede che esistano per servire e proteggere
una nazione, uno stato … in realtà risultano organizzazioni criminali – per
meglio dire, il sistema è pesantemente così. Parliamo di finanziare guerre,
creare guerre, fondamentalmente creare una quantità di sofferenza e miseria in
questo mondo. Quindi, una quantità di conflitti. […] I servizi segreti non si
fermano davanti a niente. Niente. Hanno anche i loro propri flussi di denaro,
perché commerciano in droga, in armi, se è per questo anche in esseri umani. Tutto
questo denaro deve andare da qualche parte. Tutto va finanziato”.
Tutti i servizi?, gli vien chiesto. E lui:
“Tutti, sì. L’intero
mondo che crediamo di conoscere è una illusione che ci vien fatta credere. E’
qualcosa che scopri in questo tipo di lavoro [il suo]. E qui tutto mi è andato di traverso”.
“Tutto è finanziato”: primavere arabe, rivoluzioni colorate,
il Califfato, il terrorismo, le strategie della tensione, i delinquenti
marginali che “si radicalizzano” di colpo e fanno strage a Parigi o a Nizza o a
Berlino, assassini solitari… ne abbiamo viste di queste scenografie, in questi
anni. Eppure la maggior parte dei media continua a diramare i comunicati di Al
Qaeda o i video dell’IS emanati dal SITE di Rita Katz; e il gran gregge
pecorile crede alle versioni ufficiali.
La creazione di assassini solitari e terroristi islamici, di
stati d’animo collettivi a Kiev come in Macedonia, o al Cairo, non possono non
sembrare al gregge fenomeni “spontanei” – non possono credere che sono atti di
magia – magia nera, – capacità speciali che possono persino sorgere dai
poteri preternaturali che Lucifero dona ai suoi adepti. Il gregge ormai è
progressista, si è liberato degli antichi tabù e delle superate superstizioni,
è felicemente e integralmente secolarizzato…
“C’è tutto un mondo
invisibile”, dice Bernard. E aggiunge: “Nei
miei studi e scoperte ho trovato un documento, che loro dicono che son tutte
palle ovviamente. I Protocolli di Sion. Un documento incredibilmente noioso.
Raccomando a tutti di leggerlo, perché se lo studi e lo capisci, è come leggere
il giornale della vita quotidiana. Come da questa loro posizione di potere
estremo – ed estremo è letteralmente divenuto – essi [non finisce il
pensiero]… Ma questo è solo perché la
gente non si difende, non si oppone. Non capisce cosa è la realtà. E siamo
stati tutti programmati; se osi dirlo, sei bollato di antisemita. Quindi sei
neutralizzato. Essi si sforzano … Il negativo, chiamalo Male, luciferiani,
satanisti, chiamalo come vuoi, è una entità reale. Si legge nella Bibbia. E non
solo nella Bibbia, ma in così tanti libri” [30:31]
Montini
autorizzò l’abolizione delle “difese” soprannaturali
Un’ultima parola sulla colpa della gerarchia modernista
post-conciliare, che ha abolito tutte le “difese” e “protezioni” contro il
Maligno inserite nella Messa tradizionale, segnatamente la preghiera esorcistica
all’Arcangelo Michele in fine della Messa feriale – voluta da Leone XII dopo una visione in cui aveva
visto il Vaticano invaso da demoni. Fu una eliminazione deliberata,di qualcuno
che sapeva bene ciò che faceva. Monsignor Annibale
Bugnini, cui Paolo VI affidò la
segretarie della riforma liturgica, era un comprovato massone: esistono lettere
di questo “mellifluo monsignore” indirizzate al Gran Maestro, che furono
pubblicate dalla rivista “30 Giorni” nel 1991 a firma del vaticanista Andrea Tornielli.
