giovedì 20 aprile 2017
12:55 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
20/04/2017
Trascrizione della conversazione di Giulietto Chiesa, tenuta
alla fine di novembre 2016, di fronte all’assemblea di studenti e docenti
dell’Università di San Pietroburgo – Russia
“Cosa si deve fare per cambiare un mondo che
si sta suicidando”
Introduzione – (a
cura del Rettore dell’ateneo, il Premio Nobel per la Fisica Zhores Ivanovic Alfiorov che lo ha invitato) Presumo che
tutti qui conoscano il nostro ospite. Nella cartella che abbiamo distribuito
c’è la sua biografia più in dettaglio- Giulietto
Chiesa è un giornalista che ha scritto molto del nostro paese e, più in
generale, ha pubblicato molti libri sulla politica mondiale. É un giornalista
che ha lavorato come corrispondente da Mosca per il giornale l’Unità per molti
anni e poi per il giornale La Stampa. Oggi stiamo per incontrare un personaggio
a dir poco unico, una persona che sa molte cose, ed io spero che alcune di
queste cose le condivida con noi oggi.
Inizia il suo discorso Chiesa:
Giuliettto Chiesa
|
Chi mi conosce è già probabilmente sa che sono solito
provocare l’uditorio. A volte in modo estremo. Lo farò anche questa sera perché
se il titolo di questa discussione è veritiero, allora noi tutti dovremmo
cambiare molti paradigmi della nostra vita. Non solo la nostra mentalità, ma la
nostra vita.
Ciò che dirò riguarda essenzialmente voi giovani. Vi aspetta
in ogni caso un difficile avvenire, e sarà proprio la vostra generazione a
doversi abituare a questi nuovi paradigmi. Nuovi, radicalmente nuovi,
assolutamente non paragonabili ai precedenti. Ritengo che nell’intera storia
dell’umanità mai ci siamo trovati davanti ad un simile cambio dirotta. Mai,
neanche ai tempi dell’Impero Romano.
Certo, molti imperi del passato sono crollati, ma questa
volta non è un impero a crollare: stanno crollando i rapporti dell’umanità
intera con il mondo. Tutto ciò che fa parte della realtà odierna non potrà
reggere per più di altri 50 anni. Tutti voi quindi dovrete vivere in condizioni
totalmente diverse, volenti o nolenti, perché i cambiamenti saranno radicali e
ve lo imporranno.
Uso spesso questa parola: “complessità”. Voi siete tutti abituati a pensare in modo
specialistico. La scienza moderna è essa stessa suddivisa in campi molto
specializzati. Ma nessuno dei settori in cui la scienza è suddivisa può essere
utile singolarmente, isolatamente, nella ricerca della verità.
Io ritengo (e certamente è questo il luogo giusto dove
aprire una discussione simile) che siamo ormai in un contesto in cui sarà
necessario unificare tutte le scienze e le conoscenze. Ci serve una mentalità
che permetta di vedere tutto ciò che conosciamo come un insieme, serve un nuovo
balzo della conoscenza umana, praticamente un nuovo individuo.
Poichè per vivere in circostanze completamente nuove sarà
necessario un individuo che pensi in modo corrispondente.
Capisco che sarà difficile. Ne parlo con una certa
preoccupazione. Non è per me, che non ne avrò bisogno. Ho un figlio di 20 anni
e credo che toccherà a lui affrontare condizioni avverse ed oggi imprevedibili
in gran parte. Ma, appunto per questo, occorre cominciare a prepararsi ed a
prevedere, nei limiti del possibile.
É meglio precisare ancora una cosa: queste valutazioni non
riguardano soltanto la necessità di una visione unitaria dei saperi e delle
conoscenze di una sola cultura. Tutte le culture dell’uomo contemporaneo
dovranno entrare in questo processo.
Ad esempio, io sono in occidentale, un europeo. Spesso sento
scienziati, politici, uomini di cultura che, assolutamente convinti, ritengono
che sarà dall’Europa, nella cultura dell’Europa, che si potranno trovare le
ricette necessarie per effettuare questo balzo concettuale. Io penso invece che
la nostra cultura comune europea (ed includo in essa, a pieno diritto, la
Russia e la sua cultura) non sarà in grado di una tale impresa.
L’Europa non potrà.
Avremo bisogno di tutte le culture del mondo, nessuna
esclusa. É la loro diversità ed unicità che le rende tutte egualmente
necessarie, così come saranno necessarie tutte le diverse testimonianze del
passato, poichè per capire quale sarà il futuro dovremo ricostruire il passato
che abbiamo spezzettato, dovunque esso si trovi.
Per questo ci sarà un balzo culturale mondiale o non ce ne
sarà alcuno. In ogni caso l’Europa non è altro che una periferia, e questo
dobbiamo capirlo bene e fino in fondo: non siamo più il centro del mondo. Per
la Russia questo sarà un po’ meno difficile, ma per gli europei questo sarà
molto difficile.
Difficile adattarsi all’idea di essere divenuti una
periferia dopo esser stati al centro per tanti secoli.
C’è stato qualche tentativo di inventare un governo globale
che avesse il suo centro, ancora una volta, in Occidente, ma è fallito ed
adesso cominciamo a vedere il suo fallimento. Ed è per farci capire da dove
traggo queste mie riflessioni vi proporrò ora alcune citazioni, che mi paiono
molto significative.
