domenica 10 giugno 2018
Napoli, 10/06/2018

Da alcune settimane un amico, il quale ha tendenze borghesi (quindi è un gaudente che pensa solo a mangiare e bere, scopare e viaggiare, ascoltare musica, vedere film, poi, di tanto in tanto dà ad intendere di avere a cuore la società, la cultura, la trascendenza ma in realtà è un po’ ignorante e pure un ateo che non crede a niente ed a nessuno, anche se devo dire che è un insostituibile, gioviale ponte di collegamento tra persone) si è appassionato ad una citazione che faccio (talvolta modificandola un po’) di un romanzo di Leonardo Sciascia,Il giorno della civetta”, sui cinque tipi di uomini ed a cui ho aggiunto i quattro tipi di donna.


Gli uomini si dividono in:

·       UOMINI – coloro che parlano in faccia, affrontando con coraggio le conseguenze di ciò che pensano, dicono e fanno

·       UOMINICCHI – vorrebbero fare come gli uomini ma non sono capaci

·       UOMINI DI MERDA – quelli che colpiscono alle spalle

·       CHICCHIRICHI’ – sono quelli che sanno solo parlare ma non fanno mai niente

·       QUACQUARAQUA’ – sono talmente impauriti che le ginocchia non li sostengono e non sono nemmeno in grado di parlare


Le donne si dividono in:

·       GENEROSA (lo fa con tutti)

·       SDEGNOSA (non lo fa con nessuno)

·       RITEGNOSA (lo fa solo con uno)

·       DISPETTOSA (lo fa con tutti meno che con te)

 
Leonardo Sciascia
 
Sciascia era un grande scrittore siciliano che ha denunciato per primo i “professionisti dell’antimafia”, cioè personaggi come Franco Roberti, Rosy Bindi ed innumerevoli altri, che hanno costruito per sé delle carriere sul contrasto al triste fenomeno della delinquenza organizzata (detta anche “macrocriminalità”) senza fare concretamente nulla per combatterlo. E la criminalità organizzata è nata con l’intervento del ministro di polizia borbonico Liborio Romano, messosi d’accordo con il capo della (allora minoritaria) camorra Salvatore De Crescenzo (detto Tore ‘e Crescienzo) per fare scudo all’invasore Garibaldi e non fargli arrivare nemmeno un tappo di spumante addosso. L’oppressione esercitata da questa “polizia” criminale sulla popolazione dura ancora oggi e contribuisce a tenere il Sud in condizioni di sottosviluppo, arretratezza, povertà.


Flavio Briatore

Ecco, mi indigno quando mi trovo a leggere di un cialtrone come Flavio Briatore che offende il nostro meridione dicendo che “per la cultura vado a Parigi mentre in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia ci posso passare solo per mangiare e fare il bagno”, mi sembra di vederlo questo flaccido borghese, un grosso sacco di merda, ignorante, arrogante, presuntuoso il quale non ha contezza che, mentre Roma era un villaggio di pastori nomadi, Milano era una landa desolata abitata da selvaggi in pelliccia e clava, Parigi era una fredda, brulla terra percorsa da predoni con le corna, sei secoli prima di Cristo a Elea (Salerno, Campania) vi era una scuola filosofica animata da Parmenide e Zenone, a Crotone (Calabria) insegnava matematica e geometria Pitagora, a Messina (Sicilia) viveva l’inventore Archimede.

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