Invocazione a S. Michele Arcangelo |
Orbene: la “riforma” come stava venendo fuori dalla
Commissione (presieduta pro-forma dallo stupidissimo cardinal Giacomo Lercaro di Bologna) era tale da
lasciare sgomenti, in Vaticano, molti prelati importanti, come il cardinal
Antonelli. Il quale scoprì poi – lo scrisse nelle sue memorie – che il 19
aprile 1967 Paolo VI si disse amareggiato, perché si facevano esperimenti
capricciosi con la liturgia, e più addolorato ancora verso una
desacralizzazione della liturgia”.
Bugnini metteva a tacere i membri della Commissione dubbiosi
con una frase: “Lo vuole il papa”. Poi un altro testimone (Luis Bouyer, un protestante convertito) scopre che anche il Papa “aveva
approvato queste deformazioni della liturgia senza esserne soddisfatto”, anzi
gli chiese: “Ma perché vi siete impegolati in questa riforma?”. L’altro rispose:
“Ma perché Bugnini ci assicurò che lei la voleva assolutamente”. Al che
Paolo VI: “Ma è mai possibile? Lui mi disse che voi eravate unanimi
nell’approvarla…”.
Papa Montini capì di essere stato tradito. Per punizione,
mandò Bugnini … come nunzio apostolico a Teheran. Ma lasciò la Messa mutilata e
priva di invocazioni angeliche, come l’aveva ridotta quello. E così è ancor
oggi.
Nota
sull’assalto alla Lira.
“George Soros
fece una colossale vendita allo scoperto di lire che non aveva e che avrebbe
comprato dopo la svalutazione della nostra moneta. Soros spalleggiato dai Rothschild , che dal 1989
avevano aperto a Milano la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era diventato
direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia dell’attacco”,
scrissi). Ma se l’attacco ebbe successo e fece lucrare a Soros più di un
miliardo di dollari, fu con la complicità dell’allora governatore di Bankitalia
– il venerato maestro Carlo Azeglio
Ciampi – e di Giuliano Amato,
capo del governo.
I due regalarono a Soros i 48 miliardi di dollari delle
riserve di Bankitalia in quel che i media chiamarono “difesa della lira”, per
mantenerne alta la quotazione e l’aggancio al marco (“dovevano entrare
nell’euro” quello fu il primo prezzo fatto pagare al gregge di ovini italiani, pecore
euro-entusiaste”; difesa inutile, dal momento che la Bundesbank aveva subito
detto a Ciampi che non avrebbe speso un solo marco per partecipare alla
“difesa” della lira. Ciampi doveva subito smettere di svenarci; invece
continuò, in una deliberata complicità con questo mondo luciferino – da cui stato
premiato con le cariche altissime che sappiamo: capo dello stato, amatissimo
padre della patria eccetera. “
George Soros, il fetido speculatore |
“Così, quando la lira fu svalutata del 30 % –
come i Rothschild e le banche d’affari USA volevano, per poter comprare a
prezzi stracciati le imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la difesa
della italianità di quelle imprese. Del resto, la svendita era stata
accuratamente preparata da Giuliano Amato che, appena diventato capo del
governo, aveva trasformato gli enti statali in società per azioni, in vista
delle privatizzazioni, in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero
controllarle diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di
pane.
Il piano era stato probabilmente elaborato nella famosa
riunione sul Britannia del giugno ‘92, panfilo della regina d’Inghilterra, su cui era salito
Mario Draghi, allora funzionario del
Tesoro.
I magistrati di Mani Pulite diedero una
mano, creando il clima di linciaggio contro Bettino Craxi (che si opponeva fieramente alle intrusioni
straniere) ed arrestando preventivamente una folla di grand commis di Stato,
poi risultati del tutto innocenti, in modo da sguarnire il fronte che si
opponeva alle svendite. Così il saccheggio avvenne tra gli applausi degli
italiani, ben contenti di vedere Craxi in fuga e la vecchia DC smantellata da Antonio Di Pietro.
Jacob Rothschild e David Rockefeller, i
satanici banksters
|
La cosa fu così sporca che Ciampi (come minimo, se non da
complice, si comportò da incompetente) una volta prosciugate le riserve, offrì
le sue dimissioni. Gli fu detto di star tranquillo; sarebbe stato premiato con
la presidenza della repubblica e santificato per sempre dall’aureola di Venerato
Maestro, conferitagli dai grandi giornali, Corriere e
soprattutto Repubblica. C’è il sospetto infatti che anche Carlo De Benedetti avesse guadagnato
dalla speculazione.
