domenica 15 ottobre 2017
03:28 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
15/10/2017
Un
caro amico, attivista indefesso per i diritti umani (offesi persino nella sua
stessa famiglia, a causa dei rifiuti tossici sversati illegalmente nel
quartiere in cui egli vive e che hanno causato un cancro alla figlia), mi
espresse un suo momentaneo sconforto per l’incapacità delle persone di reagire
alle violazioni commesse da un regime che di democratico, ormai, ha poco: “Ma come è possibile, se dimostriamo alle
persone che il sistema ci sta fregando, che loro non si sveglino!?” Allora
io gli ho fatto la metafora dell’uccellino tra le sbarre: “Aprire la gabbia è la parte facile. Ma convincere la povera bestia,
nata in prigione, che può uscire, aprire le ali e volare, è impresa titanica!”.
uccello in gabbia |
Ovviamente
quella povera bestiola ha le zampe e le ali, muscoli e piume, per poter uscire
e volare ma la sua mente ha subito un taglio che è difficile ricucire: molte presone
oggi soffrono di questa sindrome, potremmo chimarla il complesso delle tre M
(moderna menomazione mentale).
Anzi,
diciamolo in parole povere: la maggior parte delle persone è imbecille;
infatti,
quando si indica qualcosa, molti guardano il dito poi, forse, nella direzione
indicata (ad alcuni si deve addirittura girare la testa perché lo facciano).
Così
quando si svela un complotto, la persona che lo ha fatto viene indicata come
“complottista” (cioè una specie di svitato che probabilmente fa uso di sostanze
psicotrope), e questo giudizio viene emesso immediatamente, senza nemmeno fare
lo sforzo minimo di esaminare brevemente il fatto svelato, in quanto assurdo,
fantasioso, inesistente perché “la TV ed i giornali non ne hanno parlato” (cioè
l’autorità costituita viene considerata “veritiera, infallibile,
incorruttibile”).
imbecille |
Allo
stesso modo alcune persone odierne, che sfoggiano persino una notevole capacità
di aggiornamento alle più avanzate tecnologie (anzi, magari spendono
considerevole parte del loro reddito per acquistare l’ultima novità, facendolo
sapere agli altri) NON hanno più (o non hanno mai avuto) la capacità di salire i GRADINI della CONOSCENZA
che, secondo gli orientali, sono:
1)
OSSERVAZIONE (rendersi
conto dei fenomeni che ci accadono intorno)
2)
COMPRENSIONE (cercare
di correlare cause ed effetti)
3)
MEMORIZZAZIONE (ricordare
le esperienze fatte, proprie ed altrui, per non dover ricominciare ogni giorno
da capo)
4)
REPLICAZIONE (è
il minimo che serve per fare il lavoro di tutti i giorni, con una certa dose di
efficienza ed efficacia)
5)
CREAZIONE (appartiene
a pochi eletti che riescono a dare la propria impronta almento in un limitato
ambito )
Insomma, quelli/e che, quando parli di argomenti meno conosciuti (o, addirittura, negati dal mainstream), ti guardano con lo sguardo tra lo stralunato ed il ridicolo, ad esempio le scie chimiche, se ne escono con il mento alzato e li occhi sbarrati: “Ma tu ci credi? Ohh…” e poi ti trattano come se tu fossi matto.
Hai
voglia a spiegare che non te lo sei sognato la notte precedente, sotto effetto
di qualche stupefacente o di alcolici, che, anzi, hai dei dati inoppugnabili,
delle testimonianze precise, dei ragionamenti che non sono peregrini, in quanto
lungamente meditati. Il/la menomato/a mentale non si smuoverà di un millimetro,
anzi, si intestardirà ancor di più nella sua posizione da handicap psicologico
e non riuscirà ad uscire dalla gabbia della propaganda in cui è rinchiuso/a.
Per questo, ogni tentativo di aprire le prospettive sarà visto come aggressione
offensiva e scatenerà una reazione veemente contro il “ragionatore”…
Ezra Pound, il poeta incompreso |
Aveva
ragione il grande poeta americano Ezra Pound che, per aver valutato positivamente l’operato di Benito Mussolini ed i risultati del
fascismo, fu messo in manicomio criminale a 60 anni, senza aver commesso alcun
crimine e nemmeno un processo, dalle criminali autorità USA (messo in isolamento, fu tirato fuori di
lì dopo 13 anni solo per le universali proteste del mondo accademico e delle
associazioni per i diritti civili) a dire che “la più grande fatica che ho
dovuto fare è cercare di aprire gli occhi alla gente per fargli vedere quel che
avevano sotto il naso”.
Ed
è ancora vero oggi…
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1 commenti:
Alex, quanto hai ragione! Silvano Borruso
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