Jacob Rothschild
|
Ho letto recentemente alcune conclusioni a cui sembra giunto
il sig. Jacob Rothschild,
probabilmente il più importante banchiere del mondo.
Un banchiere gigante, ma questo aggettivo probabilmente non
basta a qualificarlo.
É uno dei “padroni del
mondo”. Non ce ne sono molti come lui. E sono, tutti insieme, coloro che
sono alla guida del mondo. Credo che sia importante tenerli d’occhio, perché la
mia opinione è che stanno guidando il mondo verso una catastrofe.
Penso che non siamo molti di più di 200 persone.
Preciso che, quando parlo del mondo, intendo dire
l’Occidente odierno. In realtà il mondo è molto più vasto dell’Occidente. Ma
noi occidentali crediamo ancora di essere il mondo e di determinarne
l’indirizzo, sebbene non sia più così.
Il mondo sono 7 miliardi di persone, mentre noi Europei
siamo poco meno di 1 miliardo. Gli altri 6 miliardi abbondanti sono estranei a
questa idea ed a questa realtà, sebbene essa ne influenzi pesantemente l’esistenza.
Bene, il sig. Rothschild, uno dei 200 padroni del mondo,
all’inizio di dicembre 2016 disse (cito pressoché alla lettera):
“Sta giungendo alla
fine il più grande esperimento finanziario della storia dell’intero pianeta”
Vi rendete conto? Sembra di sentire il discorso di una
divinità. Parla più o meno come una divinità. Da lui veniamo a sapere che “il
più grande esperimento finanziario della storia dell’intero pianeta sta
giungendo alla fine”. Per ora continua, ma sta giungendo alla fine.
Riflettiamoci un attimo.
Che significa la parola “esperimento”? E questo
“esperimento” chi ha deciso di comunicarlo?
Sicuramente nessuno di noi ha deciso nulla. Anzi, noi non
sapevamo neppure di far parte di un esperimento. Lui, invece, sa che è stato un
esperimento e che qualcuno ha deciso di farli. Ma è la frase successiva a
contenere la cosa più interessante:
“Adesso noi ci stiamo
avventurando in acque sconosciute”
In inglese suona così “Unchartered
waters”. In poche parole ci sta dicendo che questo esperimento sta
giungendo alla sua conclusione e noi non sappiamo a cosa andiamo incontro.
Mi sembra una cosa seria, anche più seria delle altre, visto
che viene pronunciata da un personaggio di questo tipo, che rappresenta anche
gli altri 200.Non credo che parli a vanvera e credo che ci invii un messaggio
di cui dovremmo tener conto.
Cosa significa ciò che ci trasmettono?
Che non hanno una ricetta, una soluzione. Cioè on sanno cosa
fare. Ma cerchiamo di capire cos’è questo esperimento che volge alla fine.
Provo a riassumere quello che penso.
Loro hanno cominciato a produrre danaro dal nulla, ovvero a
produrre danaro per mezzo del danaro.
Karl Marx
|
Karl Marx aveva
descritto la sequenza “merce-danaro-merce”
e quella speculare “denaro-merce-denaro”.
La realtà non corrisponde più a tutto ciò. I beni fisici
ormai sono una cosa marginale, mentre il centro del processo della produzione
della ricchezza è, in modo preponderante, il danaro. É il computer il centro di
produzione del denaro, che è diventato virtuale. Il capitale derivante dalla
turbo-finanza si è gonfiato a dismisura, e continua a crescere in modalità
esponenziale.
Ma questa ricchezza rimane virtuale e non si rovescia sulla
società umana, non si traduce in benessere collettivo sotto forma di beni e
servizi. Questi processi sono riservati alla classe dei ricchissimi. Cosa
succede?
Prima, in Europa appunto, si pensava che presto tutto il
mondo si sarebbe sviluppato, che tutti avrebbero vissuto bene, ben vestiti,
educati, etc. etc., invece era visibile che lo standard di vita di un numero
crescente di persone sta peggiorando notevolmente. La produzione di beni
rallenta perché mancano compratori di merci, che non hanno più il denaro per
comprarle. Il danaro a disposizione delle grandi masse diminuisce.
Questo gigantesco pallone gonfiato della finanza non dà
soldi.
Dove sono questi soldi? Non vengono utilizzati perché ormai
la produzione materiale ha meno valore della speculazione finanziaria
Ma questa è la fine del processo di produzione di capitale
dal capitale: è la fine del capitalismo. Siamo arrivati al punto che loro
stessi ammettono che il capitalismo è finito. Rothschild non è l’unico.
Didascalia: Lawrence Summers
Cito anche Lawrence
Summers, che mesi fa ha pubblicato sul suo sito internet un’analisi che
dice più o meno così:
“Tutte le prognosi di
sviluppo del mercato mondiale sono errate. Ci stiamo muovendo verso una
situazione in cui, intorno all’anno 2020, la crescita del prodotto interno
lordo mondiale sarà pari a zero.”
Questo dovrebbe succedere più o meno tra il 2020 ed il 2025:
quanti anni ci rimangono prima di arrivare alle “acque inesplorate”? 5? 7? 8?