Ci fu anche un’inchiesta. Nel ‘96 la Guardia di Finanza indagò se «influenti italiani abbiano operato illegalmente dietro banche e speculatori», ricavando un guadagno accodandosi a Soros nella speculazione contro la lira. Il Mondo del dicembre ’96 scrisse che la «lobby a favore di Soros», secondo gli inquirenti, comprendeva Romano Prodi, Enrico Cuccia (capo di Mediobanca per la Lazard) Guido Rossi, Isidoro Albertini, Luciano Benetton, Carlo Caracciolo. Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica”.
(Si legga il resto qui: http://dioni.altervista.org/soros/dioni_0110.html)
Ciampi e la speculazione di Soros
le lire |
Nel 1992 Carlo Azeglio Ciampi, allora governatore di
Bankitalia, dilapidò 48 miliardi di dollari in una assurda difesa
della lira, che era sotto attacco da parte di George Soros. Difesa che fin
dall’inizio era da abbandonare, dato che la Banca Centrale tedesca aveva
chiarito che non avrebbe appoggiato l’Italia (doveva già proteggere la
Francia). Soros aveva più mezzi: grazie all’effetto-leva e alla
speculazione coi derivati, agiva come avesse 100 dollari per ogni 5 realmente
impiegati.
In pratica, con questa leva, Soros vendeva
lire che non possedeva, contando poi di ricomprarle a svalutazione avvenuta.
Inoltre, Soros aveva alle spalle i Rothschild, che dal 1989 avevano aperto a Milano
la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era diventato
direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia dell’attacco.
Carlo Azeglio Ciampi, il traditore |
Il venerato maestro Ciampi [il traditore,
dico io, n.d.A.], che sapeva come stavano le cose, avrebbe dovuto
rinunciare fin dall’inizio alla sua difesa, salvando i 48
miliardi di dollari. Invece la fece ad oltranza: cosa che costò ai contribuenti
italiani 60 mila miliardi di lire (due o tre stangate alla Prodi) che in parte
(almeno 15 mila miliardi di lire) finirono nelle tasche di Soros. E cosa ancora
più grave, Ciampi prosciugò quasi totalmente le riserve in valuta di
Bankitalia.
Così, quando alla fine la lira fu svalutata
del 30% – come i Rothschild e le banche d’affari USA volevano, per poter
comprare a prezzi stracciati le imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la
difesa della italianità di quelle imprese. La svendita era stata accuratamente
preparata da Giuliano Amato che, appena diventato capo del governo, aveva
trasformato gli enti statali in società per azioni, in vista delle
privatizzazioni, in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero
controllarle diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di
pane.
Il piano era stato probabilmente
elaborato nella famosa riunione sul Britannia del giugno ‘92, panfilo della
regina d’Inghilterra, su cui era salito Mario Draghi, allora funzionario del
Tesoro.
I magistrati di Mani
Pulite diedero una mano, creando il clima di linciaggio contro Craxi (che
si opponeva fieramente alle intrusioni straniere) ed arrestando preventivamente
una folla di grand commis di Stato, poi risultati del tutto innocenti, in modo
da sguarnire il fronte che si opponeva alle svendite. Così il saccheggio avvenne
tra gli applausi degli italiani, ben contenti di vedere Craxi in fuga e la
vecchia DC smantellata dal traditore Antonio Di Pietro.
La cosa fu così sporca che Ciampi
(come minimo, se non da complice, si comportò da incompetente) una volta
prosciugate le riserve, offrì le sue dimissioni. Gli fu detto di star
tranquillo; sarebbe stato premiato con la presidenza della repubblica e
santificato per sempre dall’aureola di Venerato Maestro,
conferitagli dai grandi giornali, Corriere e
soprattutto Repubblica. C’è il sospetto infatti che anche De
Benedetti avesse guadagnato dalla speculazione.
