mercoledì 23 aprile 2014


Napoli, 23/04/2014

Proprietà del numero 68


Simbolismo

·         Simbolo della misericordia di Dio.

Generale

·         L'altezza del "Tempio della Bellezza" costruito in Egitto 11-mila anni avanti Cristo misurava 68 "mir" cubiti. E’ possibile anche che questa altezza fosse 72 mir. Secondo Edgar Cayce, proprio poche vestigia di questo tempio si conserveranno nel futuro.
·         Di seguito c’è un quadrato magico di sedici celle, con base 68, fatto solo coi numeri pari dal 2 al 32:


28
8
2
30
14
18
24
12
22
10
16
20
4
32
26
6

 


·         L’elemento di numero atomico 68 è l'erbio (simbolo Er). Esso appartiene al gruppo delle terre rare, si presenta come un metallo di colore argentato; si può trovare insieme a dei lantanidi (ad esempio nella gadolinite). L'erbio è tenero, malleabile ed abbastanza stabile in aria; è più resistente all'ossidazione di altri lantanidi. Chimicamente è trivalente, cioè quando si compone, assume il numero di ossidazione +3. La sua capacità di reagire dipende molto dalle impurità presenti in esso. non ruolo biologico. L'erbio è usato in vari modi, anche molto comuni: ad esempio soprattutto come filtro fotografico, come additivo in metallurgia, come assorbitore di neutroni, Come drogante delle fibre ottiche per amplificatori coassiali,

 

Gematria

·         I valori numerici delle parole israelitiche HLL che significato “forare” o “essere forato”, HS che significa “aver compassione”, e LVLB che significa “un ramo di palma”, danno ciascuno come risultato 68.

Ricorrenze

·         Il numero 68 è usato 1 volta nella Bibbia.
·         Le parole “regalità” e “battaglia” sono usate 68 volte nella Bibbia.


 

martedì 15 aprile 2014


Napoli, 13/04/2014

Aforisma di metà settimana… con genesi.

Dopo un periodo di mortificazione, finalmente un po’ di resurrezione, mi spiego

Qualche tempo addietro (un mese e mezzo) ho cambiato lavoro (sempre nell’ambito della stessa azienda), dopo un lungo periodo di vuoto-lavoro, ingiustificato da condizioni oggettive, e sono capitato in un reparto più giovane, più reattivo, forse in settore per il quale sono più adatto.

Mi è capitato di fare un piccolo sfogo di insoddisfazione professionale ed uno di questi nuovi colleghi (è stato un bieco sindacalista FIOM, persino un RLS che ci voleva far tornare a lavorare in edificio incendiato prima che fosse bonificato, ma che ora ha un ruolo molto attivo in chiesa, organizza corsi catecumenali, partecipa davvero della comunità ecclesiale, forse si ripulito dai suoi peccati di gioventù...) mi ha apostrofato con: “Ma che volevi diventare. ‘o Rre?”.
Io avrei voluto dirgli che non re, non principe, non generale, non colonnello, non maggiore, ma almeno uguale agli altri.

Poi ho capito che questo trattamento differenziato, da cagnaccio rognoso, da immondo appestato, in “cella d’isolamento”, era quasi un premio “ad escludendum”, un riconoscimento implicito di diversità, di incapacità gestionale nei confronti di chi ha il “pensiero laterale”, che non si fa influenzare facilmente, che trova sempre ciò che non va (se c’è) ma se c’è qualcosa che non va cerca di aggiustare la situazione.
Ed ho creato un picoolo aforisma “in rima” che è piaciuto molto al volgo ed al colto ma non a quelli che non hanno fantasia, che non sono creativi.

Infatti un ex-capo del personale (fra l’altro questo miserrimo, arido, offensivo individuo non solo non mi ha mai aiutato ma mi ha anche osteggiato), quando ho condiviso con lui i miei pensieri, mi ha apostrofato con: “Dove l’hai preso?” ed io mi sono messo a ridere di questa mancanza patologica di fiducia negli altri, cercando di spiegargli che l’Uomo è l’unica, vera macchina a stati infiniti, proprio perché ha la creatività genera sempre cose nuove …
Va beh, non tutti, almeno quelli che hanno avuto la fortuna di godere di una serie di favorevoli fattori concomitanti: stimolati culturalmente (libri su libri, conversazioni su ogni argomento, possibilità di ritornare su ogni asserzione, anche quelle consolidate) ma liberi di spaziare in tutte le direzioni, messi in grado di pensare criticamente (cioè anche in modo avverso all’autorità), senza grossi traumi (ma non avvolti nella bambagia), …
Però non ho avuto molto successo: quando una mente si atrofizza, c’è poco da fare…
Allora il piccolo aforisma è il seguente:

Pensavo di essere roccia,
ma era sogno senza traccia.
Mi sono svegliato goccia,
Quella che scava breccia.
(AlexFocus, 10/04/2014)

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