domenica 21 gennaio 2018
03:43 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
21/01/2018
Di
seguito riporto un ottimo articolo tratto dal n.254 della fantastica rivista
“La Nuova Energia” di Antonella Randazzo che mi sembra ottimamente collegato
con un video del convegno “Le grandi
menzogne della storia” (sottotitolo “Quello
che fanno i debunker per coprire le versioni alternative alla propaganda di
regime“), una lunga ma avvincente VideoConferenza (corredata da molte
immagini significative) tenuta da tre big dell’informazione controcorrente come
Massimo Mazzucco, Tom Bosco e Maurizio Blondet, che si puo trovare a questo indirizzo:
All’inizio
vengono citati i “soliti idioti” che, quando si parla di UFO se ne escono con la
trita ironia su “gli omini verdi”: quasi ognuno di noi conosce uno di questi
intelligentissimi idioti che, magari, sanno tutto o quasi di qualcosa ma, per
il resto, sono come dei somari con i paraocchi inclusi. Insomma, quelli che
preferiscono una comoda bugia ad una scomoda verità, poiché l’accettazione di
quest’ultima li costringerebbe a mettere in discussione i più o meno
microsopici viantaggi che sono riusciti ad arraffare in questo mondo marrone…
sì, qualcuno dallo spazio dice che sembra blu ma solo un effetto ottico! Che
avete capito? É la terra che gli dà quel colore…
INTELLIGENTISSIMI IDIOTI - Di Antonella Randazzo
Come ben sappiamo, la tecnologia è molto utile, e ormai la
utilizziamo tutti, per motivazioni varie: di lavoro, di contatto, per
abbreviare i tempi, per motivi di archiviazione, ecc.
Ma, per non subire le conseguenze negative dell’esplosione
tecnologica, occorre tenere presente che essa, come tutti i software, può
essere intelligentissima ma anche idiota, in quanto è l’hardware ad avere le
redini della vera intelligenza.
Lo spiega bene Paolo
Facchinetti nel libro “Corso di
Autostima”:
“Facendo un parallelo con il computer, diciamo che potremmo
paragonare il cervello all’hardware e la mente al software, e in particolare al
sistema operativo principale. È ovvio che in caso di distruzione o
danneggiamento dell’hardware, il software non può più funzionare, così in caso
di distruzione del cervello la mente non può più funzionare, ma ciò non prova
che la mente sia il cervello. Quindi non consideriamo la mente una parte del
corpo, ma piuttosto una funzione che utilizza parti del corpo. Il compito principale
della MENTE sembra essere quello di porre, analizzare e risolvere problemi relativi
all’esistenza. Affrontare quindi problemi e trovare soluzioni sembra far parte della
sua normale operatività. Rimanendo sul parallelo mente/software, potremmo
anche ulteriormente precisare che la mente segnala o propone
problemi all’operatore, il quale a sua volta può inserirne di nuovi per avere
soluzioni.
Come fa la MENTE a risolvere i problemi che le vengono
posti?
Esamina il problema, cioè valuta le percezioni raccolte in
tempo presente dai vari organi di percezioni, cerca nei files dati del passato
relativi al problema attuale e in base a ciò cerca (o dovrebbe cercare) la miglior
soluzione per quel problema in base alla miglior sopravvivenza futura dell’individuo.
Diciamo "dovrebbe" perché pur essendo la sua naturale funzione quella
di garantire la miglior sopravvivenza futura dell’individuo, come tutti i
computer, intelligentissimi idioti, può portare a soluzioni opposte se i dati
inseriti sono sbagliati o, peggio ancora, se dei virus li hanno danneggiati. Se
l’operatore è cosciente di questo rischio starà bene all’erta soprattutto se
comincerà a notare che delle soluzioni operative adottate non danno i risultati
sperati oppure se vedrà che il computer tarda a dare soluzioni. L’operatore
prenderà allora il comando diretto delle operazioni e
inserirà nuovi dati nel computer o aggiornerà i sistemi
operativi oppure passerà al controllo manuale delle operazioni, non più quindi
automatico. Voi, l’Operatore, … avete preso in mano il controllo delle
operazioni e state inserendo nuovi dati nel computer che vi dovrebbero servire
per trovare migliori soluzioni.”