Ci fu anche un’inchiesta. Nel ‘96
la Guardia di Finanza indagò se «influenti italiani abbiano operato
illegalmente dietro banche e speculatori», ricavando un guadagno accodandosi
a Soros nella speculazione contro la lira. Secondo Il
Mondo del dicembre ‘96, la «lobby a
favore di Soros», secondo gli inquirenti, comprendeva Prodi,
Enrico Cuccia (capo di Mediobanca per la Lazard) Guido Rossi, Isidoro
Albertini, Luciano Benetton, Carlo Caracciolo.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.
L’inchiesta su Soros stana la "Banda dei cinque"
L'indagine
proposta dal Movimento Solidarietà è entrata nella fase calda. Ciampi
&Co. dovevano sapere che nel 1992 la lira non avrebbe retto
l'assalto speculativo di George Soros e sperperarono 15 mila miliardi
in una difesa a dir poco sospetta.
"Se,
come sembra, l'inchiesta su George Soros andrà avanti, Mani Pulite diventerà
una barzelletta", ha dichiarato Paolo
Raimondi, presidente del Movimento Solidarietà, a commento
dell'incoraggiante notizia che la Procura di Roma ha avviato una nuova fase
dell'inchiesta sullo speculatore internazionale. Raimondi era a Roma per una
serie di consultazioni alla fine di gennaio, nei giorni in cui alcuni
quotidiani davano grande risalto al contenuto dell'esposto con cui il Movimento
Solidarietà aveva fatto avviare l'inchiesta.
"Noi
non crediamo alle battaglie politiche per vie giudiziarie", ha aggiunto
Raimondi, che ha proseguito: "La nostra iniziativa è stata concepita per
organizzare e stimolare la riscossa di tutte le forze che si oppongono alla
politica di distruzione dell'economia nazionale imposta dal FMI, da Maastricht e
dai mercati finanziari guidati da Londra".
Come Solidarietà ha
riferito più volte, l'esposto presentato da Raimondi e Claudio Ciccanti (segretario del Movimento Solidarietà) chiede di
verificare se l'attacco alla Lira del settembre 1992, che fece uscire la nostra
moneta dal Sistema Monetario Europeo svalutandola del 30%, facesse parte della
stessa strategia discussa sulla riunione del "Britannia" il 2 giugno
dello stesso anno. Sul Britannia erano infatti riuniti i principali banchieri
della City per conto dei quali George Soros condusse la speculazione contro la
Lira. Alcuni di loro poi parteciparono alla grande svendita chiamata
privatizzazione, chi direttamente chi in consorzio con altri alleati della
City.
Nell'esposto
si chiede di appurare se Soros, nel suo attacco alla Lira, abbia goduto di
notizie riservate di fonte italiana. Rimane infatti un mistero il comportamento
delle nostre autorità monetarie che, sapendo già dal maggio precedente di non
poter reggere all'attacco speculativo, riversarono nell'inutile difesa della
Lira 48 miliardi di dollari per poi capitolare. Invece, quel comportamento fece
guadagnare a Soros 280 milioni di dollari in una settimana e forse molto di
più. La perdita secca per le casse della banca centrale, che ha dovuto riacquistare
le riserve di valuta a Lira deprezzata, è stata calcolata in circa 15 mila
miliardi di Lire, una mini-finanziaria.
L'accusa
di complicità sembra concretizzarsi già nella prima fase dell'inchiesta (che
procede a Napoli e Roma, mentre Firenze e Milano si sono fatti da parte per
motivi diversi), almeno nei confronti di uno dei timonieri della Lira nel
settembre 1992, Piero Barucci, allora ministro del Tesoro e membro della
"Banda dei cinque" che controllava la politica monetaria (gli altri erano
l'allora capo del governo Giuliano Amato, l'allora e attuale Direttore Generale
del Tesoro Mario Draghi, l'allora governatore di Bankitalia e attuale
superministro dell'Economia Carlo Azeglio Ciampi e l'allora Direttore di
Bankitalia e attuale ministro degli Esteri Lamberto
Dini).
