sabato 30 maggio 2015
04:21 | Pubblicato da
Alex Focus |
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Napoli,
30/05/2015
settimanale Panorama n.15 copertina del 15 aprile 2015
Alcune
settimane orsono ho letto (ovviamente in ritardo) il settimanale Panorama che
in copertina (su riprodotta) riportava una bella donna discinta (immagino una
modella appositamente scritturata per rappresentare una prostitutan, non certo una
vra operatrice del sesso a pagamento). Il servizio di copertina era alle pagine
40-45 mi è sembrato relativamente
striminzito per un servizio appunto “da copertina”. Il motivo, leggndo l’articolo,
è stato evidente (tenendo conto della matrice culturale anglo-assassina che è
il The Times londinese ovvero il The New York Times USA): non si mette in
discussione la MATRIX, pena il fallimento
Senatrice Lina Merlin
Ebbene
sì, la Legge n.75 dl 20 febbraio 1958, nota col nome della sua relatrice, Lina Merlin (senatrice socialista), che
abolisce la regolamentazione della prostituzione in Italia ed, ovviamente,
porta alla chiusura delle cosiddette “case chiuse” (o “casini”), ha mostrato da
sempre i suoi limiti.
Sebbene
l’intento nobile fosse quello di combattere lo sfruttamento delle prostitute,
la questione risultò immediatamente alquanto controversa, infatti l’iter della
legge Merlin fu molto lungo (la prima bozza risale al 1948) e contrastato: la
proposta creò, infatti, una spaccatura trasversale nell’opinione pubblica
italiana.
Fra
gli oppositori si distinse Indro
Montanelli che nel 1956 dide alle stampe un pamphlet polemico dal titolo
evocativo “Addio, Wanda!”, come, in
un certo senso, risposta al libro pubblicato l’anno precedente da Carla Voltolina, moglie di quello che
sarbb stato il Presidente Sandro Pertini, e dalla stessa Lina Merlin,
intitolato “Lettere dalle case chiuse”.
Prostituta in bordello
Dal
1958 ad oggi, l’approccio perbenista al problema della prostituzione è rimasto
al centro del dibattito politico-sociale per l’evidente incapacità di
risoluzione dei problemi dichiarati ed una serie di conseguenze controproducenti,
a cominciare da quella assolutamente indecente, di riversare le prostitute per
la strada; poi la sottrazione di queste donne (ora anche uomini) ad un
controllo medico-sanitario e quello di lasciare dell persone generalmente indifese
(in molti casi anche minorenni) alla mercè di sfruttatori dlinqunziali (quasi
sempre crimine organizzato), che importano continuamente nuove leve dall’estero,
la “tratta delle schiave”, in un’affare che ha dimensioni tali da competere con
il traffico di armi, droga, organi, tecnologie.
A
causa di guasti provocati a fronte di nessun problema risolto, innumerevoli
sono state le proposte, anche recentemente, di variazione e di revisione della
legge n.75/58.
Prostitute per strada
È
sotto gli occhi di tutti il fallimento di un'illusione ideologica positivista
di stampo borghese, di una politica immaginata, studiata, perseguita nelle
stanze ovattate di famiglie benestanti, menti, usi e costumi, esistenze lontane
dalla vita reale in cui era ben forte la hubris di chi crede la legge scritta
dall’uomo più forte della legge naturale, che ritiene lo ius sanguinis un
fastidioso, regredito retaggio del passato che può essre scacciato via come un moscerino,
dal gesto stizzito di una mano progressista, in favore di uno ius soli che non
ha mai contato se non dopo un certo numero di generazioni (appunto, il ritorno
allo ius sanguinis).
Ora
rimangono due ideologie complementari, basate sullo stesso grimaldello
scientifico-tecnologico (quello che Umberto Galimberti, intellettuale comunista,
ateo ma col senso del sacro, chiama il combinato disposto di scienza e tecnologia)
cioè il comunismo ed il capitalismo, come due facce della stessa medaglia satanica,
che stanno dando gli ultimi colpi di coda, nell’agonia di una società materialista
che “non è più in grado di vedere l’orizzonte di senso” (cito sempr “Psiche e
technè. L’uomo nell’era della tecnica”, ed. Feltrinelli, 2000).
Ci
hanno fatto credere che il denaro fosse un fine (invece che un mezzo), un valore (invece che
una unità di misura), un buon servitore (che, purtroppo, per alcuni anzi per troppi,
è diventato un cattivo padrone) e persino nella Costituzione hanno ficcato al
primo posto il “lavoro” invece di valori non negoziabili come VITA, SALUTE,
SOVRANITA’, SOLIDARIETA’, SUSSIDIARIETA’, DIGNITA’.
Migrante con valigia di cartone
Questa
aberrazione culturale ha estirpato dal contesto sociale persino la capacità
relazionale: se non lavori, sei un escluso, un paria, un reietto che cade nelle
grinfie di chi (imprenditori, sindacati, banchieri) gestisce questa pletora di
disoccupati come un serbatoio infinito di manovalanza a costo irrisorio, a cui
elargire un diritto come s fosse una “gentile” concessione. Oppure che sceglie
di (o, meglio, per sopravvivere è obbligato ad) emigrare, quindi trapiantarsi
in terra straniera, magari dopo un faticoso (e costoso) “cursus studiorum”.
Baphomet
Tutto
questo è il frutto avvelenato di quel processo massonico sintetizzato dal motto
“Ordo ab chao” (cioè tradotto dal latino “Ordine dal caos”, sottintendndo il Nuovo
Ordine Mondiale che sorgerà sulla ceneri dell’Antico Ordine Tradizionale), il
cui simbolo è il Baphomet (acronimo invertito di “Tem. O. h. p. ab.” Ovvero “templi
omnium hominum pacis abbas” cioè “abate
[anche “padre”] del tempio della pace
dell'umanità”), il demone il cui nome è l’acronimo a rovescio (inversione
tipicamente massonica, come il crocefisso al contrario). Ricordate la stella a
cinque punte capovolta? Ecco il volto del Baphomet in esso perfettamente inserito
pentacolo satanico col volto di Baphomet
Ebbene,
in conclusione, ritengo che l’articolo sia di media difficoltà di lettura,
magari di più difficile accettazione di concetti, ma che sia di facilissima
applicazione: non arrendiamoci al mondo moderno senza combattere, non accettiamo pedissequalmente
ciò che ci viene imposto in modo più o meno subdolo, non smettiamo di sperare al
miracolo (non quello esterno ma quello che nasce in noi stessi).
Saluti
a tutti/e
AlexFocus
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