Dunque, se la tecnologia viene assunta in modo passivo, come
se essa non fosse ciò che è, con i limiti che ha, si rischia di seguire piste
false, assurde, oppure ci si assoggetta a ciò che dentro di noi non desidera
alcuna vita vera, che di certo richiede una certa dose di attività autonoma e
personale.
Nessuno ha ancora dato una definizione soddisfacente del concetto
di “intelligenza”, anche se questa parola viene molto usata, spesso in modo
errato. Ad esempio, parlare di “intelligenza” riferita al computer o ad altre
macchine ad alta tecnologia è errato. Si potrebbe parlare, in questo caso, di
“operatività”, di “prestazioni tecnologiche” o di “alta funzionalità”, e
sarebbe più corretto.
L’intelligenza è posseduta dall’uomo, ma anche
dall’Universo. Non esiste un unico tipo di intelligenza, in quanto le
componenti che determinano l’intelligenza sono diverse. Da sempre,
l’intelligenza astratta viene considerata il più alto tipo di intelligenza.
Essa rappresenta la capacità di concepire pensieri e concetti, di formulare ipotesi
e teorie e di immaginare cose nuove che non esistono ancora nella realtà. È l’intelligenza
tipica dell’Uomo, che potrebbe anche sopraggiungere improvvisamente, come
un’illuminazione. Il noto “Eureka!" di cui alcuni scienziati hanno
parlato.
Ma l’intelligenza si può esprimere anche nel tempo, dopo una
lunga applicazione dell’intelligenza astratta, che permette risultati
importanti. Si pensi alle lunghe ricerche di alcuni studiosi che hanno fatto
importanti invenzioni.
Dunque, la rapidità non è una caratteristica costante
dell’intelligenza.
Un computer può essere più veloce e preciso di colui che
l’ha inventato e costruito, ma questo non significa che possa dare risultati
diversi rispetto alla programmazione che è stata fatta da chi lo ha creato. Si
pensi alle traduzioni fatte attraverso il computer.
Queste traduzioni presentano spesso brani incomprensibili,
che fanno capire che il computer non può capire il linguaggio umano, poiché
esso comprende aspetti cognitivi complessi. Ad esempio, nelle frasi “Dobbiamo
porci nel modo giusto”, oppure “non date le perle ai porci”, la parola “porci”
ha un significato completamente diverso, ma il computer, se non comprende la
frase nel suo insieme, non può capirlo.
Quindi, ci può essere una notevole facoltà di elaborazione
delle informazioni e una notevole rapidità matematica in un computer, tuttavia
esso rimane sempre una macchina complessa, priva di intelligenza.
Infatti, per essere realmente intelligenti occorrono
caratteristiche che soltanto la mentre umana può avere: possiamo dire che è LA
GLOBALITA’ DELLE POTENZIALITA’ MENTALI A RENDERE POSSIBILE L’INTELLIGENZA
UMANA. Queste potenzialità sono complesse e sfuggono all’indagine della scienza
sperimentale. È questa scienza ad essere uno dei possibili prodotti
dell’intelligenza, quindi essa non può indagare sulla sua origine, in quanto il
suo metodo impone lo studio di sole realtà materiali, empiriche ed “esterne”.
I giapponesi utilizzano una sola parola per indicare
intelligenza ma anche raffinatezza, nobiltà, seduzione, prestigio, ecc.
L’intelligenza dell’Universo può essere anche molto lenta,
ma anche rapida. Gli organismi viventi sono guidati dall’istinto della loro
specie, che può agire rapidamente.