Infatti,
come ha rivelato il Corriere della Sera in un ampio
servizio del 27 gennaio, dedicato all'inchiesta sollecitata dal Movimento
Solidarietà, Barucci è oggi presidente della AFV, una società di
intermediazione finanziaria (sim). Il guaio dell'AFV non è solo che essa svolge
attività speculativa, ma che la lettera "F" sta per Alberto Foglia, fondatore della AFV e
niente-popo-di-meno-che presidente del consiglio di amministrazione del Quantum
Fund di George Soros!
Lo stesso
quotidiano di via Solferino sottolinea la precaria posizione di Barucci quando,
nel riferire il testo dell'esposto (vedi riquadro), elenca i nomi di
consiglieri del fondo di Soros e nota che Alberto Foglia è "partner nella
Sim ora presieduta da Barucci". Naturalmente, dato che le indagini,
proprio per la loro serietà, sono coperte dal massimo riserbo, non è dato
sapere di più. Ma non è difficile immaginare lo stato di disagio in cui si
trovano attualmente il Barucci e il resto della Banda dei Cinque, indicato dal modo
in cui si è verificata una prima, agitata reazione alle "cattive"
notizie giudiziarie.
Ciampi scende in campo
In una
evidente contromossa, i protagonisti del Settembre Nero della Lira hanno
anticipato la "loro" versione dei fatti. Come se avesse letto in
anticipo il servizio che doveva uscire l'indomani, domenica 26 gennaio, Ciampi
si è sentito in dovere di spiegare il comportamento della Banca d'Italia in
quella crisi. Si badi bene: finora, dopo quattro anni e mezzo, Ciampi non aveva
speso una parola sull'argomento.
Parlando
ad una riunione degli operatori di cambio (quindi tra galantuomini), l'attuale
vero capo del governo Prodi ha dapprima scaricato ogni responsabilità: egli non
fece che obbedire agli ordini del governo. "Le decisioni sulle parità
delle monete sono sempre e da sempre di competenza dell'esecutivo." Poi
Ciampi è passato all'offensiva. La crisi della Lira, a suo avviso, è stata
positiva perché "l'atmosfera di dramma" che l'accompagnò permise
"l'adozione di quelle rilevanti misure di correzione di bilancio che il
governo aveva invano cercato di varare prima". In altre parole, la
battaglia persa contro la speculazione fu lo shock necessario a fare accettare
agli italiani quattro anni di stangate che non sono altro che trasferimenti
netti di risorse a favore della rendita finanziaria.
Ma Ciampi
si spinge oltre: il 31 luglio, quando la Lira era già sottoposta a una
pressione speculativa (e la Banda dei Cinque sapeva che non avrebbe retto),
Amato era riuscito a strappare ai sindacati il famoso accordo salariale
giustificandolo tra l'altro con la necessità di rimanere nel Sistema Monetario
Europeo e quindi di combattere l'inflazione. "Amato racconta Ciampi riuscì
nell'intento perché voleva tenere il cambio: Se avesse detto `io domani svaluto',
l'intesa non la faceva". Avete capito bene: Ciampi si fa bello per non
aver concesso gli aumenti salariali e per aver invece regalato 15 mila miliardi
a Soros attraverso la manovra speculativa!
Perché
poi, sembra proprio che quelle decisioni siano state prese più a Via Nazionale
che a Palazzo Chigi. Perlomeno a quanto afferma un testimone dell'epoca,
l'allora segretario del PSI Bettino Craxi. Le parole di Craxi vanno prese cum
grano salis, tenendo presente la situazione particolare dell'esule di Hammamet;
ciononostante, le circostanze riferite sembrano veritiere. Craxi ha scritto una
lettera al Corriere, pubblicata con risalto in pagina economica,
per dire la sua sui fatti del `92 riferiti nel servizio del 27 gennaio. Amato
lo chiamò all'inizio della pressione speculativa, scrive Craxi, per chiedere
consiglio su quale linea di condotta tenere. È credibile che Amato, nominato
Presidente del Consiglio su indicazione del PSI, si consultasse con il
segretario del partito.