Non di più. Summers ripete la stessa frase di Rothschild:
“noi non sappiamo cosa
succederà dopo”-
Steven Rockefeller
|
Terza citazione, sempre di uno dei padroni del mondo, questa
volta di Steven Rockefeller.
Recentemente disse, durante un’importante trasmissione televisiva statunitense:
“Io ritengo che la
guerra mondiale sia inevitabile, non c’è modo di risolvere le controversie
attuali del mondo”, ed aggiunse “Se
fossimo intelligenti ci metteremmo d’accordo con la Russia, ma sfortunatamente,
non lo siamo, ed andremo quindi a cercare lo scontro”-
Adesso mi chiedo, se queste presone hanno fatto simili
dichiarazioni (ed è anche interessante che nessuno dei principali giornali
finanziari mondiali ha pubblicato nemmeno una riga sull’argomento) c’è da
rimanere allibiti?!
Ci danno informazioni così importanti: come mai nessuno le
pubblica?
La risposta, la mia risposta, è che sono notizie troppo
drammatiche e non bisogna spaventare, Se sei spaventato miche ti metti ad
investire più. Allora è meglio tacerle.
Queste cose però sono state dette ed hanno un significato.
Con questo non voglio dire che il signor Rockefeller abbia
ragione, può anche darsi che abbia torto, che la guerra si potrà evitare, ma il
problema della nostra stupidità permane.
Non abbiamo gli strumenti. Anche questa cosa delle “unchartered waters”, cioè dirla in
pubblico, può essere uno strumento per evitare la guerra. Ma è il fatto che il
mondo attuale è tremendamente sbilanciato, disuguale, oltre che ingiusto.
Ci sono dei giganti, quattro per la precisione: Stati Uniti
d’America, Cina, Europa e Russia. Ed alcuni di questi hanno abbastanza armi per
annientare il mondo decine di volte.
Cominciamo col dire che gli Stati Uniti sono l’impero e, come
un impero, hanno governato il mondo per tutto il ventesimo secolo, è evidente:
questa non è ideologia, sto parlando di fatti. L’Europa, invece, è una colonia
degli Stati Uniti. Questi ultimi, però, ormai si trovano sull’orlo delle
bancarotta, nel senso reale del termine: basta vedere la campagna elettorale in
America per rendersene conto. Avete visto che presidente hanno eletto? E con
questo non voglio dire che stavo con Hillary Clinton.
Al contrario, anzi, temevo che gli americani la eleggessero:
detto ciò, comunque rendetevi conto di che presidente hanno eletto. É il paese
più potente al mondo, che possiede il maggior numero di armi di tutti gli altri
paesi messi insieme: ma siamo sicuri che i leader di questo paese abbiano
compreso la situazione attuale?
No! Non ne son in grado, e continuano ogni giorno a
dimostrarcelo: che n9n sono capaci di ammetter la realtà. Hillary Clinton
stessa ha ripetuto più di una volta, durante la sua campagna elettorale, che il
ventunesimo secolo deve essere “il secolo americano”.
Quando sento frasi del genere mi chiedo come sia possibile
che un candidato alla presidenza dica che il ventunesimo secolo sarò il secolo
americano. Il ventunesimo secolo? Faccio il paragone con Rothschild,
Rockefeller, Summers! E lei, secondo voi, non li ha letti? Certo che li ha
letti, ma non capisce: legge e non capisce.
Lei non è disponibile neanche a considerare il fatto che nel
mondo ci sono 7 miliardi di persone e – di questi 7 – 6 non solo non
concepiscono il nostro stile di vita, nemmeno lo conoscono. I nostri cosiddetti
“valori universali” per 6 miliardi di persone non hanno proprio alcun senso,
non sono nel loro panorama. E lei dice che il ventunesimo secolo sarà quello
americano? Se mettiamo insieme letteralmente tutto ciò che la signora Clinton
ha detto, quello che disse suo marito Bill Clinton quando era presidente,
quello che dicono alla Brooking Institution e tutti gli istituti di ricerca
statunitensi, si capisce che è proprio così che la pensano: che il ventunesimo
secolo DEVE essere il loro.
Che significa questo? Le risposta è una sola: la guerra, la
guerra mondiale, nucleare, non un’altra. Ecco, questa è una breve descrizione
di quello che penso. Per evitare una catastrofe bisogna costruire nuove
relazioni tra noi ed il resto del mondo.
Non si tratta solo dei relazioni politiche in senso stretto,
ci sono molti latro fattori di cui tener conto.
Si delinea una mancanza di risorse energetiche tradizionali:
è in corso un cambiamento climatico prodotto dall’attività umana: le relazioni
tra popoli e civiltà sono in crescente tensione. Credo che voi sappiate meglio
di me che al giorno d’oggi per produrre un grammo di energia dobbiamo spostare
7 tonnellate di terra. Possiamo continuare in questo modo?
Stiamo cambiando la composizione chimica della nostra
atmosfera, e non solo sporchiamo l’aria, ma stiamo anche aumentando la
temperatura della superficie del pianeta.
Tutto questo imporrebbe un cambiamento radicale. I
meccanismi sociali in uso non possono mantenere stabilità, questo è evidente ed
abbiamo tutti dati per dirlo.