L’intelligenza biologica di un corpo è enormemente più
grande dell’intelligenza strutturata che l’uomo è riuscito sin qui a produrre.
Pensiamo alla procreazione, alla struttura biologica di un verme, o di una
cellula. Ci vuole un’intelligenza enorme per stabilire processi biologici così
perfetti. Stiamo parlando di intelligenza biologica, che è uno degli aspetti
dell’intelligenza dell’Universo.
Anche l’Uomo, come gli animali, è il prodotto di una
intelligenza biologica straordinaria, che esprime l’intelligenza del creatore.
Sono stati distinti almeno 3 tipi di intelligenza:
1)
Intelligenza biologica: quella organica, come per tutti gli altri animali.
2)
Intelligenza strutturata:
a)
Sia gli uomini che gli animali possono essere
addestrati a certi comportamenti (più gli uomini che gli animali) e seguono dei
comportamenti prestabiliti dalla natura (più gli animali che gli uomini).
b)
Per gli uomini si potrebbe anche parlare di
intelligenza sovra-strutturata. L’uomo è in grado di strutturare la sua
intelligenza in macchine e creazioni.
3)
Intelligenza astratta, esclusivamente umana. Questo tipo di intelligenza può
essere applicato anche ad attività pratiche. Si pensi ai campioni dello sport,
che posseggono una grande intelligenza, tattica, tecnica, biologica, e/o
strutturata (potremmo chiamarla anche istintiva.
Tenete presente però che quando guidate l’automobile e
schiacciate il pedale del freno "per istinto" di fronte a un pericolo,
potete farlo perché vi siete addestrati prima a frenare fino al punto da
poterlo fare come reazione automatica. Quindi la reazione è istintiva, ma può
accadere solo perché lo avete appreso in precedenza, e quindi avete "strutturato
un’intelligenza" originariamente "astratta". Tramite quel tipo
di intelligenza e l’addestramento gli atleti sono in grado di risolvere i
problemi agonistici e sportivi della loro disciplina.
L’intelligenza astratta, come quella del computer, può
essere inadeguata verso i problemi esistenziali. Essa può diventare vittima di
illusioni cognitive, proprio come la vista può essere ingannata da illusioni
percettive, eppure è quella che tutti utilizzano, con risultati più o meno
efficaci. Talvolta ci permette di risolvere alla meglio i problemi concreti, o
di riparare un motore, ma può rivelarsi inadeguata a risolvere alcuni problemi
importanti, come l’eliminazione delle guerre, della fame o dell’ingiustizia.
Quindi, la sola intelligenza che utilizziamo tramite le
facoltà razionali potrebbe non essere affatto abile di fronte a problematiche
di alto livello.
Geoffrey C. Filbert
nel suo libro Excalibur Revisited
scrisse che "...probabilmente a Dio piacerebbe molto imparare a riparare
il motore di un’automobile...", mentre noi che sappiamo riparare un
motore, vorremmo tanto diventare gli Dei della nostra esistenza”.
Secondo Albert Einstein,
la mente serve soprattutto per stabilire ciò che non è vero, per poterlo poi
scartare. Quindi, non riuscire a risolvere un certo tipo di problemi non
significa non essere intelligenti.
Nel gioco dell’esistenza sembra non essere utile soltanto
l’intelligenza razionale, ma soprattutto quella dell’intuito, della creatività
e del cuore. Persino la più alta intelligenza umana potrebbe non garantire effetti
positivi, trasformando gli esseri umani in “intelligentissimi idioti”.
Si pensi agli scienziati che hanno creato la bomba atomica:
erano senz’altro molto intelligenti, ma la loro intelligenza non era “globale”,
in quanto non comprendeva l’intelligenza del cuore. Per questo motivo,
credevano di dover “salvare” il mondo distruggendolo!
Quante persone, anche ai nostri giorni, utilizzano
un’intelligenza idiota! Ci sono persone di notevole intelligenza che agiscono a
favore delle guerre, credendo che esse siano ineliminabili. Non riescono ad
afferrare il semplice ragionamento che se ogni nazione la pensasse in quel
modo, prima o poi l’uomo si autodistruggerebbe.