Craxi
avrebbe suggerito di non sprecare risorse e svalutare. Amato evidentemente non
tenne conto del consiglio, anche se ritelefonò ad Hammamet per avvisare Craxi
dell'imminente svalutazione.
Le
circostanze riferite da Craxi descrivono un Presidente del Consiglio in cerca
di suggerimenti in una crisi più grande di lui. Amato non emerge certamente
come la figura del comandante che dà ordini, tantomeno alla Banca d'Italia,
come sostiene Ciampi. È più probabile il contrario: che nel panico di quei
giorni, il governo abbia seguito le indicazioni di "chi ne sapeva di
più", e cioè dei grandi sacerdoti della moneta di Via Nazionale.
Un'impressione
confermata dalla lettura del libro L'Isola del Tesoro, del
summenzionato Piero Barucci. Evidentemente presagendo di essere il primo capro
espiatorio quando fosse scoppiata la tempesta, Barucci ha scritto il libro come
una difesa in anticipo. Secondo il libro (e anche qui la descrizione sembra
credibile), Barucci piomba dall'esterno in una compagine governativa dove
comandano altri e lui assiste impotente ad avvenimenti che gli passano sopra la
testa. In ogni caso, il cerchio dei sospetti si stringe sempre più attorno a
Ciampi e ai suoi uomini.
I sorosiani si scoprono
A
giudicare dallo zelo con cui gli stessi media che hanno amplificato le tardive
spiegazioni di Ciampi si sono profusi in sospette apologie di George Soros, si
deve presumere che, se ricevevano ordini, i ciampisti li ricevevano dal mega
speculatore americano o dai suoi padroni inglesi.
L'oscar
spetta a La Repubblica (proprietario Carlo De Benedetti, che
fece incontrare Soros e Di Pietro) che, in un sol giorno, il 31 gennaio, ha
pubblicato tre articoli, in tre pagine diverse, in difesa della Banda dei
Cinque e di George Soros. Prima, un grosso servizio intitolato "Craxi-Ciampi, è polemica sulla svalutazione
del `92", in cui ampio spazio viene concesso alle argomentazioni di
Ciampi sopra riferite. Nella sezione culturale, un'intera pagina viene dedicata
a George Soros, dipinto come un genio che dispensa saggezza filosofica sui mali
del... libero mercato. L'autore è il noto scrittore latino-americano Vargas Losa che, come Soros, è a favore
della legalizzazione della droga. Dimostrando una illimitata fiducia nella
imbecillità dei suoi lettori, dipinge Soros come un interprete della dottrina
sociale della Chiesa.
In pagina
editoriale, l'apologia del genio economico di Soros viene affidata a Giorgio Ruffolo, veterano esponente
della sinistra tecnocratica italiana. Ruffolo tratta Soros come un
"pentito" della speculazione a cui occorre prestare ascolto perché sa
quel che dice. Fa finta di trattare Soros oggettivamente, ma una settimana dopo
Ruffolo ha partecipato a Bruxelles ad una conferenza organizzata, finanziata e
presieduta proprio da Soros, che ha riunito un gruppo di intellettuali europei.
Scopo della conferenza, lanciare la campagna per una "società aperta"
nell'Europa occidentale, sulla scorta delle esperienze svolte da Soros nell'Est
Europa, con l'obiettivo di varare nel 1988 un'assemblea costituente europea.
Non ci interessa sapere se i partecipanti all'iniziativa abbiano ricevuto il
solito "rimborso spese" della serie Nomisma, ma piuttosto far capire
al lettore l'esistenza di collegamenti e disegni politici che a definire
"complotto" si pecca di modestia.
Nell'articolo
di Repubblica Ruffolo prende per buona la versione sorosiana
dei fatti del `92, con la quale esordisce: "Ebbi il primo segnale - dice Soros nella sua autobiografia - di una crisi imminente della sterlina da un
discorso del presidente della Bundesbank, Schlesinger."