Questa on è una prognosi, od un futuro lontano o
fantascienza: noi abbiamo tutti i dati per prevedere, a differenza delle
precedenti generazioni, ciò che sta per accadere.
Le generazioni precedenti non potevano, noi possiamo e
possiamo preveder con molta chiarezza eventi che ci attendono anche molto
lontani da noi: tutto ciò che sappiamo ci dice che è assolutamente necessario
apportare dei cambiamenti e, soprattutto, che abbiamo poco tempo.
Il fattore tempo è cruciale, non stiamo parlando di un
problema che si presenterà tra molte generazioni, no: le generazioni che
dovranno risolvere questi problemi sono una o due, al massimo due generazioni.
Detto ciò, la politica non è assolutamente in grado di
risolvere questi problemi: nemmeno lo è la scienza contemporanea. La
complessità di questa crisi è en
Io non ho una soluzione da proporre: nessuno ce l’ha
Ma, come me, molti altri vedono cosa sta succedendo , che la
situazione è instabile e si romperà: tutto ciò che è insostenibile, prima o
poi, si rompe, e noi ci troviamo priprio a questo punto.
Questa generazione, non quelle di domani, non dopodomani,
molto presto dovrà fronteggiare i risultati di quattro secoli di sviluppo
“innaturale”.
Ecco tutto.
Stephen Hawking
|
Per finire vorrei citare Stephen Hawking, che nell’agosto di quest’anno [2016, n.d.A.] durante un’intervista ha ammesso di
essere pessimista sul nostro futuro. Ed è la prima volta che gli sento dire una
cosa del genere . Ecco le sue parole:
“Sono decisamente pessimista
riguardo a questa situazione, in primo luogo perché la stupidità umana è
presente in quantità illimitata: è l’unica cosa infinita di cui disponiamo. In
secondo luogo, data appunto la nostra stupidità, stiamo distruggendo la natura.
Per giunta ne siamo consapevoli, ma lo facciamo lo stesso; infine – ed è stata
la cosa che più mi ha colpito – siamo arrivati al punto i cui l’intelligenza
artificiale è ormai in grado di imparare da sola ad istruirsi e correggersi. Si
sta ormai evolvendo senza bisogno del Software che l’uomo le forniva. Cioè
siamo già nella fase in cui una gigantesca intelligenza artificiale avanza
indipendentemente da noi. Ma noi non abbiamo alcuna certezza che una tale
intelligenza ci sarà amica ”.
É un’osservazione non solo interessante ma anche
angosciante. Noi siamo stupidi. Questa intelligenza sarà diversa da noi in ogni
senso. E non sarà stupida. Sarà logico che diffiderà di noi perché, in quanto
stupidi, saremo pericolosi.
Ecco, vi ho esposto qualche considerazione sulla base di alcune
citazioni cruciali dei padroni universali. Vi ringrazio per l’attenzione. Se
avete delle domande sarò felice di rispondervi.
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Domanda 1 - La mia
domanda è la seguente: voi dite che bisogna radicalmente cambiare la natura
umana e che la complessità non permette di predeterminare il futuro. Pensate
che serve un progetto totalmente nuovo oppure che occorra un ritorno al
passato, alla natura umana primigenia, o qualcosa del genere?
Risposta di G.C.:
Comincio col dire che non penso sia più possibile un ritorno al passato. Faccio
un esempio perché possiate capire meglio ciò che intendo. Io penso che tutta la
cultura occidentale (è un mio personale punto di vista), si trovi oggi in una
totale subordinazione alla tecnologia. Ormai è la tecnologia che ci comanda.
Perfino il nostro concetto di tempo è mutato radicalmente a causa di questo
apparecchio [sfodera un’agendina, n.d.A.] … Sfortunatamente
non ho il telefono con me, ma gli iphone li conoscete tutti, immagino, i
cosiddetti smartphone: questi hanno cambiato la nostra misura del tempo, ed è
palese. La tecnologia rappresenta praticamente tutto ciò che ci circonda e
questo finisce per concedere meno tempo allo “spirito”.
Non en parlo in senso religioso, perché sono un non credente
, ma personalmente sono convinto che nell’essere umano vi siano enormi forze di
cui le altre culture, non europee, e le altre religioni sono più consapevoli di
noi e sono state più capaci di conservare .
É possibile scoprire un nuovo livello di conoscenza se
torniamo un attimo alla strutture originale dell’uomo: noi siamo natura e, per
vivere, dobbiamo essere in armonia con la natura; non si può pensare che l’uomo
possa vivere in opposizione alla natura, sfruttando la natura.
La natura siamo noi! L’ecosistema stesso è una “persona”
viva, che vive insieme a noi. Ma noi – essenzialmente noi occidentali – abbiamo
creato una struttura che non ha assolutamente niente a che fare con l’ecosistema,
è un fattore artificiale esterno che noi abbiamo costruito.
Il cervello umano, la civiltà umana, ha costruito molte cose
che non hanno nulla a che fare con la nostra natura cioè con la Natura.
Pensate al denaro, per esempio, che è un elemento chiave
della nostra vita: senza di esso non si vive.
L’ideologia del denaro si è trasformata in religione. Il
danaro è un’entità sostanzialmente infinita: possiamo produrne quanto ne
volgiamo (ed è questo l’esempio di cui parlavo prima), all’infinito.
