martedì 6 novembre 2012
03:49 | Pubblicato da
Alex Focus |
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-->Nell’esercizio delle sue funzioni, egli aveva
scoperto dei depositi abusivi di scorie tossiche, sotterrate in terriori
agricoli, ma le pressioni “economiche” avevano fatto sì prima che i suoi
superiori gli impedissero ulteriori indagini, poi lo avevano fatto sospendere
dal servizio per falso ideologico, procurato allarme ed altre "amenità" del genere (questo ricorda qualcosa
della vicenda terremoto dell’Aquila con il vulcanologo Giuliani, ricordate?).
-->Non soddisfato delle indagini che egli aveva
iniziato, Di Bello ha scoperto tutte
le magagnee che alcuni corrotti funzionari amministrativi, ovviamente prezzolati
dagli interessi economici, volevano “sotterrare” (letteralmente), con un leggero strato di terra (infatti erano stati depositati
su precedenti strati di amianto fosforato, degli enormi depositi di rifiuti
avvolti in fogli di PVC, poi questa schifezza su schifezza era stata coperta con un leggero strato di terreno prelevato altrove e, su tale terreno, erano stati poi piantati degli alberelli
per dare una parvenza di naturalezza alla mostruosità, però le radici delle
piante hanno perforato il PVC ed i liquami hanno contaminato ulteriormente i
terreni… guaio su guaio, la pezza è peggio dello strappo).
Napoli,
06/11/2012
Ricevo
informazione da un valoroso patriota napolitano, il ten. Giuseppe Di Bello
(uff. di polizia giudiziaria), che ha pagato un alto prezzo a causa delle
ritorsioni criminali compiute dalle stesse istituzioni che egli ha servito
fedelmente sia durante il suo lavoro sia nel tempo libero.
Di Bello ha continuato a proprie spese le
analisi chimiche dei terreni circostanti l’impianto della Fenice e dell’acqua potabile
di pozzi limitrofi, letteralmente impregnati da composti altamenti inquinanti
(contenenti diossine, fenoli, alcheni e fluoruro, mercurio, nichel, sostanze
clorurate e alogenate) che hanno provocato l’inquinamento, oltre che dei
terreni agricoli, persino delle falde acquifere che servono per ampie zone
della Lucania e della Puglia.
I
territori del Melfese sono stati oggetto, almeno negli ultimi dieci anni (ma,
probabilmente, anche da periodi più remoti) di smaltimento abusivo di rifiuti
industriali, sanitari, nucleari, di solventi organici clorurati e di composti
alogenati tanto da superare di parechie volte il limiti di legge per dichiarare
la Fenice SITO INQUINATO.
La
vicenda kafkiana ha visto l’ex direttore dell’ARPAB, Vincenzo Sigillito (attualmente
agli arresti domiciliari) tenere colpevolmente i dati sulla situazione nascosti
in cassaforte per lunghi anni. Eppure, una volta appurata la verità non è
cambiato quasi niente: la Fenice continua ad operare ed a a smaltire
irregolarmente i fanghi di combustione nel territorio agricolo, inquinando
persino il latte delle mucche che su quei terreni pascolano.
E
il registro sanitario ha visto impennarsi il numero di neoplasie (cioè tumori) nel
melfese del 400%... non ci sono parole!!
Pertanto
è stato indetto il giorno 16 Novembre 2012 tre le ore 09:30 e le 13:30 un SIT-IN
di PROTESTA a POTENZA, sotto il PALAZZO di GIUSTIZIA in via Nazario Sauro.
E
mo’ basta, riprendiamo la nostra sovranità popolare!
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