domenica 15 ottobre 2017


Napoli, 15/10/2017

Un caro amico, attivista indefesso per i diritti umani (offesi persino nella sua stessa famiglia, a causa dei rifiuti tossici sversati illegalmente nel quartiere in cui egli vive e che hanno causato un cancro alla figlia), mi espresse un suo momentaneo sconforto per l’incapacità delle persone di reagire alle violazioni commesse da un regime che di democratico, ormai, ha poco: “Ma come è possibile, se dimostriamo alle persone che il sistema ci sta fregando, che loro non si sveglino!?” Allora io gli ho fatto la metafora dell’uccellino tra le sbarre: “Aprire la gabbia è la parte facile. Ma convincere la povera bestia, nata in prigione, che può uscire, aprire le ali e volare, è impresa titanica!”.

uccello in gabbia



Ovviamente quella povera bestiola ha le zampe e le ali, muscoli e piume, per poter uscire e volare ma la sua mente ha subito un taglio che è difficile ricucire: molte presone oggi soffrono di questa sindrome, potremmo chimarla il complesso delle tre M (moderna menomazione mentale).

Anzi, diciamolo in parole povere: la maggior parte delle persone è imbecille;
infatti, quando si indica qualcosa, molti guardano il dito poi, forse, nella direzione indicata (ad alcuni si deve addirittura girare la testa perché lo facciano).
Così quando si svela un complotto, la persona che lo ha fatto viene indicata come “complottista” (cioè una specie di svitato che probabilmente fa uso di sostanze psicotrope), e questo giudizio viene emesso immediatamente, senza nemmeno fare lo sforzo minimo di esaminare brevemente il fatto svelato, in quanto assurdo, fantasioso, inesistente perché “la TV ed i giornali non ne hanno parlato” (cioè l’autorità costituita viene considerata “veritiera, infallibile, incorruttibile”).   

imbecille

 Allo stesso modo alcune persone odierne, che sfoggiano persino una notevole capacità di aggiornamento alle più avanzate tecnologie (anzi, magari spendono considerevole parte del loro reddito per acquistare l’ultima novità, facendolo sapere agli altri) NON hanno più (o non hanno mai avuto) la capacità di salire i GRADINI della CONOSCENZA che, secondo gli orientali, sono: 
1)    OSSERVAZIONE (rendersi conto dei fenomeni che ci accadono intorno)
2)    COMPRENSIONE (cercare di correlare cause ed effetti)
3)    MEMORIZZAZIONE (ricordare le esperienze fatte, proprie ed altrui, per non dover ricominciare ogni giorno da capo)
4)    REPLICAZIONE (è il minimo che serve per fare il lavoro di tutti i giorni, con una certa dose di efficienza ed efficacia)
5)    CREAZIONE (appartiene a pochi eletti che riescono a dare la propria impronta almento in un limitato ambito )   



Insomma, quelli/e che, quando parli di argomenti meno conosciuti (o, addirittura, negati dal mainstream), ti guardano con lo sguardo tra lo stralunato ed il ridicolo, ad esempio le scie chimiche, se ne escono con il mento alzato e li occhi sbarrati: “Ma tu ci credi? Ohh…” e poi ti trattano come se tu fossi matto.

Hai voglia a spiegare che non te lo sei sognato la notte precedente, sotto effetto di qualche stupefacente o di alcolici, che, anzi, hai dei dati inoppugnabili, delle testimonianze precise, dei ragionamenti che non sono peregrini, in quanto lungamente meditati. Il/la menomato/a mentale non si smuoverà di un millimetro, anzi, si intestardirà ancor di più nella sua posizione da handicap psicologico e non riuscirà ad uscire dalla gabbia della propaganda in cui è rinchiuso/a. Per questo, ogni tentativo di aprire le prospettive sarà visto come aggressione offensiva e scatenerà una reazione veemente contro il “ragionatore”…

Ezra Pound, il poeta incompreso

Aveva ragione il grande poeta americano Ezra Pound che,  per aver valutato positivamente l’operato di Benito Mussolini ed i risultati del fascismo, fu messo in manicomio criminale a 60 anni, senza aver commesso alcun crimine e nemmeno un processo, dalle criminali autorità USA (messo in isolamento, fu tirato fuori di lì dopo 13 anni solo per le universali proteste del mondo accademico e delle associazioni per i diritti civili) a dire che “la più grande fatica che ho dovuto fare è cercare di aprire gli occhi alla gente per fargli vedere quel che avevano sotto il naso”.
Ed è ancora vero oggi…

1 commenti:

Silvano Borruso ha detto...

Alex, quanto hai ragione! Silvano Borruso

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