Ma la natura non ammette nulla di infinito.
Dunque è evidente che il denaro è un elemento esterno,
estraneo, che abbiamo immesso in una struttura che non lo riconosce.
Si può fare un altro esempio. Noi abbiamo sintetizzato non
so quante migliaia di molecole che in natura non esistono, Noi le abbiamo
create, ed in natura non esistono, quindi la natura non può riconoscerle e
smaltirle, come fa con quelle che “riconosce”. Ed esse rimangono perciò da
qualche parte, tra cui nel nostro corpo. Tutti questi sono solo esempi.
Ma, per rispondere alla domanda: al fine di creare una nuova
società noi dobbiamo tornare alle caratteristica essenziale della Natura. Tutto
ciò che ci circonda è ciclico: tutto ruota e ritorna, forse non necessariamente
sui suoi passi, forse a spirale, ma torna. In natura non c’è nulla di infinito.
Se fossi uno scienziato una delle prime riflessioni che
comincerei a fare sarebbe la seguente: dove, come, e quando abbiamo cominciato
ad introdurre nell’ecosistema elementi suscettibili di intaccarne l’equilibrio?
Ecco, una nuova società dovrebbe tornare a ragionare in
questo modo, con l’0anima, perché è con lo spirito, non con qualche nuova
tecnologia, che si potrà rispondere a questo fondamentale interrogativo.
La nuova tecnologia non potrà aiutarci, al massimo
complicherà la situazione. Invece penso che la vita dell’uomo dovrà costruire
un nuovo sistema di valori, in pace con la natura. Quindi non si parla di un
ritorno indietro, ma di un balzo spirituale ed intellettuale in avanti.
Ne abbiamo un tremendo bisogno.
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Domanda 2 – Lei
parlava di crisi economica e politica, e questa è una crisi anche culturale.
Visto, però, che la nostra cultura non è in grado di mettere a fuoco questi
problemi e visto che né la scienza, né l’economia – a causa delle loro
intrinseche insufficienze – sono in grado di farlo, resta solo la possibilità
di fare ricorso alla filosofia?
Risposta di G. C.
– Voglio essere concreto. Penso che occorra dotare la specie umana di una nuova
organizzazione internazionale. In linea di principio dovrebbero occuparsi di
questi problemi le Nazioni Unite, ma non possono, a causa della loro struttura
interna, non voglio incolpare nessuno.
C’è bisogno di un’organizzazione mondiale di cervelli che si
occupi di questi problemi. Voi vi trovate in uno dei più alti centri di cultura
mondiali e sapete che, per andare avanti, bisogna essere organizzati, ma non
c’è al mondo oggi un’organizzazione che si occupi nel complesso di questa
crisi: esistono alcuni centri ma un’organizzazione guidata dalle maggiori
potenze mondiali ancora non esiste.
Conosco un solo esempio ed è quello dell’Università di
SantaFè che, a suo modo, era un’università della globalizzazione: con questo
intendo che erra un gruppo di 50 persone – più o meno, e si parla degli anni
‘60 – che avevano già capito il problema ed hanno messo insieme economisti,
filosofi, psicologi, biologi, etc., cercando di unire le loro conoscenze.
Ovviamente era un primo tentativo, concluso per mancanza di
fondi, lavoravano approssimativamente, ma oggi più che mai c’è la necessità di
una soluzione simile, un’organizzazione mondiale non solo politica. La politica
certo ci dev’essere, non si può trascurare, ma non basta: matematica, fisica,
biologia, ecologia; bisogna unire queste scienze per trovare una soluzione che
abbracci la situazione nel suo complesso, soprattutto fare in modo che 6
miliardi di persone capiscano che si trovano in una tale situazione.
Ad esempio – per concludere – il nostro sistema informativo
di massa non svolge nessun processo di formazione: produce una degradazione
culturale, un abbassamento del livello intellettuale di miliardi di persone,
una propaganda dei più spaventosi aspetti della nostra vita e, in poche parole,
peggiora la situazione.
Dobbiamo farci una chiara idea di cosa ne dev’essere della
televisione: siamo sicuri che una tale televisione ci faccia bene? É
praticamente un veleno che sistematicamente degrada ed abbassa il livello
mentale dei suoi spettatori. Temi di questo tipo dovrebbero essere i primi
all’ordine del giorno al fine di formare una nuova conoscenza collettiva.
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Domanda 3 – Lei
ci ha raccontato un quadro davvero preoccupante. Davvero appare improbabile che
salgano al potere persone capaci di ragionare. Ciò vuol dire che il mondo è
condannato ad una guerra nell’immediato futuro, e ciò emerge anche dalle parole
da lei citate di Rothschild etc. Al potere arrivano persone che sono guidate
dal desiderio del danaro, persone egoiste; la situazione quindi è abbastanza
specifica, ed io non penso che nei prossimi 10-20 anni arrivino al potere
persone diverse da queste. La democrazia che conosciamo funziona così:
l’elettore scarica su di loro il potere per uno o due mandati e poi
arrivederci. Quindi davvero sembriamo condannati…
Risposta di G. C.
– In linea generale lei ha ragione. La previsione è piuttosto severa. Ma, in un
certo senso, io sono anche ottimista. Se non lo fossi non sarei qui con voi. Il
fatto è che non sappiamo attraverso quali sviluppi si presenterà la tragedia.