Dopodiché Soros avvicinò Schlesinger e "capii immediatamente che cosa voleva dirmi. Era un incoraggiamento a
vendere la lira italiana". Più in là, Soros rincara la dose: "Abbiamo eseguito gli ordini del nostro
maestro, la Bundesbank". La sua teoria è confutata come minimo dal
fatto che la Bundesbank ha speso almeno 60 miliardi di marchi per difendere le
monete dello SME, principalmente il franco francese.
Le provocazioni del Financial
Times
Come
afferma Raimondi nell'intervista citata all'inizio, l'Italia è vittima di una
politica economica distruttiva di cui Soros e la Banda dei Cinque sono
rappresentanti. Questa politica oggi prende il nome di "Maastricht",
anche se non si tratta altro che della vecchia politica del Fondo Monetario
Internazionale. La beffa è che, benché la politica di Maastricht sia stata
congegnata per distruggere gli stati nazionali, con la Germania come obiettivo
principale, il fatto che i primi della classe nell'adottare la politica di
bilancio per raggiungere i famigerati parametri siano i tedeschi si presta a
manipolare i meno fortunati, come l'Italia, contro la Germania. Abbiamo visto
con quale disinvoltura Soros e i suoi cortigiani italiani addirittura accusano
la Bundesbank della speculazione contro la lira, senza tema di essere
ridicolizzati. Così, alla fine di gennaio, il Financial Times, il
principale organo dei padroni di Soros nella City di Londra, è riuscito quasi
ad innescare una crisi tra Roma e Bonn inventandosi l'esistenza di un piano
segreto tedesco per tenere fuori l'Italia dalla moneta unica.
L'articolo
del Financial Times è stato il segnale per una rinnovata
campagna internazionale contro la Germania che viene dipinta come il Quarto
Reich. Questa è la stessa identica campagna lanciata nel 1989 dalla premier
inglese Margaret Thatcher, con cui
fu estorta alla Germania la tacita promessa di farsi promotrice della politica
di Maastricht in cambio del "nulla osta" per la riunificazione
tedesca. Il ricatto ha effetto sui due versanti: contro la Germania, costretta
a fare la prima della classe, e contro gli altri che ne sono gelosi.
La
provocazione è stata poi rilanciata domenica 9 gennaio da Beniamino Andreatta, in un'intervista al Corriere, dove l'attuale ministro della Difesa accusa la Bundesbank
di avere condotto nel passato operazioni di aggiotaggio contro la lira. Da
quale pulpito: proprio Andreatta era a bordo del Britannia il 2 giugno 1992,
quando si complottò la privatizzazione delle aziende a partecipazione statale
assieme ai protagonisti del successivo assalto contro la lira. In una
dichiarazione pubblicata sullo Strategic Alert dell'EIR, Paolo
Raimondi ricorda che nel 1992, il gioco politico della City e dei suoi alleati
fu quello di utilizzare speculatori di grido come Soros per far saltare il
Sistema Monetario Europeo e soprattutto di minare un possibile orientamento
unitario dell'Europa continentale verso la realizzazione di grandi progetti
infrastrutturali conosciuti come il Triangolo Produttivo e anche come
"Piano Delors".
Con la
vittoria geopolitica britannica, dichiara Raimondi, "abbiamo avuto anni di
privatizzazione, saccheggio dell'economia produttiva e l'esplosione della bolla
della finanza derivata. Questa stessa strategia di destabilizzazione riparte
oggi, quando l'Europa continentale viene nuovamente attratta, anche se non come
promotrice e con prospettive ancora da definire, nel grande progetto di
infrastrutture di base del Ponte di Sviluppo Eurasiatico, la Nuova Via della
Seta, che dalla Cina, attraversando l'intera Asia, unisce le nazioni e i popoli
fino all'Atlantico, in un grandioso programma di sviluppo e crescita
tecnologica e industriale."
[Solidarietà, anno IV n.1, febbraio
1996]
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