La domanda è: com’è possibile che persone intelligentissime
possano agire in modo idiota?
La risposta più ovvia è che queste persone utilizzano alcuni
aspetti della loro intelligenza, ma NON LA UTILIZZANO NELLA SUA GLOBALITA’.
In effetti, l’intelligenza è come un corpo: se tagli le
parti lo stai distruggendo, se lo lasci integro e lo proteggi affinché rimanga
tale, stai alimentando la Vita.
Ne deriva il fatto che lo sviluppo abnorme di un solo
aspetto dell’intelligenza umana produce realtà negative, errate, o con un forte
bagaglio di distruttività.
L’esempio più evidente è quello della cultura in cui stiamo
vivendo: essa, da secoli, potenzia gli aspetti razionali, come fossero gli
unici, eliminando o disprezzando gli altri.
Di conseguenza, le capacità intellettive sembrano essere
diventate le più importanti.
Nelle scuole si insegnano concetti razionali, matematici,
fisici, chimici, mettendo a fuoco realtà materiali o concetti logici. Anche se
a scuola possono esserci materie artistiche, di fatto queste sono considerate
marginali, e il ragazzo impara ad utilizzare maggiormente (o esclusivamente) la
parte sinistra del suo emisfero cerebrale, ovvero quella delle operazioni
logiche, della matematica e del linguaggio. Altre facoltà sembrano essere
estranee all’intelligenza, ma di fatto non è così. Al contrario, se un individuo
segue soltanto la razionalità si ritroverà prima o poi di fronte ad un problema
insolubile: infatti, i problemi umani non possono essere risolti se non
utilizzando l’intelligenza nella sua globalità.
Questo spiega perché nel nostro mondo, nonostante secoli di
importanti opere scientifiche, matematiche ed economiche, siamo ancora fermi
all’assurdità della guerra, e non abbiamo nemmeno imparato a rendere
accessibili i beni (almeno quelli necessari) a tutti.
La verità è che l’utilizzo della sola razionalità, o
ragione, porta ad un potere iniquo della mente sull’uomo, intendendo come
“uomo” la persona ricca di potenzialità, che la ragione reprime, ignora o
stigmatizza.
L’intelligenza dell’Universo è “globale”, nel senso che essa
comprende innumerevoli potenzialità, non è stereotipata, non è rigida, non è
priva di cuore, non è ripetitiva, non pretende affatto conformità.
Si pensi al fatto che ogni entità esistente è unica, in
quanto l’Universo non produce cloni. Ogni entità è dotata di potenzialità
funzionali alla sua esistenza, e ha anche un margine di flessibilità e di
adattamento ai cambiamenti.
Se ci fosse rigidità o ripetitività, probabilmente, la
natura si sarebbe autodistrutta. Non è certo un caso che le ideologie rigide,
intransigenti, frutto di un eccessivo razionalismo posseggono un altissimo
bagaglio di distruttività e la tendenza a separare gli elementi della realtà.
Basti pensare alle maggiori ideologie politiche: sia il nazismo che il comunismo
di Karl Marx prevedevano la guerra, la lotta tra nazioni o tra classi, e l’imposizione
di un dominio che doveva sovrastare la scelta degli individui.
Tuttavia, anche le religioni dogmatiche, nonostante vogliano
professare un ideale spirituale, commettono lo stesso errore: imponendo dogmi e
comportamenti che devono essere uguali per tutti, privano gli individui della
possibilità di scegliere sulla base della loro intelligenza, del loro
“sentire”.
La nostra tecnologia mostra come sia possibile creare un
congegno intelligentissimo idiota, e purtroppo basta ascoltare il telegiornale
per capire quali sono le forme-pensiero 0’prodotte da una cultura
intelligentissima ma idiota.
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