Sarà certamente una tragedia, su questo non ho dubbio, ma quale tragedia non
sappiamo. Di certo abbiamo l’obbligo di informare il maggior numero di persone.
Perché Coloro che si saranno preparati in anticipo saranno maggiormente in
grado di difendersi dalle conseguenze di coloro che saranno stati colti di
sorpresa.
Temo che la grande maggioranza on lo sarà, perché sarà
estremamente difficile raggiungere decine, centinaia di milioni di persone nel
poco tempo che ci resta prima che gli eventi precipitino. Per questo parlo così
tanto di televisione, di comunicazione di massa, di internet, etc. Rendere il
più possibile efficace e rapido il processo di trasmissione dei dati e delle
spiegazioni, oltre che dei modi per fronteggiare la crisi. Sarebbe comunque
positivo. Difficilissimo ma positivo.
Fare il possibile per delimitare i danni. Uno dei modi
sarebbe lavorare per creare un vero e proprio movimento politico internazionale
per influenzare le decisioni e la stessa formazione dei leader mondiali.
Evitare la guerra è l’elemento chiave.
Se noi riuscissimo ad allontanare anche solo in parte questo
rischio già questa sarebbe una grandissima conquista, perché darebbe a milioni
di persone, e popoli interi, il tempo di riflettere. Ma questo non avverrà
spontaneamente.
Vladimir Putin |
Ora non vorrei fare propaganda, ma ho letto l’intervento del
vostro presidente, Vladimir Putin, all’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite l’anno scorso [2016,
n.d.A.], la cui parte finale era dedicata proprio a questo argomento.
Per lo meno così mi parve. Ricordo a memoria questa frase:
“La Russia è pronta a
farsi sponsor o, comunque, promotore della creazione di un simile centro”.
Mi parve avesse capito che, per uno sforzo del genere, non
bastano attività private di sostegno. Occorre la forza di uno o più grandi
Stati, di Governi che abbiano capito la posta in gioco.
Un’altra autorevole persona ha toccato questi argomenti. É
il papa di Roma, Francesco. Se non
avete ancora letto la sua ultima enciclica intitolata “Laudato sii”, vi
consiglio di leggerla: è uno dei più importanti documenti politici e spirituali
del nostro tempo.
Anche lui ha capito la complessità della crisi e che oggi
nessuno è in grado di risolverla se non la si affronta tenendo conto della sua
complessità.
Se decidessimo di riunire le migliori intelligenze del
pianeta, di sottrarle agli interessi di parte, tra vent’anni potremmo
raccogliere i risultati nell’interesse comune di tutti.
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Domanda 4 – Lei
dice che, sc ci dovesse essere una guerra, essa sarà certamente atomica. Mi può
spiegare come è possibile una cosa del genere se chiunque capisce che sarebbe
una catastrofe planetaria che ucciderebbe tutta o quasi la popolazione
mondiale?
Risposta di G. C.
– Lei ragiona razionalmente, ma qui di razionale ce n’è ben poco. Abbiamo già
molti elementi: la nostra società – e non intendo solo la società militare – è
la società più vulnerabile di tutta la storia dell’umanità; dipendiamo, tr le
altre cose, dall’intelligenza artificiale.
Quanto tempo ci vuole ad un leader politico per prendere una
decisione, rispondere o non rispondere? Al massimo una manciata di minuti. In
realtà, nella maggioranza dei casi di improvvisi collassi, sarà una macchina a
rispondere.
Piccola parentesi: guardate il film di Oliver Stone su Edward Snowden,
se non l’avete già visto, perché mostra come un certo centro di comando, non
importa se a Washington o in Delaware, è già oggi in grado di spegnere
letteralmente un intero paese, uno Stato. L’hanno già fatto una volta, per
sbaglio. Pensate ad un paese come la Francia che ospita forse 1250 centrali
atomiche.
Nel giro di qualche minuto potrebbe essere privato della sua
energia elettrica, con effetti devastanti sull’ambiente. La guerra nucleare non
si farebbe soltanto con le testate atomiche.
E c’è dell’altro. Ci sono forti indizi che sia già
utilizzabile un’altra arma [sta parlando del combinato
disposto di scie chimiche, per la metallizzazione della stratosfera, e
dell’irradiazione di tale strato per mezzo di HAARP], che può produrre
artificialmente terremoti. S’intende nel territorio del nemico.
La marina militare degli USA sta mettendo a punto sistemi
bellici in grado di controllare il clima dell’intero pianeta. Affermano che tra
dieci anni l’obiettivo sarà raggiunto. Questa è più che science fiction, è
realtà.
La guerra mondiale avrà queste caratteristiche, se
comincerà.
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Domanda 5 – come
pensa che possa funzionare un’organizzazione di 7 miliardi di persone? Ed. in
secondo luogo, ritiene che la televisione di cui parla possa servire per tutti
o soltanto per il miliardo di europei?
Risposta di G. C.
–Siamo noi occidentali i leader in questo campo. Le televisioni che influenzano
il mondo sono le nostre. Già da decenni stiamo manipolando miliardi di persone.
Dunque non sarebbe poi una grande novità. La questione è il contenuto della
manipolazione. Anche l’educazione è una forma di manipolazione collettiva,
anche la cultura della solidarietà lo è. Serve una nuova educazione che
influenzi la gente in direzioni positive. Sono i padroni universali che hanno
usato questo strumento e lo hanno indirizzato come un’arma contro di noi.
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Domanda 6 – voi
avete parlato del fatto che il capitalismo sta giungendo al termine e che non
c’è più correlazione tra il bene materiale ed il denaro. Ma tutte queste sono
caratteristiche dl capitalismo ormai da tempo e tutto si conclude ogni volta
con delle crisi mondiali. Lei parla invece di una crisi che rappresenterebbe la
fine del capitalismo. In che modo essa differisce da quelle precedenti?
Risposta di G. C.
– I quasi 500 milioni di europei hanno vissuto negli ultimi 25 anni abbastanza
bene. I governanti hanno chiesto il loro voto offrendo in cambio un discreto
standard di vita. Ora che succede? La gente si rende conto, in massa, che una
vita migliore si allontana. Tutti sdanno che le pressione generazione dovrà
vivere peggio di quella attuale. É la prima volta che questo succede in
Occidente. Questo apre un problema politico inedito. Come spiegarlo? Le élites
non possono farlo. Fino ad oggi si è detto che tutto andava bene ed i giornali
e le televisioni continuavano a dirci che tutto andrà ancora bene. Non è vero,
ma loro continuano a dirlo.
Milioni di persone si rendono conto che qualcosa non
funziona più. L’ho raccontato nel mio ultimo libro. In Europa è in corso un
profondo commovimento politico. Vecchi partioti scompaiono e nuovi de ne
creano, a volte in modo “rumoroso”. In Spagna ad esempio ci sono due nuovi
partiti. In Italia il Movimento 5 Stelle; in Grecia Syriza ed Alba Dorata; in
Gran Bretagna l’UKIP. E lo stesso accade in Olanda, Belgio, Svezia, Finlandia.
Vecchi partiti muoiono o perdono influenza e nuovi se ne creano. Perché?
Perché la crescita economica non c’è più e non è più nemmeno
all’orizzonte.
Nonostante tutti i soldi che loro hanno creato
artificialmente. Un semplice esempio: la banca centrale europea ha creato al
computer nell’ultimo anno e mezzo se non sbaglio 3 trilioni di euro [cioè 3'000'000'000'000 € che significa tremila miliardi di
euro, n.d.A.] , per poi prestarli alle banche. Le Banche, una volta
ricevuti questi soldi in prestito, decideranno come sfruttarli nel modo più
vantaggioso possibile.
Se io darò in prestito ad un’impresa per produrre questa
bottiglia d’acqua, per esempio, ne ricaverò un profitto dell’1%; ma se io banca
speculo sul mercato internazionale comprando il debito di una paese in
difficoltà, oggi certamente ricaverò un profitto del 5% o più.
É evidente, in queste condizioni, che nessuno produrrà beni
materiali, quando da questa scelta riceverà profitti irrisori: questo produce
dei drastici cambiamenti nella struttura del capitalismo.
Secondo voi perché Summers dice che la situazione diventerà
incontrollabile? Quando i soldi sono troppi ma il valore di questi soldi è
zero, voi potete anche avere un enorme capitale ma non saprete come
utilizzarlo. Al giorno d’oggi in Italia se voi avete un milione e lo volete
metter in banca dovrete pagare la banca, non ricavando alcun beneficio da questa
transazione.
Perché Rothschild dice che non hanno una soluzione? Perchè è
vero, non ce l’hanno. Ma io ho una risposta molto semplice: quando si è in
possesso di 10 o 20 miliardi di dollari, il più fruttuoso modo di spenderli è
la guerra. Perché la NATO si sta espandendo?
Guardate le cose da questo punto di vista!
Perché la NATO si sta espandendo a vista d’occhio in Europa
quando, dalla parte della Russia, non c’è nessuna minaccia? Non c’è neanche un
indizio a favore del fatto che la Russia voglia prendersi il Pre-baltico.
Perché stanno ampliando questa gigantesca struttura, che
vale miliardi di dollari? Solo per buttare i soldi?
Come vedete tutto ha una sua logica, in fondo.
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Domanda 7 – Potrebbe
nominare dei soggetti disposti a sviluppare prospettive di sviluppo e che sono
pronti a realizzare questo scenario?
Risposta di G. C.
– io credo che queste forze ci siano, e siano ovunque, sia qui in Russia, che
in Europa. So per esperienza che ci sono persone che hanno sia le conoscenze
che il desiderio di fare bene, e penso che, se vi guardate intorno, troverete
anche voi simili persone. Sfortunatamente queste persone non vanno al potere:
hanno le conoscenze e la voglia ma non hanno assolutamente nessun potere. Per
questo servirebbe una qualche istituzione governativa, o civile, in grado di
riunire queste persone, le quali non potranno mai emergere attraverso un
normale processo democratico.
La democrazia è morta, ormai, non esiste più da nessuna
parte del mondo. Dobbiamo liberarci dell’idea che la democrazia produce
progresso, perché una simile democrazia non esiste più, si è trasformata nella
denominazione dei padroni universali.
Ho scritto in merito un libro – tra l’altro anche in lingua
russa – con il nome di “Invece della
catastrofe”.
Ritengo che occorra educare milioni di persone alla difesa
del proprio territorio, come un movimento politico.
Che cosa significa?
Bisogna precisare che, per “territorio” intendo il nostro
cervello: il nostro territorio è in primis il nostro cervello, il nostro corpo,
la nostra salute, è il nostro posto di lavoro, dove ci riuniamo.
Quando ci saranno milioni di persone a difendere il proprio
territorio – e non a fini egoistici, ma capendo che il loro territorio è la
stessa natura – ci sarà un cambiamento.
La scelta di difendere la natura non è una scelta
governativa; se si vuole difendere la natura il miglior modo possibile è
formare nuovi individui coscienti, che difendono il proprio territorio,
nell’accezione ampia che propongo. Che sono parte del proprio territorio inteso
come natura, come ecosistema.
Questa è una nuova idea di democrazia. Se queste persone,
che sono ovunque, potessero essere organizzate, si otterrebbe una potenza
enorme. Io so per certo che è pieno di queste persone. Non posso parlare ella
Cina o dell’India, ma credo che ce ne siano percentualmente molti di più che in
Occidente.
In genere sono meno tecnologizzati di noi, ma questo
significa che hanno conservato un più intimo contatto con la logica della
natura e, per questo, credo che la soluzione a questo problema non verrà
dall’Europa.
Certo la nostra partecipazione sarà fondamentale ,visto che
noi abbiamo la tecnologia, che può essere utilizzata a scopi benefici, ma noi
da soli non possiamo, essendo divenuti individui “innaturali”.
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Domanda 8 – A
giorni in Italia si voterà per un referendum costituzionale. Quale sarà l’esto
e, soprattutto, si dimetterà il governo italiano?
Risposta di G. C.
– Non so cosa succederà. Per ora i sondaggi danno vincente il no, e quindi la
maggioranza della popolazione deciderà che non bisogna cambiare la
costituzione: io stesso voterò no, questa è la mia opinione.
Il problema fondamentale è che molte persone (non so
esattamente quante, ma so che sono molte) andranno a votare non sapendo nulla.
Capite? Questa è la triste situazione.
Milioni di persone andranno a votare per decidere se
mantenere questa bellissima costituzione, con tutti i suoi vantaggi, oppure modificarla
a favore della “tecnologia”, in modo da dare sempre più potere ad organi che
non c’entrano nulla con la democrazia.
Può anche darsi che perda la mia idea del no, perché se
vanno a votare milioni di persone con questo livello di consapevolezza – pari a
zero – sarà una tragedia per l’Italia.
Ecco che torniamo alla televisione: tutti gli organi di
informazione di massa, senza eccezioni, stanno facendo propaganda per sostenere
questo cambiamento costituzionale. Vi sembra normale? Abbiamo 7 canali
televisivi che dicono tutti la stessa cosa, ¾ dei giornali principali che
dicono la stessa cosa, a sostegno di Matteo
Renzi. Come è possibile?
Questa è pura manipolazione nel senso stretto del termine.
Ecco, questo sarebbe uno stato democratico? Rifletteteci sopra.
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Domanda 9 – lei
parlava della creazione di un’organizzazione culturale e filosofica mondiale.
La mia domanda è: in quale paese, secondo lei, si può istituire e chi ne può
stare al comando?
Risposta di G. C.
– Se si dovesse formare un simile centro, non credo dovrebbe esserci nessuno al
comando, ma dovrebbe esserci un regolamento generale , simile a quello delle
Nazioni Unite ma, ovviamente, nuovo e rivisitato.
Per come è oggi la situazione credo che la Russia potrebbe
essere il paese capace di promuovere questo progetto, non perché la Russia sia
buona a prescindere, ma parlo per dati concreti: la Russia non è un pericolo
per nessuno al giorno d’oggi, perché ha tutto ciò che le serve, quindi non ha
pretese verso altre parti del mondo. Non ci sono indizi che ci facciano pensare
che la Russia sia una minaccia per nessuno.
Il Vaticano, ad esempio, rappresenta un miliardo – sto
ragionando in termini politici – di persone, un miliardo di cattolici; se il
papa dice delle cose simili, è assolutamente un nostro alleato. Certamente il
Vaticano non ha armi nucleari ma questo non importa. Per questo sono possibili
grandi ed importanti alleanze: è possibile inserire in questo progetto università,
centri di ricerca, europei ma anche americani, di ogni continente.
Ma serve la decisione, serve che qualcuno prenda la
decisione finale ed investa in tutto questo, perché senza organizzazione questo
non succederà. C’è una gigantesca fabbrica di buone idee nel mondo, che noi
sappi9amo esistere, ma ognuno conosce solo la sua nicchia; ci manca una visione
complessiva, e per questo bisogna creare una nuova università, di una specie
completamente nuova.
La Russia mi sembra decisamente un buon candidato per questo
compito. Penso che, se Putin ha scelto di inserire quelle parole nel suo
discorso alle Nazioni Unite non è stato per caso. Sfortunatamente, però,
nessuno dei giornali occidentali ha scritto nulla a riguardo. Hanno
“cancellato” quella proposta. Non è casuale neppure questo. Ma di questi
interlocutori c’è bisogno.
Se io sono qui, oggi, è per questo motivo.
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